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Tunisia: ucciso Mohamed Brahmi, lavorava per una nuova rivoluzione

Aggiornamento 23h: La polizia, dopo aver blindato il centro di Tunisi, è tornata a caricare duramente e a lanciare numerosi lacrimogeni non appena alcuni manifestanti hanno tentato di istallare delle tende davanti al ministero degli interni. In questo momento gli scontri proseguono e sembra che la polizia stia tentando di effettuare arresti mirati contro i militanti più conosciuti della capitale. In altre città numerose le manifestazioni sfociate in scontri con la celere e in assalti alle sedi del partito di Ennahdha.

Aggiornamento 20h: durante una conferenza stampa il portavoce del Fronte Popolare Hamma Hammami (già segretario del Partito Comunista dei Lavoratori Tunisini) ha lanciato per domani una giornata di disobbedienza civile generalizzata, ha fatto appello allo scioglimento dell’assemblea nazionale costituente e all’abattimento del governo. Su spinta dell’intervento di Hammami diverse associazioni stanno rilanciando la mobilitazione di domani (che già prevede lo sciopero generale in tutta la Tunisia) puntando il dito contro Ennahdha al grido di “il popolo vuole la caduta del regime”. Anche Besma Khalfaoui, vedova del martire Chokri Belaid, intervistata ha invitato il popolo tunisino a riversarsi per le strade del paese e abattere il regime.

 

Foto della pagina ufficiale del Fronte Popolare che invita il popolo a far cadere il regime. 

 

 

 

Aggiornamento 16h: l’UGTT, sindacato tunisino, lancia lo sciopero generale per domani in tutta la Tunisia. Scontri a Sidi Bouzid tra polizia e manifestanti.

 

Mohamed Brahmi, militante e deputato all’Assemblea Nazionale Costituente per il Fronte Popolare (organizzazione che riunisce partiti e associazioni della sinistra comunista, rivoluzionaria o nazionalista) è stato assassinato a colpi di pistola poche ore fa a Tunisi, a pochi passi dalla sua casa nel quartiere Ariana. Compagno di Chokri Belaid (assassinato 6 mesi fa) recentemente aveva espresso la necessità di riorganizzare la base sociale e politica della sinistra rivoluzionaria e tentare con la piazza l’avvio di una nuova stagione di lotta contro la così detta “transizione democratica” guidata, dopo elezioni farsa, dal partito demo-islamista Ennahdha. In questi minuti sono incorso scontri nel centro della città dove la polizia sta facendo uso di lacrimogeni per contenere i primi gruppi di proletari e militanti carichi di rabbia per il nuovo atto politico. Al grido di “il popolo vuole la caduta del regime!” si stanno radunando manifestanti anche in altre zone della capitale. Dalle prime dichiarazioni rilasciate alla stampa dai manifestanti, il mandante politico dell’omicidio ha un solo nome: Ennahdha, il partito islamista di corrotti e reazionari che dopo le elezioni farsa “garantite” dalle potenze europee e dell’America ha continuato in pieno stile benalinista a stringere nella morsa della repressione e della povertà il popolo tunisino. Nel giorno della festa della Repubblica la Tunisia ha il suo ennesimo martire, una scelta, quella della data per l’omicidio, ad alto valore simbolico che sembra lasciare davvero pochi dubbi a riguardo delle accuse rivolte dai manifestanti al nuovo partito del regime ormai tinto della reazione verde-islamista e dal sangue rosso dei militanti uccisi per la giustizia sociale e la libertà.

 

Seguiranno aggiornamenti…

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