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TrastInvaders, Roma. L’invasione è appena iniziata!

L’autunno appena passato ci ha costretto a rispondere a domande inedite e ad affrontare problemi nuovi. E’stato difficile, infatti, ripartire dopo il 15 Ottobre e le ondate repressive che si sono dispiegate. Eppure, senza paura si è trovato collettivamente il modo di reagire.

Oggi non c’è una riforma da combattere, un governo a cui chiedere, ma un’alternativa da costruire e questa è possibile solo nelle misura in cui diventiamo controparte in grado di sperimentare nuovi modi di vivere per riconquistare il futuro. Le criticità emerse quest’autunno ne sono l’esempio : nonostante tutti noi abbiamo urlato il rifiuto di pagare la crisi, gli slogan sono rimasti entro i confini chiusi degli studenti. Da ottobre quei confini si sono disgregati e in modo spontaneo,  quello che dicevamo si è concretizzato, ha varcato i nostri confini e le nostre possibilità e ha acquisito vita propria. Di fronte a questo quadro, l’unica cosa che potevamo fare era acquisire consapevolezza e tentare di valorizzare il conflitto espresso in quella piazza, rendendolo positivo e chiedendoci come accumulare forza nonostante tutto. Agire sulla paura del conflitto cambiandolo di segno, intercettare la rabbia per canalizzarla nel lavoro quotidiano, non solo su quello estemporaneo delle piazze, è questo che abbiamo tentato di fare. Forse è per questo che le stagioni si sono dilatate e il nostro vero lavoro politico è partito a dicembre, quando bisognava rielaborare e non defluire. La volontà di affrontare questi problemi ci ha permesso di non concludere il nostro anno con le grandi mobilitazioni autunnali ma di sedimentare la legittimità dei nostri spazi e delle nostre presenze per affrontare meglio le stagioni prossime.

Trastinvaders è il modo per dare valore a percorsi soggettivi differenti, ma legati da un unico filo che ci ha condotto a costruire questo mese importante che si concluderà con la giornata del 2 giugno. Infatti, Trastinvaders sarà la meta di un percorso partito da più lontano, dove diverse realtà, che hanno risposto con i propri mezzi e secondo i propri bisogni all’imperversare della crisi, si sono incontrate, arricchite dal bagaglio importante degli anni precedenti. I contenuti che abbiamo espresso durante questo ultimo mese ci hannno dato la possibilità di raccogliere nuovi spunti e nuove esigenze da parte di chi ci circonda e il nostro imperativo è stato quello di essere presenti. Abbiamo sanzionato le banche di trastevere, individuando così parte dei responsabili della crisi. Abbiamo sanzionato gli alberghi, che insieme alla speculazione edilizia hanno snaturato l’origine popolare del quartiere trasformandolo in un luogo di consumo. Ma perchè trastevere? Perchè è il simbolo del mutamento della metopoli.

Il centro della città vuole essere pacificato, una bomboniera da esporre per i turisti ad uso e consumo dei ceti alti e dei politici che vogliono la bellezza tutta per loro. La crisi sociale, il conflitto, la povertà devono rimanere internate nelle periferie lontano da occhi indiscreti. Ed ecco che il divieto di manifestare nella city diventa divieto quotidiano di essere presenti là dove tutto deve essere “ripulito”. E quindi non solo vengono espulsi gli abitanti originari per il costo elevato della vita, ma anche le passeggiate serali e i pomeriggi con i bambini sono sottoposte al controllo più rigido. Telecamere e posti di polizia ovunque. Il centro è loro, è di chi ha deciso di dividere la metropoli in due parti. Una ricca e bella e l’altra brutta e degradata. Una parte adatta agli obiettivi dei turisti ed un’altra che è meglio tenere nascosta.

E invece noi ci riprendiamo anche il centro, nel quartiere pacificato renderemo visibile la nostra rabbia. Il conflitto c’è, la rabbia c’è e partiremo da trastevere. Magari la prossima stagione non ci basterà il centro! Intanto partiamo da qui, da un luogo trasformato per marginalizzarci, perchè ci sono locali a cui non possiamo accedere, affitti a cui non possiamo accedere, bellezza a cui non possiamo accedere. Invece noi ci siamo e non ci nascondiamo e ci riprenderemo le strade, il quartiere e gli spazi celebrando questo anno che nonostante tutto ci vede qui più forti di prima. L’invasione è appena iniziata!

TrastInvaders

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