Contro il lager etnico Andolfato
Oltre un centinaio di attivisti delle reti antirazziste campane sono tornati giovedì a protestare sotto la ex-caserma Andolfato per chiedere la chiusura di quello che riteniamo un “lager etnico” e la liberazione dei profughi e migranti che sono lì detenuti in condizione di totale illegittimità non solo rispetto al sentimento di umanità e accoglienza, ma anche rispetto alle leggi pur pessime di questo Stato. Tanto che domattina gli avvocati della rete depositeranno un esposto per illegittima detenzione presso la Procura di Santa Maria Capua Vetere.
Il presidio di stamani ha ottenuto di far entrare finalmente una delegazione con gli avvocati all’interno del campo, così da poter informare i migranti sui loro diritti e raccogliere le eventuali deleghe giuridiche (riteniamo infatti che debbano assolutamente rientrare nel decreto sulla protezione umanitaria). In seguito l’iniziativa si è sviluppata bloccando a singhiozzo le strade per comunicare con gli automobilisti e infine lanciando nel campo dei migranti palloni con scritte di solidarietà in arabo e francese.
Ma all’improvviso arrivava dall’interno la notizia che la tensione era cresciuta e nuovamente queste persone dovevano fare i conti con la prepotenza di un’assurda condizione di reclusione! In seguito forse a un tentativo di fuga o a una semplice manifestazione di insofferenza di chi vive in un limbo di totale incertezza (dopo gli stenti del viaggio e il sequestro per 6 giorni sulla nave militare Excelsior…!) erano stati sparati dei lacrimogeni tra le tende, mentre un carro bliindato della celere teneva un pericoloso “carosello” tra i migranti. Da un punto di osservazione dall’alto (vedi foto) era possibile verificare alcune di queste cose.
A quel punto abbiamo occupato di nuovo la strada chiedendo e ottenendo che una delegazione entrasse nuovamente ad accertarsi di quello che accadeva. “Quando siamo entrati noi – racconta uno degli attivisti – la celere era disposta fuori dalle reti che delimitano la tendopoli. Ma nondimeno queste centinaia di persone apparivano in una condizione miserabile, chiusi come animali in gabbia, con un blindato che ostruiva a forza il cancello di ingresso alle tende e che loro cercavano di allontanare lanciando degli oggetti.
La polizia brandendo i manganelli circondava totalmente il reticolato dentro cui urlavano e protestavano centinaia di persone comprensibilmente arrabbiate e angosciate, chiuse in uno spazio senza ombra, perennemente battuto dal sole cocente di queste giornate… poi la situazione si è calmata, ma è evidentemente una calma apparente. L’unica soluzione degna è la libertà”.
Ma ancora nel tardo pomeriggio giungono segnalazioni di tentativi di fuga, inseguimenti.. e l’arrivo di diverse ambulanze…!
Gli operatori hanno anche segnalato la situazione di diversi minorenni che sono ancora nel campo e che dovrebbbero finalmente uscire.
Questa di oggi è stata un’altra iniziativa in vista di una manifestazione regionale che si farà a maggio a S.M. Capua Vetere per pretendere finalmente di farla finita con la vergogna di questo lager nella Ex-Andolfato!
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