InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ancora una volta i terreni della Val Susa vengono deturpati dalle ruspe

La cava di Caselette in località Grangetta, bassa Valsusa, potrebbe ospitare in futuro lo smarino proveniente dal cantiere-fortino di San Didero.

L’area è tutelata a vincolo ambientale con una specifica legge regionale e nazionale, poiché è stato dichiarato sito d’interesse pubblico. Al momento vi è un’attività di “coltivazione” di sabbia e ghiaia, vendute per conto della ditta Cave Druento, per far spazio ai rifiuti che verranno lì tombati e ricoperti da zolle erbose; inutile dilungarsi sulle decine di camion che già circolano ogni giorno e ala quantità di polvere limosa che investe le abitazioni nelle immediate vicinanze e nei paesi limitrofi.

La cava di Caselette si pone all’interno della grande macchina distruttiva del Tav. Questo mostro ancora una volta si palesa per quello che è inglobando tutto ciò che incontra e condannando l’ecosistema alla morte. I terreni agricoli, un tempo fertili, sono stati nuovamente eliminati e hanno lasciato spazio a un cratere vuoto,  scempio della modernità e vergogna dell’estrattivismo.

Abbiamo lungamente discusso parlato di quanto il terreno dell’ex autoporto di San Didero sia inquinato, dal momento che ha assorbito per oltre quarant’anni i fumi di scarico dell’acciaieria un tempo attiva,  immagazzinando grandi quantità di metalli pesanti volatili e diossine. Gli ettari di bosco che un tempo lo rivestivano sono stati abbattuti e, non contenti, sono iniziati anche lavori di movimentazione con ruspe ed escavatori, con un enorme rischio di liberare sostanze altamente inquinanti, come Pcb e diossine lì depositate, come già segnalavamo nell’ottobre 2020.

A Caselette, in un’area verde tutelata e vincolata dal punto di vista ambientale, che storicamente è sempre stata utilizzata per l’agricoltura, prevedono di estrarre oltre 220.000 metri cubi di ghiaia e sabbia, e altrettanto materiale dovrà essere ritombato.

Questo è un esplicito caso di consumo di suolo agricolo, ma un pesante impatto deriverà anche dai mezzi che movimentano e movimenteranno questo materiale  e che lo dovranno trasportare ogni giorno. Vi saranno 30mila metri cubi di terreno che dovrebbero essere trasportati attraverso mezza valle con tutte le conseguenze possibili: spostamenti di camion sulle principali strade della Valle di Susa e ingenti quantità di terra e rocce che potrebbero contenere anche sostante davvero nocive come lo smarino.

Il Piano di Utilizzo Terre dell’autoporto, reso pubblico da poche settimane, prevede di utilizzare proprio questo sito per i materiali in esubero. 

A Caselette, teoricamente, dovrebbe giungere solo materiale con parametri adatti al verde pubblico e residenziale, ma nella zona dell’autoporto – già nei primi anni duemila sottoposta a bonifica ambientale per la presenza di materiali inquinanti interrati – non tutte le indagini hanno rilevato valori adatti a questo utilizzo. Da alcuni sondaggi eseguiti pochi mesi fa sono infatti risultati superamenti per parametri quali Nichel, Zinco e Diossine. Il popolo No Tav ha prontamente smontato centinaia di metri della recinzione che circonda quello che vorrebbe diventare il nuovo punto di scarico dello smarino  proveniente dal cantiere di San Didero come segno di protesta, per mandare il chiaro messaggio che lavalle resite e non chinerà mai la testa contro le ingiustizie ambientali.

Queste terre subiscono l’esplicitazione del dramma capitalista che vede nel prelevare dai territori la sua fetta di profitto. E’ la pratica della sottrazione che vogliamo ancora, per l’ennesima volta, condannare. Una sottrazione che parte dalla creazione di un tunnel e dallo scavare delle voragini nel terreno e che diventa un togliere prati, aria sana, paesaggi, storie, ricordi. Quando il capitale sottrae non ritorna nulla. Anzi, in cambio restituisce inquinamento, desolazione, malattie. 

Ancora una volta in Valle tentano di eliminare l’anima del territorio, la sua vivibilità e la dignità di chi la abita. E ancora una volta il popolo No Tav dimostra la sua capacità di individuare quel nemico comune in qualsiasi sua forma e di mettere in pratica la difesa dei territori da cui noi tuttx dovremmo prendere esempio. 

Da Ecologia Politica Torino

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi Ecologia Politica NetworkTag correlati:

ECOLOGIA POLITICAESTRATTIVISMOnotavvalsusa

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Un anno dopo Sainte-Soline: solidarietà, rabbia e gioia per le strade di Nantes

Un anno fa, decine di migliaia di noi hanno marciato in mezzo ai campi delle Deux-Sèvres contro i megabacini, e siamo rimasti intrappolati dalla repressione militare, intrappolati sotto il rombo delle granate sparate a migliaia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Perù volta le spalle agli accordi climatici. I soldi e le lobby vincono ancora

Il Congresso della Repubblica del Perù, con il consenso del Ministero dell’Energia e delle Miniere (Minem), ha abrogato la legge che fissava un termine per la rimozione dei minatori illegali dal REINFO, il registro ufficiale delle attività minerarie nazionali.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

G7 clima, energia e ambiente: basta con i crimini ambientali, basta greenwashing, basta Tav!!!

Il 28, 29 e 30 aprile, Venaria sarà il palcoscenico del G7 dedicato all’energia, al clima e all’ambiente.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino verso il G7: seminari di Ecologia Politica.

Di fronte a transizioni ecologiche ed energetiche che ci parlano di futuri sostenibili e tecnologie salvifiche, vogliamo dotarci di strumenti per smascherare ciò che c’è dietro: logiche di profitto che tendono a separarci e distruggere l’ecosistema che vogliamo costruire insieme.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il socialismo climatico e il collasso del clima

Da un po’ di tempo i media riportano notizie allarmanti sulla possibile interruzione della circolazione meridionale atlantica (AMOC), un vasto sistema di correnti oceaniche, componente chiave della regolazione del clima globale di cui fa parte la Corrente del Golfo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Fukushima: “Il governo sta riscrivendo la storia dell’incidente”.

Tredici anni dopo il disastro di Fukushima, la ricercatrice Cécile Asanuma-Brice racconta a Reporterre le conseguenze del processo di decontaminazione della regione e i pochi ma difficili ritorni dei suoi abitanti.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Guardiani della terra maremmana per una transizione ecologica giusta

Cresce nella Maremma ed in Tuscia la resistenza dal basso all’espansione incontrollata di megaimpianti di energia eolica, nuova frontiera del “landgrabbing”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

G7 energia, clima, ambiente a Venaria, prepariamoci insieme ad accoglierlo!

Durante il G7 si riuniranno le principali potenze economiche per discutere come disegnare i prossimi passi della cosiddetta transizione energetica ed ecologica.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Olimpiadi. Cominciato il taglio di 4.500 larici

Il bob è una delle discipline delle olimpiadi invernali. In Italia nessuno, o quasi, pratica questo sport. La pista costruita a Cesana per le Olimpiadi del 2006 è un monumento allo spreco, alla distruzione di risorse per l’interesse di pochi signori del cemento e del tondino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

2.9 Radura || Le catene agricole. Agroindustria e lavoro in Piemonte

In questa nuova puntata di Radura torniamo a parlare di agricoltura. Lo facciamo a partire da un approfondimento delle catene del valore in un territorio specifico che è quello del Piemonte.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

VOI SETTE, NOI 99%

Dentro la Reggia di Venaria dal 28 al 30 aprile ci saranno i ministri delle 7 potenze mondiali a parlare di transizione ecologica ed energetica. A Torino si sta costruendo un percorso di avvicinamento che vede coinvolti comitati, associazioni ambientaliste, collettivi studenteschi e giovanili, realtà ecologiste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Richiesta sospensione al CSM per Bucarelli, pm anti-No Tav

Ancora guai per il PM Enzo Bucarelli, che negli ultimi anni si è distinto per le persecuzioni nei confronti dei No Tav.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Trino: un territorio destinato al sacrificio?

Ai piedi delle colline del Monferrato, percorrendo le rive del fiume Po, si trova la cittadina di Trino, immersa in un territorio vocato all’agricoltura e plasmato dall’uomo attraverso canali artificiali per la coltivazione del riso e per la gestione delle numerose falde superficiali. 

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il caso di corso Belgio a Torino: un esempio di transizione verde fallita.

In corso Belgio dalla primavera del 2023 è nata un’attivazione spontanea per la difesa di un’alberata composta da 241 aceri che, secondo il Comune di Torino, dovrebbero essere abbattuti per lasciare spazio a un “rifacimento di look” del quartiere. A seguito di questa introduzione tematica verranno pubblicati alcuni comunicati stampa del Comitato Salviamo gli alberi di Corso Belgio, per tenere traccia della vicenda.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

La collina morenica: zona di salvaguardia e bene comune.

A circa 20 km dal centro di Torino, è situata la collina morenica di Rivoli-Avigliana, che incide sui territori di Rivoli, Rivalta, Rosta, Villarbasse, Buttigliera, Avigliana, Reano, Trana e Sangano.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

CONFLUENZA.

Abbiamo bisogno di far confluire i nostri saperi e le nostre esigenze per una diversa gestione del territorio e per farlo vogliamo incontrarci.