InfoAut
Immagine di copertina per il post

AntiSecIta affonda poliziadistato.it

Anonymous ancora contro la polizia italiana. Questa volta però non si è trattato di un attacco DDOS o del defacciamento del sito ufficiale delle forze dell’ordine. Con l’operazione denominata “#AntiSecIta” il network di attivisti ha mirato più in alto. Ed il bersaglio è stato colpito.

 

 I documenti resi pubblici sono del più vario tipo. Un’intera cartella raccoglie elementi di indagine, circolari del Ministero dell’Interno, nominativi, biografie, profili penali ed informative riguardanti il movimento No Tav. Tra queste anche un lungo documento di testo (quasi una sessantina di pagine) redatto dalla questura di Torino, all’interno del quale gli organismi di pubblica sicurezza delineano un organigramma delle realtà piemontesi attive nelle mobilitazioni in Val di Susa.

Ma i contenuti di questa release antisec non finiscono certo qua. Si va da manualetti di carattere investigativo e giuridico sulle tecniche di infiltrazione nelle indagini per narcotraffico, fino alla modulistica per operazioni di routine, come accertamenti e perquisizioni personali. Sono presenti inoltre numerose screenshot della webmail della polizia che gli hacktivisti hanno consultato attraverso proxy anonimizzanti: un modo per non lasciare traccie ma anche per provare agli occhi del pubblico l’effettiva incursione nei server. Non mancano infine schede e database recanti le specifiche tecniche delle cimici impiegate per realizzare intercettazioni ambientali, guide per la tracciatura delle comunicazioni cellulari, documenti sindacali, numerosi indirizzi email e numeri di telefono di ufficiali ed agenti di pubblica.

«Chi controlla i controllori?» si chiede Anonymous nel comunicato stampa che rivendica l’azione. Una domanda in cui sta tutto il senso dell’operazione #AntiSecIta, segnata dai dettami tipici della controcultura hacker: alla grande visibilità mediatica ottenuta corrisponde un vero e proprio rovesciamento di quei meccanismi di sorveglianza che il potere applica quotidianamente nei confronti dei “corpi elettronici” degli individui e su cui il materiale reso pubblico prova a gettare luce. Il dito viene puntato contro l’operato brutale della polizia durante le manifestazioni degli studenti del 5 ottobre, nei CIE, in ValSusa per arrivare fino al G8 del 2001. E sul tavolo gli anonimi avanzano poche richieste, ma in modo chiaro e determinato: l’introduzione del reato di tortura per evitare «il ripetersi di carneficine già note» (il riferimento ai fatti della Diaz ed alla recente conclusione dei processi di Genova non potrebbe essere più esplicito), «la telesorveglianza continua in ogni luogo in cui le forze dell’ordine svolgono il proprio ruolo al fine di evitare abusi» (l’allusione al caso Cucchi, alle continue morti in carcere ed a quanto accade quotidianamente nei CIE è lampante), nonché «l’apposizione di un codice ben visibile sulle divise» delle forze dell’ordine ed il loro disarmo «almeno durante il servizio di sorveglianza dei cortei».

Mentre la notizia impazza sui social network – e la rete si domanda se nei prossimi giorni altri file verranno resi pubblici – il silenzio stampa tenuto dal Viminale è assordante, segno probabilmente di un forte imbarazzo e della difficoltà ad affrontare pubblicamente la questione: d’altra parte è gravissimo il fatto che per settimane nessuno tra i tecnici al servizio del Ministero degli Interni (siano essi parte della polizia postale, del CNAIPIC o di imprese private) si sia accorto dell’intrusione. Nell’economia di questa vicenda sarà importante capire su chi ricadrà la responsabilità di queste omissioni e quali teste cadranno.

Ma la storia recente di Anonymous Italia suggerirebbe prudenza prima di tirare le somme o dare frettolose valutazioni sull’ennesimo episodio della saga che ha come protagoniste le “sentinelle del web”. Già nel luglio 2011, a poche settimane dagli arresti che li avevano colpiti, gli anonimi dichiararono pubblicamente di essere entrati in possesso di materiale scottante, appartenente al CNAIPIC (una delle strutture d’eccellenza dell’attività investigativa e d’intelligence della polizia). Anche allora un’operazione in grande stile che venne però disconosciuta, dopo soli due giorni, dalle colonne dello stesso blog su cui era stata rivendicata. Un colpo di scena che aveva provocato diffusi malumori ed aspri dissapori all’interno del network degli hacktivisti italiani. Fino all’intervista, rilasciata per Repubblica a marzo di quest’anno da un esponente del collettivo, dove si raccontava l’origine dei leaks pubblicati. Il materiale non proveniva da un’azione di hacking messa a segno ma dalla gola profonda di Hector Monsegur, in arte Sabu: ex leader di Anonymous, passato poi dall’altra parte della barricata come informatore dell’FBI dopo essere stato individuato dalle autorità federali statunitensi nel giugno del 2011.

 

InfoFreeFlow (@infofreeflow) per Infoaut

 

Approfondimenti

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

anonymousinternetpolizia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia. 10 settembre: il popolo deve organizzarsi al di fuori dei quadri imposti dai sindacati e dai partiti politici

Continuiamo a dare contro del dibattito che sta accompagnando la costruzione della giornata del 10 settembre in Francia contro il piano di austerità del governo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non possiamo permettere che la Grecia diventi il Parco di divertimento dei soldati dell’IDF: i turisti israeliani che scelgono la Grecia devono confrontarsi con le proteste pro Palestina

Mentre continua l’attacco genocida di Israele a Gaza, i turisti israeliani in Grecia quest’estate si trovano ad affrontare una crescente reazione negativa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Pensare l’Europa oggi: spazi e soggetti delle lotte in tempo di guerra

Come agiamo dentro questo quadro e che cosa vuol dire opporsi alla guerra e al riarmo in questa situazione?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia, 10 settembre: bloccare le periferie delle grandi città per fermare il Paese?

Dall’inizio di luglio, la data del 10 settembre e lo slogan «blocchiamo tutto» circolano massicciamente. Si formano gruppi, si organizzano assemblee, si discute sui modi migliori per impedire il piano di austerità di Bayrou.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Porti, ferrovie e nuove basi: così il governo Meloni sta militarizzando l’Italia

Il governo accelera sulle infrastrutture militari: nuovi porti, ferrovie e basi in tutta Italia, mentre cresce la protesta contro il traffico di armi

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’11 settembre No al summit della guerra a Roma!

È stato annunciato dal Sole 24 Ore il primo “Defence Summit”, appuntamento programmato dal giornale di Confindustria per l’11 settembre a Roma.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vicenza – Corteo 13 settembre: “No more bases”

Il corteo è stato organizzato in occasione dell'”Italia-America Friendship Festival” organizzato dall’amministrazione e dalla National Italian American Foundation (NIAF) in occasione dei per i 70 anni di presenza delle basi militari in città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

To Kill a War Machine. Un documentario su Palestine Action

Palestine Action è un collettivo che da anni porta avanti una campagna di sabotaggi ed iniziative in solidarietà con il popolo palestinese. Di recente il collettivo è stato dichiarato organizzazione terroristica da parte dello stato britannico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello per un campeggio No Base territoriale: 5-6-7 Settembre al presidio di Pace “Tre Pini” San Piero a Grado

Mentre crescono le connessioni tra le nostre lotte, sentiamo l’urgenza di continuare ad organizzarci insieme in un nuovo campeggio al Presidio di pace “Tre Pini”, per trasformare il diffuso rifiuto della base militare e della guerra in opposizione concreta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Si prepara a partire verso Gaza la Global Sumud Flotilla, con il pensiero a Vittorio Arrigoni

Decine di barche con centinaia di persone a bordo, provenienti da 44 Paesi, salperanno da diversi porti del Mediterraneo tra agosto e settembre per raggiungere insieme la Striscia.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Taser: due persone morte nel giro di 24 ore dopo essere state colpite dalle pistole elettriche

Un’altra persona è morta dopo essere stata colpita con il taser dai carabinieri: si tratta di un uomo di 47 anni di origini albanesi che è deceduto a Sant’Olcese, sulle alture di Genova, nella serata di domenica. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

No Muos: spropositato dispositivo di polizia contro chi si oppone a Muos e guerra

Ci teniamo a raccontare cosa è successo il giorno della manifestazione per rendere noto a tutti/e come in Contrada Ulmo si vive in uno stato di polizia.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Cronache di polizia: la stampa embedded e la fobia delle regie occulte

L’ultimo articolo de La Stampa, a firma di Caterina Stamin, sulle inchieste contro i movimenti sociali giovanili torinesi, è un esempio lampante di come, in Italia, il giornalismo di cronaca stia scivolando sempre più verso un linguaggio e una prospettiva di derivazione poliziesca e giudiziaria.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

San Didero: nella notte a fuoco il presidio dopo la grande giornata di lotta No Tav

Le fiamme hanno distrutto completamente la struttura del presidio che da anni rappresenta un punto di riferimento della resistenza No Tav

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Napoli: tre arresti tra i disoccupati nel corso del click day fallito

Tutte e tutti liberi e lavoro per le platee storiche dei disoccupati. da Movimento di Lotta – Disoccupati 7 novembre Dopo 10 anni di lotta dei disoccupati e delle disoccupate delle platee storiche della città di Napoli, stamattina 10 Luglio si doveva tenere il click-day per la procedura messa a bando per l’assunzione delle platee […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Verità e Giustizia per Mahmoud!

Anche se si hanno ancora poche notizie, se non filtrate dalla polizia e dai giornali main stream, alcuni fatti sono chiari. Un altro giovanissimo è morto, molto probabilmente inseguito da una volante della polizia, schiantandosi alla guida di una moto a notte fonda.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

I giovani come pericolo pubblico

Nel giro di pochi giorni abbiamo assistito ad una sequenza che indica un cambio di passo da parte del governo nei confronti della cosiddetta “pubblica sicurezza”. Dopo l’approvazione del “Decreto Sicurezza” con firma in calce del Presidente della Repubblica Mattarella, al netto di risibili modifiche, abbiamo assistito nel giro di tre giorni alle cariche di […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Perché non c’è nulla di esaltante nell’arrivo di più donne ai vertici della polizia

Pochi giorni fa è stato pubblicato su La Stampa Torino un articolo intitolato “Anche in Questura si può rompere il tetto di cristallo”.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Spionaggio e abusi tecnologici: Il caso Paragon e il pericolo della sorveglianza invisibile

Nel cuore di un’Italia già scossa dalle incertezze politiche e sociali, un nuovo scandalo sta scuotendo le fondamenta della nostra privacy e libertà individuale. Si tratta del caso Paragon, un’inquietante vicenda che ha rivelato l’utilizzo di sofisticati strumenti di spionaggio informatico per sorvegliare attivisti, giornalisti e comunissimi cittadini. Una storia che, seppur legata all’uso di […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Napoli: operai GLS, prima licenziati poi caricati e sgomberati dalla polizia. La conferenza stampa di denuncia

Conferenza stampa di denuncia da parte dei lavoratori GLS di Napoli sostenuti dal sindacato di classe Si Cobas, a seguito delle cariche e dello sgombero del presidio avvenute mercoledì ai danni del picchetto al magazzino GLS di Gianturco.