
#LottoMarzo: audio, foto e aggiornamenti dalle piazze
Anche l’Italia, attraverso la rete nazionale Non Una di Meno, ha raccolto l’appello allo sciopero, che dopo le moltissime iniziative di avvicinamento dei giorni scorsi, oggi si traduce in decine di cortei, presidi e iniziative lungo tutta la penisola al grido di “Se le nostre vite non valgono, non produciamo”: una giornata in cui sperimentare forme di blocco del lavoro produttivo e riproduttivo, uno sciopero dei generi e dai generi contro violenza e sfruttamento.
La mobilitazione si concentrerà soprattutto nel tardo pomeriggio con cortei che attraverseranno le strade di tutte le principali città, ma in molte parti d’Italia lo sciopero è iniziato già dalla mattina. Di seguito proponiamo un primo resoconto, in aggiornamento lungo la giornata, delle iniziative della mattinata.
L’hashtag internazionale lanciato per seguire lo sciopero globale e fare rete è #FeminiSTRIKE; per l’Italia #LottoMarzo e #NoiScioperiamo.
A Roma lo sciopero è partito fin dalla mattina con la convocazione di appuntamenti in diverse parti della città.
Hanno aperto la giornata le ex lavoratrici Almaviva in lotta contri i licenziamenti con un partecipato presidio sotto la sede dell’azienda. Da Radio Blackout un collegamento con via di casal boccone:
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Alle 9 è iniziata la piazza sul tema della formazione alle differenze convocata a piazza San Cosimato per una scuola libera e accessibile a tutt*, contro la legge della “Buona Scuola” e i suoi decreti attuativi. Il presidio si è poi diretto verso la sede del Miur a Trastevere.
Da Radio Blackout il collegamento con Sara della rete romana di Non Una di Meno: {mp3remote}http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/roma-iodecido.mp3{/mp3remote}
Il mondo della formazione è entrato in agitazione anche in Università: alle 10.30 studentesse e studenti si sono radunati al piazzale della Minerva, di fronte a La Sapienza. Dopo il blocco della facoltà di Scienze Politiche è iniziata un’assemblea cui è seguito un corteo interno alla città universitaria. Il collegamento dalla Sapienza con Arianna (da Radio Blackout):
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Sempre durante la mattinata circa cinquecento persone si sono radunate sotto gli uffici della Regione Lazio per la Piazza della Salute, dell’Autodeterminazione e del Lavoro per chiedere centri antiviolenza dal basso in ogni municipio, ospedali pubblici liberi dall’obiezione di coscienza e un welfare a tutela di tutt*.
Alle ore 16 le tante donne migranti e italiane del Movimento per il diritto all’abitare si sono ritrovate sotto l’assessorato alle politiche sociali per protestare contro la delibera sulle residenze fittizie dell’assessore Baldassarre gridando “Non siamo fragili siamo arrabbiate!”. Dopo un’ora il presidio è stato raggiunto dagli studenti e le studentesse della Sapienza ed in corteo hanno bloccato via Labicana per raggiungere il concentramento della manifestazione cittadina “Non una di meno” al Colosseo.
È proprio dal Colosseo, infatti, che è partita la “marea” romana. Alle 17h un enorme serpentone di decine di migliaia di manifestanti si è lanciato per le strade delle capitale diretto a Trastevere. Sotto l’insegna del nero e del fucsia il corteo si è ingrossato fino a raggiungere le 20’000 persone. Al centro delle rivendicazioni spazi sociali e spazi per le donne, in particolare i centri anti-violenza in stato critico nel Lazio.
Anche a Pisa mattinata di iniziative dislocate per la città che confluiranno nel corteo pomeridiano con partenza alle 17 da piazza Sant’Antonio. Dalle 7 le lavoratrici delle pulizie dell’ospedale – in lotta già da diversi giorni contro le condizioni lavorative imposte dall’azienda Sodexo – hanno dato vita a blocchi stradali di fronte all’ospedale Cisanello, bloccando il raccordo che collega la città alla superstrada. Dopo i blocchi lavoratrici e solidali si sono diretti agli uffici della direzione aziendale ospedaliera. Il collegamento con Concetta, lavoratrice Sodexo (da Radio Blackout):
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Azioni ed assemblee si sono tenute anche nelle scuole superiori, mentre dalla mattina fino al primo pomeriggio proseguono le iniziative sul tema della violenza e dell’accesso ai servizi per le donne, dalla salute riproduttiva al rifiuto dell’obiezione di coscienza. È in particolare l’ospedale Santa Chiara e i suoi medici obiettori che sono stati presi di mira dai manifestanti con un’azione di disturbo durante la mattinata
Nel pomeriggio appuntamento a Piazza Sant’Atonio da dove è partito un corteo di oltre duemila persone. Durante il percorso di “colpiti” simbolicamente diversi obiettivi in città, a riprova che l’oppressione femminile ha spesso nomi e indirizzi oltre che essere derivante da responsabilità ben precise. Sono in particolare un Centro per l’impiego, fabbrica di precarietà che vede molto spesso vittime le donne e una farmacia di obiettori in Corso Italia che sono stati segnalati con striscioni e cartelli. Al termine del corteo in via Garibaldi 192 è stato occupato uno stabile del comune abbandonato da anni: sarà casa di donne in emergenza abitativa e spazio di organizzazione per continuare questo 8 marzo di lotta.
A Torino studentesse, studenti, ricercatrici e lavoratrici dei servizi universitari si sono radunati al Campus universitario Luigi Einaudi dando vita a una serie di iniziative all’interno della struttura: blocchi delle lezioni, interventi nelle aule, corteo interno e affissioni di grafiche, pranzo sociale. Contemporaneamente nella centrale piazza Vittorio un gruppo di donne della rete cittadina Non Una di Meno ha segnalato e sanzionato una farmacia di obiettori che non vende la pillola del giorno dopo: la facciata del negozio è stata ricoperta di manifesti contro l’obiezione e per la libera scelta delle donne. In seguito i due gruppi si sono uniti nei pressi dell’Università organizzando un blocco stradale in Corso Regina. Sempre durante la mattinata si è tenuto anche un presidio sotto la sede del centro commerciale Auchan per denunciare la situazione di un gruppo di lavoratrici ricattate con la richiesta di trasferimenti e licenziate.
Alle 15:00 un corteo studentesco composto da diverse centinaia di giovani è partito da Palazzo nuovo per raggiungere il concentramento a Porta Susa. Slogan e cartelli, segnalato il patetico monumento che celebra i 150 anni de La Stampa in Piazza castello, sottolineando il ruolo dei media nella perpetuazione di stereotipi di genere e narrazioni deresponsabilizzanti dei femminicidi, spesso presentati come raptus di follia. Da segnalare, davanti al rettorato, una scandalosa provocazione poliziesca con due agenti che hanno provato a prelevare un giovane manifestante senza alcun motivo. Dopo una breve colluttazione i poliziotti sono stati cacciati via dal corteo
Alle 16:00 corteo cittadino fino alla Gran madre traversando tutto il centro città. Presenti associazioni e collettivi femministi, donne notav, liceali e occupanti di case. Dal palco si è sottolineato più volte il carattere spontaneo e dal basso del percorso Non una di meno, nato dal protagonismo delle donne in totale autonomia senza cappelli anzi spesso remando contro partiti e grandi sindacati. Quasi 5’000 le persone in piazza.
Anche in Valle di Susa le donne No Tav si sono ritrovate alle 11.30 al cancello di Chiomonte per dare vita a una giornata di lotta e di sciopero con un pranzo condiviso alla Colombera cui seguità una passeggiata verso l’area archeologica devastata dal cantiere della grande opera inutile del Tav.
A Bologna, dove nei giorni scorsi è stata occupata la Consultoria Transfemminista Queer, dalla mattina in circa 2000 – tra cui lavoratrici di moltissimi settori – si sono radunat* sotto Palazzo d’Accursio, sede del Comune nel centro della città. Docenti in sciopero di scuole e università hanno dato vita anche a lezioni in piazza. Alle 18 partito il corteo notturno e rumoroso con cacerolazo da Piazza Maggiore a Piazza dell’Unità. Diversi blocchi del traffico durante il percorso.
A Milano la mattinata di lotta è stata aperta da un partecipato corteo studentesco e delle lavoratrici che è partito da Largo Cairoli per dirigersi verso la sede della Regione Lombardia. In diverse scuole milanesi era stato inoltro convocato lo sciopero della didattica è la mattinata è stata dedicata ad assemblee di istituto sul tema della violenza sulle donne e la violenza di genere. Anche l’obiezione di coscienza è stata al centro delle iniziative della prima parte della giornata con un presidio sotto il Palazzo Lombardia e all’ospedale Niguarda che conta 14 medici obiettori su 20.
Il corteo cittadino serale è partito dal grattacielo Pirelli per terminare a Porta Venezia, con concentramenti già nel pomeriggio per partire da altre zone della città e raggiungere il concentramento. Decine di migliaia le persone in piazza, anche qui un serpentone ha colorato di nero e fuscsia le arterie delle metropoli, rinominando, lettralmente, strade e piazze durante il percorso.
A Brescia circa 600 studentesse, studenti e lavoratrici e lavoratori in sciopero si sono mossi in corteo da piazza Garibaldi attraverso le vie del centro fino a raggiungere piazza della Loggia, dove la manifestazione si è conclusa con interventi e l’incontro con La casa delle donne in Piazza Rovetta. Alle 18 una seconda manifestazione cittadina è partita da piazza della Loggia al grido di “Riprendiamoci la città! Ci riprendiamo le strade, con i nostri corpi, i nostri desideri e i nostri bisogni. Perchè le strade sicure le fanno le persone che le attraversano!”. Più di duemila le persone in piazza.
Anche a Bari corteo con una forte presenza studentesca. A Napoli prima del corteo notturno cittadino, che ha radunato miglia di persone, un presidio di donne che contestava la presenza di Salvini nella città partenopea è stato caricato dall polizia.
A Palermo nella mattina, una cinquantina di studentesse hanno bloccato le lezioni di scienze politiche e lettere per affrontare, anche insieme ai docenti che avrebbero dovuto tenere le lezioni, il tema della violenza maschile sulle donne. Questi blocchi di fatto hanno dato vita a dibatti partecipati e coinvolgenti in cui studenti, studentesse e docenti si sono confrontati su argomenti che solitamente non vengono trattati a lezione. Questa pratica è stata utilizzata anche in svariati licei palermitani. Alla fine dei blocchi, sia nelle scuole che all’università sono stati calati degli striscioni con su scritto “se la nostra vita non vale, noi scioperiamo”, che è lo slogan principale della piattaforma non una di meno. Rilanciato l’invito alla partecipazione al corteo cittadino partito alle 17.30 da piazza Verdi.
Cagliari. Dietro lo striscione ‘manc’una de mancu’ (non una di meno) più di mille donne in corteo anche nel capoluogo sardo hanno raggiunto in mattinata piazza del Carmine partendo da viale Buoncammnino. Una manifestazione si è tenuta anche a Nùoro.
A Firenze la giornata è iniziata in mattinata con una vivace protesta davanti agli uffici della Direzione dei Servizi Sociali. A scendere in strada e bloccare il traffico per alcune ore, donne sotto sfratto e abitanti dei quartieri popolari per rivendicare “casa, reddito e dignità”. L’iniziativa di lotta ha
puntato il dito contro le tante fome di violenza istituzionalizzata che oggi il servizio sociale distribuisce sotto forma di umiliazioni, ricatti e colpevolizzazione di chi si rivolge a questo a causa delle difficoltà economiche. L’imposizione della divisione delle famiglie sfrattate nelle strutture di accoglienza, la negazione sistematica di contributi economici, le proposte indecenti di lavori sottopagati: la voce e la rabbia delle donne ha denunciato un sistema basato sulla negazione quotidiana dei propri diritti.
Più di 5000 al corteo cittadino pomeridiano partito da piazza Santissima Annunziata. Durante il percorso molti interventi contro l’obiezione di coscienza, per la libertà di scelta sui propri corpi, contro i tagli ai servizi e lo sfruttamento sul lavoro. Centinaia di donne in piazza anche a Siena, Lucca e Grosseto.
Una grande giornata, un caleidoscopio d’iniziative con mille sfaccettature che ha vinto la sua scommessa… cambiare il segno dell’8 marzo dalla festa alla lotta!
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