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Colombia: il processo di pace va avanti

I colloqui trattano cinque problemi: la fine del conflitto armato; la riforma agraria; le garanzie per l’esercizio dell’opposizione politica e per la partecipazione dei cittadini; il traffico della droga; i diritti delle vittime del  conflitto.

Le FARC hanno subito terribili perdite in campo militare negli ultimi 5 anni.  I loro comandanti- Raul Reyes, Jorge Briceno, Alfonso Cano, sono stati uccisi, mentre altri capi,tra i quali Simon Trinidad sono stati catturati. Hanno però ancora una grande capacità di organizzare degli attacchi e lo hanno dimostrato realmente attaccando e uccidendo 5 soldati (2) dopo che erano iniziati i dialoghi, ma la loro portata  è stata molto ridotta.

Se un certo ottimismo si è fatto strada dopo il primo ciclo di colloqui di pace a Cuba, terminato con un’intesa sui meccanismi di partecipazione della società civile, già sulla questione della terra e dello sviluppo agrario, primo punto nell’agenda del negoziato e vero nodo nevralgico del conflitto, le trattative non si annunciano per nulla facili. Se la guerra, come ricorda ancora Raúl Zibechi, è servita ai latifondisti, in stretto collegamento con il narcotraffico e il paramilitarismo, per accrescere a dismisura il proprio controllo sulla terra (dal 32,6% della superficie agraria nel 1984 al 60,8% nel 2010), oggi, ad ostacolare la realizzazione di una riforma agraria assolutamente imprescindibile per una reale democratizzazione dell’accesso alla terra, si incontrano in prima linea anche le multinazionali minerarie e petrolifere, come pure le imprese dell’agrobusiness impegnate nelle monocolture per l’esportazione.

I risultati sono per ora ravvedibili nella continuazione del processo stesso, reso possibile dall’azione “esterna” del governo venezuelano che s’incarica del difficile ruolo di mediatore tra le parti. Chavez e il suo governo sono infatti molto interessati ad avere un accesso alla costa pacifico a scopi commerciali (di qui la necessità di relazioni più “normali”) e Santos sa di doversi confrontare col successo economico della strategia del Mercosur, che vede muoversi, da oltre un decennio, l’America Latina verso una maggiore autonomia economica e geo-strategica dall’ingombrante vicino nord-americano.

La strada è ancora lunga ma proprio i punti di partenza deboli della trattativa sono motivo di ottimismo riguardo al risultato.

 

Ascolta l’intervista con Cristina Vargas, antropologa colombiana, su processo di pace in Colombia:

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da: Radio Blackout

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