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Lotta alla Terim

Piccola ma significativa vittoria dei lavoratori della Terim, stabilimento di Baggiovara che produce elettrodomestici, che dopo una settimana di presidi e blocchi dello stabilimento, hanno evitato che le procedure di mobilità verso 40 lavoratori, partite a febbraio, diventassero pratiche. Di fatto è stata ottenuta la mobilità volontaria e  un nuovo incontro tra 6 mesi con l’azienda, per ridiscutere la situazione dei 40 lavoratori, attualmente in cassa integrazione in deroga.

I lavoratori, che da più di una settimana sono presenti in presidio bloccando l’ingresso alla fabbrica, hanno ribadito più  volte che l’azienda con questi 40 esuberi ha iniziato una procedura di licenziamenti mirati verso quei lavoratori più politicizzati e sindacalmente più attivi o colpiti da malattie professionali. Inoltre è stato sottolineato come la Terim goda di ottima salute, non conoscendo la parola crisi, anzi durante tutto il periodo della cassa integrazione, sono continuati gli straordinari e le lavorazioni al sabato.

Una cosa rimane ancora in sospeso, la pendenza verso un delegato, accusato durante i presidi di aver picchiato un impiegato che cercava di entrare al lavoro. Questo fatto comporterà la non smobilitazione completa dei presidi, che continueranno all’esterno dello stabilimento per dimostrare che la lotta non si è conclusa con questo primo passo e per contrastare le accuse mosse contro il delegato.

L’azienda per  tutto il periodo dei presidi e blocchi, non è stata a guardare e ha tentato di mettere in campo la strategia della tensione tra lavoratori dei due stabilimenti territorialmente vicini, Baggiovara e Rubiera, quest’ultimo dipendente dal primo.  è stata instaurata una  politica di minaccia della chiusura dello stabilimento perché bloccato da quello di Baggiovara. Questo ha portato alla realizzazione di un presidio sotto la prefettura da parte di quei lavoratori che reclamavano il loro “diritto a lavorare”, presidio, composto da capetti e impiegati  portato alla ribalta grazie alla strumentalizzazione dei media locali che lo hanno raccontato ingigantendo i numeri

Con i lavoratori della Terim, si sono affiancate molte rsu di aziende modenesi e altre realtà politiche come rifondazione comunista, il Clarmo e lo spazio antagonista occupato Guernica, partecipando attivamente al presidio davanti ai cancelli, proprio per sostenere  e ribadire che la lotta dei lavoratori della Terim, non è un problema solo dell’azienda ma di tutto il comparto metalmeccanico e del mondo del lavoro modenese. Una cosa che forse è mancata è che i sindacati confederali non hanno promosso scioperi in solidarietà e a sostegno della lotta
Per tutta la durata dei presidi, è stato portato un forte attacco verso l’amministrazione comunale e il partito democratico, accusati di essere stati assenti in questa vertenza e di non aver mai preso posizione a favore della lotta dei lavoratori, dimostrando ancora una volta la continua lontananza verso il mondo reale e verso la cittadinanza e i lavoratori. una lontananza che presto porterà i suoi risultati, la distruzione di una classe politica volta solo al profitto personale.
Ora, una volta trovato l’accordo,Pd e soci,hanno espresso,su tutti i giornali locali,  la loro soddisfazione per il risultato ottenuto, semplicemente perché si sono visti evitare l’ennesima crisi di una fabbrica sul territorio modenese, consapevoli della loro incapacità di governare questo fenomeno,Questo sta succedendo con la Maserati, dove l’amministrazione comunale tace, aspettando la chiamata del padrone Marchionne.

Lotte come quelle della Terim e della Maserati devono essere prese d’esempio, anche se i risultati, in questa fase, non possono considerarsi ottimali. difatti si continua a resistere  cercando di creare all’interno dei luoghi di lavoro quella consapevolezza in  difesa dei diritti e per sostenere la dignità dei lavoratori, con la forza e la costanza a piccoli passi si potrà arrivare all’obiettivo. Certamente la fase non aiuta, ma la direzione presa è quella giusta, passando per un primo maggio conflittuale e lo sciopero generale del 6 che vedranno a Modena sfilare l’antagonismo sociale.  Solo generalizzando lo sciopero si potrà mettere in ginocchio questo governo e i poteri forti,e si potrà guardare oltre e creare il conflitto e la coscienza per cacciare tutta la classe dominante italiana e tornare a respirare un aria sana in questo paese.

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