InfoAut

Sul 15 ottobre : noi sappiamo da che parte stare!

Tornati da Roma da qualche giorno: la mente ora è lucida, le gole rischiarite, ma i cuori ancora battono forte! A qualche giorno dalla manifestazione del 15 ottobre anche noi, da Palermo, ci
esprimiamo in merito ai fatti avvenuti in quella giornata e agli esiti di quella mobilitazione; tanto si è detto e le versioni più diverse, anche all’interno del movimento stesso, riempiono fogli di giornale, pagine web e social network.

Cosa è stata Roma? Distruzione e sfaldamento o piena potenza soggettiva? Un autogol per il “movimento” o costruzione e ricomposizione? Noi pensiamo che dal 15 ottobre romano si debba ripartire: ora spiegheremo il perché. Intanto un dato: cinquecentomila persone, confluite nella capitale, autonomamente e senza l’investimento di strutture partitiche e sindacali
nazionali (fatta eccezione per i sindacati di base), rappresentano un dato eccezionale, incamuffabile e significativo della fase che stiamo attraversando. È questo l’indice della riuscita piena della giornata e della diffusione generalizzata delle istanze di opposizione sistemica. Comunque la si voglia narrare, queste centinaia di migliaia scese confluite in piazza contro banche, mercati e finanza, e contro una classe dirigente indifendibile, sono il segno di una larghissima sfiducia verso l’attuale sistema economico e le strutture del potere ad esso collegate. Nuove forme di povertà, precarietà, debito, hanno riempito il cuore stesso delle mobilitazioni globali di quella giornata.
Sull’appuntamento romano tante perplessità circolavano già nelle settimane precedenti per via della volontà di alcuni settori di movimento – quelli dei contenitori unitari e trasversali e altri bisognosi di creare visibilità per la propria struttura sindacale – di rappresentare l’irrappresentabile, di ergersi e autonominarsi ceto politico di un movimento ancora in costruzione e così di determinarne forme, contenuti e pratiche. L’intento era tanto chiaro quanto ovvio, ai nostri occhi, sarebbe stata la risposta rabbiosa di una piazza non disposta a farsi determinare in questo modo e desiderosa di valorizzare la giornata come momento di rottura con gli schemi della politica classica di rappresentanza. L’idea di questi soggetti che tutto “dovesse” svolgersi secondo piani precostituiti utili alla costruzione di una qualche forma di passerella elettorale, manifesta nella passività con cui è stato accettato il divieto della questura di arrivare col corteo sotto Montecitorio per lanciare un chiaro segnale di incompatibilità con la classe politica tutta, rappresenta il più grande smacco tanto allo spirito con cui la giornata era stata lanciata a livello transnazionale quanto ad ogni parvenza di autonomia del movimento. Una forzatura autoreferenziale insomma. La piazza ha così voluto lanciare un segnale completamente antagonista a tali scelte. Giusto, e sta proprio in questo la forza di quella giornata. Se infatti, ed ovviamente, riteniamo perdenti opzioni politiche non  volte alla ricerca della “costruzione” e del consenso (non massmediatico, si badi bene: di quello dovremmo trovare la forza di fare assolutamente a meno) che si esplicitano in piazza attraverso gli incendi delle auto, ciò non vuol dire che quel pomeriggio romano non abbia visto quei fenomeni ricompositivi del soggetto motore delle proteste ultime: la resistenza (e l’attacco), durato ore, di piazza San Giovanni è in questo senso il valore aggiunto all’indignazione generale. Quando migliaia di giovani, precari, sfruttati, poveri e emarginati, si rivoltano così alle feroci cariche delle forze dell’ordine c’è poco da
criticare, da giudicare o da condannare. C’è solo da analizzare un fatto politico: una generazione arrabbiata che non riconosce più mediazioni e compromessi, passivismo e impotenza, delega e riformismo. In quella piazza è venuta fuori non l’organizzazione o la struttura, non il gruppo o il
collettivo, il centro sociale, l’area; quella è stata la piazza dell’insorgenza di massa, della ricomposizione e dell’alternativa (vera!) allo stato di cose presenti.

Ha ragione chi, da tutti i lati, invoca una profonda riflessione tanto interna quanto esterna al “movimento”. Fa del resto rabbrividire vedere pezzi di questo movimento schierarsi “contro” quella piazza, denunciarne presunte colpe irrecuperabili, non difendere gli arrestati o, ancora peggio, assumere il ruolo della controparte comportandosi “poliziescamente” nel corteo e dopo, accettando ancora supinamente la criminalizzazione di quei fatti e dei soggetti coinvolti. Che chiarificazione ci sia; che si affrontino le spinose questioni relative a concetti quali “democrazia interna”, trasversalità, irrappresentabilità, autonomia eopposizione. Crediamo infatti che, nelle scelte di alcuni, sia palese la deviazione di tali concetti in senso sistemico, padronale, compatibile.

Riproporre oggi modelli analitici e organizzativi già in passato fallimentari (i “social forum”, per esempio) vuol dire piegare la necessità del conflittoalle istanze dell’autocelebrazione e della ricerca soggettiva di una qualche forma di “egemonia” politica.

Noi invece non abbiamo mai avuto il minimo dubbio su quale è la nostra parte: stiamo dalla parte degli oppressi, dei proletari, dei precari; difendiamo la rabbia di una generazione intera e ci esponiamo per essa senza alcuna paura di giocarci le simpatie del mainstream; non abbiamo alcun timore a contrastare le campagne “pro-delazione” attuate da giornali e televisioni (gravissime ma che, col senno di poi, non hanno avuto l’esito sperato dall’asse Maroni-Repubblica) e, al contrario, a chiedere l’immediata scarcerazione dei ragazzi fermati e attualmente detenuti, capi espiatori di una criminalizzazione costruita, prima di tutti, dai “buoni” di movimento; stiamo dalla parte di chi lotta, non di chi vuole offrire rappresentazioni del conflitto da potersi spendere nei salotti buoni della politica.

L’autonomia dei movimenti non è uno slogan; non è una struttura né un ricordo nostalgico; non è accademia né “narrazione”; è invece la posta in palio in uno scontro che si è appena aperto.

Liberi tutti!

  • Assemblea Autonoma Palermitana
  • VikLab Occupato
  • Studentato Autogestito Anomalia
  • Collettivo Universitario Autonomo – Palermo
  • Collettivo Autonomo Studentesco – Fuori Controllo

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fratture: appunti da Milano. Disertare la guerra, resistere in città. Verso il corteo del 3 luglio

Domani, giovedì 3 luglio, scenderemo in piazza a Milano per il corteo per il diritto all’abitare. Obiettivo di questo articolo è inquadrare brevemente il contesto storico e politico nel quale ci muoviamo e, quindi, in che rapporto si collocano le lotte sociali con i mutamenti che lo stato di guerra porta con sé. La situazione […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lettera di Luca dai domiciliari: Sardinnia libera, Palestina libera.

Venerdì 13 giugno la questura di Cagliari ha posto il compagno Luca agli arresti domiciliari. È accusato di aver lanciato un petardo durante una manifestazione per la palestina e in particolare contro l’esercitazione militare “joint stars”. Riceviamo e pubblichiamo la sua lettera dagli arresti domiciliari. Per me la resistenza palestinese non ha il solo merito […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Italia: una società anziana, malata e sempre più diseguale

Due recenti rapporti ci offrono un affresco delle condizioni in cui versa la società italiana, disegnando uno scenario di forti diseguaglianze, frammentazione sociale e crisi demografica.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Briosco dice No all’Italian Raid Commando nella scuola del paese

A Briosco, paesino di poche migliaia di abitanti in Brianza, si è tenuta la 37esima edizione dell’Italian Raid Commando ossia una esercitazione militare cammuffata da competizione/allenamento da svolgersi nella palestra della scuola, resasi disponibile per l’accoglienza, oltre che nei boschi circostanti.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Falerna: uomo muore per strada dopo aver trovato la guardia medica chiusa

La vicenda di Falerna, in cui un uomo muore davanti alla guardia medica chiusa, rappresenta una realtà drammatica e simbolica della situazione della Calabria, dove gli interessi privati hanno divorato i servizi essenziali. da Addùnati Questo episodio non è un caso isolato, ma la conseguenza di anni di abbandono, tagli e decisioni politiche sbagliate frutto […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Libertà per Tarek,Anan, Ali e Mansour. Libertà per il popolo palestinese

Riceviamo e pubblichiamo da compagne e compagni di Roma questo appello in solidarietà a Tarek Dridi, Anan, Alì e Mansour. Mercoledì 21 si invitano tutt a partecpare al presidio in solidarietà al tribunale a L’Aqula per il procecesso di Anan, Alì e Mansour, mentre giovedì 22 al faro del gianicolo si porterà solidarietà a Tarek […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stop Riarmo: assemblea pubblica a Torino

Riprendiamo l’indizione dell’assemblea pubblica e segnaliamo il percorso di Stop Riarmo che si sta sviluppando a Torino.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

In ricordo di Sara Marzolino

La redazione di Infoaut si unisce al Movimento No Tav nel ricordo di Sara, giovane compagna reggiana che ci ha lasciati ieri.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La città cantiere e il mito delle grandi opere: una chiamata dallo Stretto a intrecciare voci, resistenze, immaginari

Ci sono progetti che non si misurano solo in chilometri di cemento, in tonnellate d’acciaio e in cavilli ingegneristici. Progetti che dall’alto piombano sulla vita delle persone imponendo devastazione, macerie e profitto per pochi.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Spagna. Sei attiviste condannate a tre anni di carcere, insorgono i sindacati

Cinque attiviste e un attivista sindacali sono entrati nel carcere di Villabona per scontare una condanna a tre anni e mezzo di reclusione. È accaduto ieri a Gijon, nella regione settentrionale spagnola delle Asturie.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Raccolta solidale per spese legali maxi-processo No Tav

Nel 2011 la popolazione valsusina fu in grado di costruire una mobilitazione territoriale e nazionale contro l’apertura del cantiere dell’alta velocità a Chiomonte.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Che ci fanno dei soldati israeliani nelle scuole del Chiapas?

Questi giovani (tutti ex soldati) entrano nelle scuole pubbliche locali attraverso una associazione di “volontari” chiamata in inglese “Heroes for life” e più esplicitamente in ebraico “Combattenti senza frontiere” con il fine dichiarato di “dare un’altra immagine al mondo delle IDF”.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Maturità: Valditara vergogna!

Il ministro Valditara non ha perso neanche un’ora per risparmiarsi una sua solita uscita contro chi prova a esprimere il dissenso dentro la scuola.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Top 10 dei giganti dell’agribusiness: la concentrazione delle corporations del food & farming nel 2025

La pubblicazione del 2022 dell’ ETC Group “Food Barons” ha messo in luce la crescente concentrazione del potere delle multinazionali nel sistema alimentare industriale.1  di ETC Group & GRAIN, da ECOR Network Ha documentato l’aumento di fusioni e acquisizioni, la crescente influenza del capitale finanziario e la penetrazione della digitalizzazione e di altre tecnologie dirompenti […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Napoli: scarcerati Angelo e Mimì. Andranno a processo il 12 ottobre. Decine di presidi in tutta Italia

Con le nuove norme introdotte dal governo i due imputati rischiano pene importanti in particolare per l’accusa di resistenza aggravata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Obbligazioni di guerra a sostegno di Israele

Un’indagine rivela che sette sottoscrittori di “obbligazioni di guerra” sono stati determinanti nel consentire l’assalto di Israele a Gaza.  Dal 7 ottobre 2023 le banche hanno sottoscritto obbligazioni emesse dal governo israeliano per un valore di 19,4 miliardi di dollari. di BankTrack, PAX e Profundo (*), da La Bottega del Barbieri Un’indagine condotta dal gruppo di ricerca finanziaria olandese Profundo […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Raffaele Sciortino – L’imperialismo nell’era Trump. Usa, Cina e le catene del caos globale

Che cos’è l’imperialismo oggi, nell’era di Trump? da Kamo Modena Non è una domanda scontata, né una mera speculazione teorica; al contrario, siamo convinti che sia un nodo fondamentale, tanto per chi vuole comprendere il mondo, quanto per chi mira a trasformarlo – partendo, ancora una volta, da dove si è, da dove si è […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: nasce la Global Sumud Flotilla, “il più grande sforzo civile per rompere l’assedio di Gaza”

Attivistɜ e volontariɜ della Freedom Flotilla Coalition, della Global March to Gaza e del convoglio Sumud si sono uniti per lanciare la Global Sumud Flotilla (GSF) – il più grande sforzo civile via mare dalla nascita dell’assedio illegale imposto dall’occupazione israeliana a Gaza. A giugno, migliaia di volontari sono stati mobilitati via terra, via mare […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dal margine al centro: ripensare il/i Sud tra giustizia sociale e territoriale

Parlare del margine, per Jacques Derrida, significa, in realtà, parlare del centro.