
9 aprile 2011: al fianco degli studenti antifascisti
Alcune considerazioni, precedenti alla giornata stessa ci sembra doveroso farle.
Modena, città Medaglia d’oro alla resistenza, ha sempre risposto presente laddove formazioni della vecchia e nuova destra hanno tentato di organizzare convegni o aperture di sedi e covi politici.
Ricordiamo, restando all’ultimo decennio, le due cacciate di Forza Nuova, da via Ramazzini, a via Rua Pioppa, e la risposta netta e decisa degli antifascisti modenesi, lo scorso anno, quando Casa Pound tentò di costruirsi una presenza in città.
Le ragioni che portano molti giovani modenesi a ripudiare il fascismo, le formazioni che ne riprendono lessico e pensiero, vanno ricercate nella storia recente della città, dal dopo guerra in poi.
Ovviamente il radicamento popolare della resistenza, della quale il PCI ha dovuto farsi depositario in una chiave mitica, ha giocato un ruolo chiave nella determinazione di un sentimento antifascista diffuso, povero però nelle pratiche quotidiane e insufficente nell’aggiornare le analisi e le strategie da mettere in pratica nei confronti di un fascismo che, col passare del tempo, ha saputo cambiare pelle ed anima, penetrando nella pancia istituzionale dell’Italia ben più profondamente di quanto non avessero saputo fare Scelba e le altre camice nere, passate, a fine guerra, direttamente ai vertici dell’Italia repubblicana.
Anche lo storico orientamento a sinistra della curva modenese, polo aggregativo fra i più importanti, a Modena, fino ad alcuni anni fa, ha contribuito a spostare anime e coscienze a sinistra, tagliando di fatto le gambe a qualsiasi possibilità, per i pochi e noti neo-fascisti modenesi di andare al di là del folclore.
Negli ultimi anni qualcosa è cambiato; lo spostamento a destra di molti giovani, fenomeno diffuso in alcune realtà della penisola, non ha assunto nella provincia modenese dimensioni preoccupanti, ma sicuramente ha una consistenza che, per chi pratica l’antifascismo tutti i giorni, nella socialità, nei percorsi politici, nelle lotte, non è trascurabile.
L’esperienza dello Spazio Antagonista Guernica, dei collettivi politici e studenteschi ad esso legati,la presenza sul territorio e all’interno dei conflitti sociali che si sviluppano, è sicuramente un ottimo antidoto all’emergere di forze politiche legate all’estrema destra.
Per concludere entriamo nel merito della giornata del 9 aprile, e del convegno organizzato da Ordine Studentesco, quasi sicuramente annullato, in seguito alla pressione antifascista che le iniziative degli studenti, ed il lancio della mobilitazione per il 9 ha creato.
Il dato che ci pare più importante è che il 9 aprile, da quando se ne parla in città, è caratterizzato solo ed esclusivamente come giornata del movimento studentesco, privando di fatto Ordine Studentesco di qualsiasi agibilità politica.
Non è un caso che gli studenti abbiano messo tanta forza e capacità politica nel preparare la giornata del 9, giornata che li vedrà scendere in piazza, attraversando la città, e rovesciando nelle strade tutto quel portato di alterità, creatività, rabbia, passione e ribellione, che anche solo sul piano semantico ben si contrappone a formazioni lugubri, che hanno la presunzione di affiancare al mondo studentesco il termine “ordine”, come ultima e disperata reazione all’isolamento a cui sono costretti dopo le grandi prove di forza del movimento studentesco sul finire dell’anno passato.
Di seguito pubblichiamo due contributi, il primo ad opera degli studenti antifascisti, il secondo ad opera dello Spazio Antagonista Occupato Guernica.
Durante questa primavera, come studenti, abbiamo assistito al tentativo di O.rdine S.tudentesco di mettere radici nelle scuole di Modena.
O.S. è la sezione studentesca di un partito fascista e reazionario come “La Destra” guidata da Francesco Storace. Nel corso degli anni, diverse organizzazioni gerarchiche neo fasciste e dell’ultradestra come CasaPound Italia e Forza Nuova, hanno provato a inserirsi nelle dinamiche di lotta delle scuole e degli studenti medi. Nessuno di questi tentativi ha portato a risultati efficaci e duraturi; nonostante l’appoggio delle frange più estremiste di PDL e Lega Nord,e il silenzioso benestare dell’amministrazione comunale del PD, il lavoro dei compagni ma soprattutto la dignità di una città medaglia d’oro della Resistenza, ha impedito a queste formazioni di prendere piede nel territorio cittadino.
Adesso è il momento di O.rdine S.tudentesco. La sua configurazione gerarchica e istituzionale ha permesso l’organizzazione di un convegno nazionale a Modena, fissato per il 9 aprile. O.S. vuole portare all’interno delle scuole di Modena un ambiente che nemmeno si avvicina alle teorie politiche delle classiche destre sociali, ma anzi porta avanti valori di meritocrazia classista, supportando la Riforma Gelmini e scontrandosi nettamente coi sentimenti e con le pretese espresse dalla grande comunità degli studenti medi durante la mobilitazione dell’autunno passato. “Portare ordine nelle scuole del disordine”, cita il documento di presentazione di O.rdine S.tudentesco, disordine causato, secondo loro, solo ed esclusivamente dalla rabbia e dalla legittima pretesa di una scuola migliore avanzata attraverso l’autorganizzazione studentesca e i collettivi interni alle scuole che ha poi portato alla giornata campale del 14 Dicembre. Questi pseudo-fascisti in doppiopetto vogliono un disciplinamento e un’organizzazione paramilitare delle scuole, riducendo l’ambiente a un puro e semplice sistema classista, razzista, sessista, xenofobo.
In risposta al convegno nazionale convocato nella nostra città per il 9 aprile, il C.oordinamento S.tudenti M.edi M.odenesi ha deciso di indire una giornata di mobilitazione antifascista. Una giornata, e non un corteo o un presidio soltanto; una giornata che porti questi personaggi a pensare che forse Modena non è l’ambiente ideale per il loro sviluppo e la loro crescita. Alla giornata, parteciperanno tutte le realtà politiche antifasciste modenesi, perché l’antifascismo è un valore fondante di questa società e nell’antifascismo bisogna trovare la comunità di intenti necessaria per respingere tutti coloro che fanno della gerarchizzazione sociale un loro cavallo di battaglia.
C.oordinamento S.tudenti M.edi M.odenesi
Viviamo in un tempo in cui il fascismo è presente in maniera diffusa all’interno della società in quanto è riuscito a nascondere i loro stereotipi portando le tematiche ad un livello di dibattito molto esteso e riuscendo spesso a nascondersi dietro facciate democratiche.
Il fascista oggi non è più identificabile solo con lo skinhead che picchia l’emarginato di turno, che canta “faccetta nera” o che fa il saluto romano, ma è spesso inserito all’interno delle istituzioni, in giacca e cravatta, e si riempie la bocca di parole quali “libertà” e “democrazia”.
Mediante questo passaggio sono riusciti a sdoganare molti dei temi che da sempre li contraddistinguono e portarli ad un livello di dibattito che spesso investe anche forze appartenenti alla galassia della sinistra riformista. Basti pensare alle affermazioni sempre più diffuse sul tema dell’immigrazione, o ai concetti di “sicurezza” o “legalità” che si ispirano a quei temi che i fascisti portano avanti come l’ordine, l’odio per il diverso, il nazionalismo e la superiorità della “razza” bianca.
La società odierna è attraversata dal razzismo che si esplicita in moltissimi modi . Il concetto del più forte che schiaccia il più debole non solo è sdoganato ma spesso assunto come modo d’agire giustificato da diverse forze politiche.
In questo contesto occorre fare una analisi approfondita da parte delle forze antifasciste in quanto i metodi che, da sempre, sono stati messi in campo ora spesso sono inadeguati o addirittura controproducenti; non ci si può più affidare solo all’antifascismo militante, che rimane comunque un valido metodo di lotta, ma bisogna cercare di scardinare dal basso le tesi che vengono portate avanti smascherando quelle che sono le logiche xenofobe che vi sono dietro.
Da un lato occorre contrastare quelle che sono le logiche fasciste presenti all’interno della società andando a combattere le teorie legalitarie e securitarie, dimostrando che sono politiche che mirano soltanto a creare odio e a dividere gli sfruttati puntando tutto sulla guerra tra poveri agevolando i potenti a mantenere o implementare il livello di sfruttamento. D’altra parte portare avanti lotte che all’apparenza non sono direttamente antifasciste, ma che nella sostanza contrastano l’attacco nei confronti dei più deboli, andando a riscoprire tematiche quali la solidarietà, la lotta per un mondo diverso e l’unione tra gli sfruttati per inserire nella società quegli indispensabili anticorpi. La pratica antifascista deve essere quotidiana e attuata in diversi campi come la lotta alle leggi razziste come la Bossi-Fini e tutto ciò che da essa deriva, la riappropriazione di reddito come pratica diffusa o la conquista di spazi di socialità e di lotta liberati dalla xenofobia della quale la nostra società è impregnata.
Proprio la conquista di uno spazio sociale deve essere intesa anche come battaglia antifascista in quanto è indispensabile oggi avere luoghi dove creare rapporti tra le persone che siano completamente liberi da diseguaglianze, gerarchie e sfruttamento. Creare quella coscienza collettiva costruita dal basso, che può avere nello spazio sociale la sua culla ma immediatamente ne deve uscire per essere diffusa su tutto il territorio, in maniera capillare e quotidiana mediante la creazione o il supporto di lotte che hanno come fine l’abbattimento di ogni forma di sfruttamento.
Portare avanti la lotta antifascista oggi è ancora più importante di un tempo in quanto l’attacco che essi portano è totale, investe ogni luogo di lavoro o di socialità riuscendo a schiacciare sempre più gli sfruttati .Quindi anche la nostra risposta deve essere portata ad un livello alto andando a colpire tutte le forme in cui essi si presentano, in maniera continuativa, usando l’autorganizzazione come metodo di lotta per riprenderci ciò che ci vorrebbero negare.
SPAZIO ANTAGONISTA OCCUPATO GUERNICA
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