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Sul 9 dicembre: le impressioni di un lavoratore metalmeccanico

“…Eppure qualcosa deve succedere, non si può andar avanti così!”. Quante volte,in questi anni,abbiamo sentito questa frase,magari alla fine di qualche discorso sull’ennesimo furto dell’ennesimo politico, durante la pausa caffè in cantiere,oppure al bar a fine giornata. Diciamo che, in questi ultimi anni, i discorsi sulla “casta” sono quelli che al lavoro vanno per la maggiore insieme al calcio il costo proibitivo della vita e la Belen di turno vista in tv la sera prima.

E’ difficile descrivere i problemi che abbiamo senza cadere nel mantra del: “non si arriva a fine mese”. Posso dire che nemmeno noi che lavoriamo abbiamo un reddito,chiamare “reddito” quattro soldi che se ne vanno tutti dopo due settimane tra affitto,bollette e carburante è un eufemismo,andare a lavorare senza un euro in tasca dopo che hai preso lo stipendio tre settimane prima (quando va bene) è qualcosa che ti fa veramente incazzare,andare a trovare i genitori e, magari,fargli un po di spesa perchè dopo una vita che hanno lavorato hanno una pensione al limite della fame ti fa incazzare ancora di più,li guardi e pensi: io finirò così. A molti queste cose possono sembrare ovvietà,luoghi comuni questa è solo una parte della realtà che affrontiamo tutti i momenti,non vado oltre perchè non è mia intenzione piangermi addosso. Sul lavoro, ma anche in giro, se ne è parlato molto sul 9,non si sono visti manifesti o volantini,tutto è corso con il passaparola cose sentite,cose lette su facebook al cellulare. Anche sui “forconi”,non si sa molto ma quello che ha spinto molti di noi a fare blocchi o scendere in piazza è stata una parola d’ordine molto semplice: “tutti a casa,se ne devono andare tutti”. In quel “tutti a casa” che molti,a sinistra,bollano come “populismo” (evidentemente “se vayan todos” fa più figo) è racchiusa la nostra rabbia i cui obbiettivi,nonostante la spontaneità che tutti ieri abbiamo visto, sono ben chiari Lo si è visto in Piazza Castello,davanti al palazzo della regione,o davanti alla sede di Equitalia oppure fuori dal comune di Nichelino (successivamente occupato),lo si è visto durante i blocchi sulle strade.

Non mi va di usare spocchia nel giudicare la gente, il fatto che partecipi (nel limite del possibile) a cortei o iniziative non fa di me un superuomo con le risposte in tasca,e non ho nessuna intenzione di dare patenti politiche a destra e a manca. Faccio l’operaio da una vita e la gente la conosco,mi rendo conto che nella nostra classe sociale c’è un vuoto politico enorme che di certo non è qualche partitello di estrema destra a colmare,mi rendo conto dei limiti che questo vuoto ha creato,ma non riesco a capire il disprezzo da parte di chi,invece,dovrebbe essere in mezzo a noi.

Ed è proprio questo il punto: si tifano le rivolte esotiche della Turchia,o quelle della Grecia (attraverso tutti i filtri mediatici) ma quando qualcosa di simile si verifica nel nostro paese allora sono in molti a sigmatizzare e correre ai ripari. Chi non si “mescola con i fascisti” (che a forza di ripetere sta cosa dei fascisti sembra quasi che fn sia la spectre del momento),chi tira fuori una spocchia assurda e fastidiosa,contro i “bottegai” (manco avessero tutti la botique griffata in centro), chi si domanda come mai gli sbirri non carichino duramente la gente in P.zza Castello (cazzo questa poi è proprio una cosa infame),e chi tra un po difende a spada tratta i commercianti del centro che “poverini vengono intimiditi”.

Anche sta cosa,non l’ho capita: se io sciopero e,magari,ottengo un risultato quello finisce in tasca anche di chi non ha fatto nulla,non ha aderito allo sciopero e ha fatto il crumiro quindi non vedo quale sia il problema a sfanculare i crumiri. Chi in questi giorni vede fascisti dappertutto non ha ancora ben capito,che cosa sia e che cosa è diventata,nel frattempo,la nostra classe sociale la vita che facciamo ogni giorno e le difficoltà che abbiamo. Le critiche e le analisi sulla “ricomposizione di classe” le lascio alla sinistra salottiera voglio capire e (quando posso) esserci,ieri non ho visto fascisti oppure “piccoli imprenditori col mito di berlusconi” o “bottegai”,ho visto la stessa gente che vedo sul lavoro e nella vita di tutti i giorni per una volta tanto per strada e pure un attimo incazzata.

UN LAVORATORE METALMECCANICO

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