InfoAut
Immagine di copertina per il post

Trump ritira il visto anche al colombiano Petro: troppo filopalestinese e anti-Usa

Alla tribuna dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Gustavo Petro ha scelto ancora una volta di alzare la voce contro quello che definisce l’ordine globale dell’ingiustizia.

da Pagine Esteri

Il presidente colombiano ha centrato il suo intervento su tre questioni che considera vitali per il futuro dell’umanità: il massacro dei palestinesi, la crisi climatica e il fallimento della guerra alla droga.

Petro ha accusato apertamente l’amministrazione statunitense di Donald Trump di essere complice di un genocidio a Gaza. Non si è limitato alle parole: ha proposto la creazione di una forza internazionale approvata dall’Assemblea generale e non dal Consiglio di Sicurezza, con l’obiettivo di proteggere il popolo palestinese e fermare le operazioni militari israeliane. Una posizione che ha confermato la rottura già sancita nel 2024 con lo Stato di Israele, quando Bogotá decise di interrompere le relazioni diplomatiche e di rivedere i contratti pubblici legati alle aziende israeliane.

Non meno duri i passaggi sul cambiamento climatico. Petro ha parlato di “crisi della vita”, sottolineando che l’umanità sta avanzando verso scenari di estinzione se non abbandonerà i combustibili fossili e le logiche predatorie del capitalismo estrattivo. Il presidente ha invitato la comunità internazionale a decarbonizzare le economie e a riformare un sistema finanziario che, a suo giudizio, alimenta disuguaglianze e devastazione ambientale.

Altro tema centrale è stata la guerra alla droga. Petro ha denunciato l’irrazionalità di una politica repressiva che in decenni non ha ridotto il traffico ma ha aggravato la violenza e la distruzione ambientale, soprattutto in Amazzonia. Ha chiesto un cambiamento radicale di approccio, che guardi alle cause sociali ed economiche della dipendenza e del narcotraffico invece di limitarsi alla repressione militare.

Le sue parole hanno avuto anche una dimensione polemica diretta: Petro ha domandato l’apertura di indagini internazionali contro Donald Trump e alti funzionari statunitensi per gli attacchi navali nel Mar dei Caraibi, nei quali sarebbero morti giovani poveri accusati di traffico di droga. Ha denunciato quegli episodi come crimini contro persone che non erano grandi capi del narcotraffico, ma vittime della povertà.

Il discorso ha suscitato immediate reazioni. Da Washington è arrivata una replica durissima: il Dipartimento di Stato ha annunciato la revoca del visto al presidente colombiano, accusandolo di “azioni sconsiderate” durante una manifestazione filopalestinese a New York. Un segnale che mostra quanto le parole di Petro abbiano colpito nervi scoperti nelle relazioni bilaterali.

L’intervento di Petro all’ONU rappresenta la voce necessaria di un Sud globale che rifiuta di piegarsi a un sistema costruito sulle disuguaglianze. Petro è consapevole delle conseguenze, ma non arretra.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ASSEDIO DI GAZAcolombiagenocidioguerra alla drogaOnupalestinaPetrostati unititrump

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il grande reggimento cinese dell’esercito globale dei gig-workers

200 milioni di precari tra industria e servizi, ma soprattutto giovani che rifiutano il mito del lavoro

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: la destra bolsonarista dietro la strage nelle favelas, Lula in difficoltà

Il 28 ottobre scorso circa 140 persone, di cui 4 agenti, sono state uccise e un centinaio sono state arrestate nel corso di un assalto condotto da 2500 membri della Polizia Civile e della Polizia Militare brasiliane

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bolivia: La ex presidente golpista Jeanine Áñez è liberata per ordine del TSJ

Durante il suo governo di fatto, la Áñez ha emanato il decreto supremo 4.078, che esentò dalle responsabilità i militari e i poliziotti che attuarono i massacri di Senkata e Sacaba, nei quali furono assassinate 36 persone.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Youtube ha cancellato silenziosamente oltre 700 video che documentano le violazioni dei diritti umani da parte di Israele

Il gigante della tecnologia ha cancellato i canali YouTube di tre importanti gruppi palestinesi per i diritti umani, una capitolazione alle sanzioni di Trump.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ucraina: logoramento militare sul fronte orientale, esodo di giovani sul fronte interno

La situazione sul campo in Ucraina è sempre più difficile per le truppe di Kiev.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Venezuela: la strategia Trump del “cortile di casa”

Le dichiarazioni di Trump delle ultime settimane sono molte e contraddittorie rispetto alle azioni da intraprendere nei confronti del Sud America in particolare al largo del Venezuela

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un “pericoloso comunista” sindaco di New York… E vai!

Riprendiamo questo articolo apparso su Il Pungolo Rosso sulla elezione di Mamdani a sindaco di New York. Il contenuto ci pare largamente condivisibile in diversi punti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sudan. Dopo il Darfur le RSF puntano al Kordofan, proseguono i massacri

Il Sudan continua a precipitare in una spirale di violenza che sembra non avere fine.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

NYC: la vittoria di Mamdani

La vittoria del candidato sindaco democratico Mamdani è stata in prima pagina su tutti i giornali nostrani sia ieri che oggi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Se la Cina ha vinto

Se l’obiettivo di un titolo apodittico come “La Cina ha vinto” è convincere il lettore della validità della propria tesi, Alessandro Aresu vi riesce pienamente.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il Segretario di tutte le guerre

a visione che Hegseth porta dentro l’amministrazione Trump è quella di un’America che può tornare «grande» solo riconoscendo la guerra come sua condizione naturale.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Cosa aspettarsi dal vertice mondiale sui cambiamenti climatici

Con il ritiro degli Stati Uniti e la cautela della Cina, la conferenza in Brasile metterà alla prova la capacità del mondo di rispettare l’Accordo di Parigi e gli obiettivi finanziari

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Quando fallirà la promessa gialla?

Da Balfour a Trump, dal distintivo giallo alla linea gialla, la stessa storia si ripete in un unico colore, un colore che macchia le mappe e dipinge sia la geografia che la memoria.