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Blocchi e cariche contro i NoTap [Aggiornato 29-03]

L’intervista realizzata da Radio Blackout a Gianluca del Comitato No Tap

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28 Marzo. Da stamattina all’alba circa 300 manifestanti presidiano il cantiere per bloccare l’espianto dei 211 ulivi, cominciato il 17 marzo e interrotto il 21 in attesa di una risposta dal Ministero dell’Ambiente, interpellato dalla Prefettura di Lecce dopo le pressioni raggiunte con le proteste.
La risposta è arrivata ed è conforme a quella del Consiglio di Stato: via libera all’iter per la realizzazione del Gasdotto.
Nel frattempo continua ad andare avanti la protesta passando per momenti di alta tensione con le forze dell’ordine che hanno preso di peso i manifestanti per permettere l’accesso ai lavoratori del cantiere.
Raggiunto l’apice verso le 13 con due violente cariche ai danni dei manifestanti che stavano bloccando pacificamente i cancelli per impedire l’uscita dei mezzi con a bordo i primi ulivi secolari eradicati. Sgomberata parte del blocco popolare all’ingresso del cantiere per consentire l’allontanamento delle autovetture scortate dalle forze di polizia con caschi, scudi e manganelli alla mano. Dopo le due cariche un manifestante, Ippazio Luceri di anni 65, è stato soccorso da un’ambulanza in seguito a un malore dovuto alle manganellate.
Il Consiglio di Stato ha respinto ieri il ricorso della regione Puglia e del comune di Melendugno giudicando legittima la costruzione del gasdotto che porterà in Italia il gas dall’Azerbaijan.
Sulla questione si è espressa anche la viceministra allo Sviluppo Teresa Bellanova con queste parole: “La Regione ha avuto tutte le possibilità di partecipare e di esprimere le proprie opinioni, se nella conferenza di servizi decisoria non si è espressa un’opinione chiara in contrapposizione al sito che era stato individuato, non si può pensare di rimettere in discussione un progetto”. Un modo per dire che gli interessi delle multinazionali non vanno danneggiati e, protetti dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, non mostrano scrupoli nel cacciare chi il territorio lo vive ogni giorno. Questo progetto non risponde che a logiche di profitto, lontane dagli interessi della popolazione e di chi ha a cuore il proprio territorio e lotta per esso.
Nonostante le risposte ricevute dagli organi “competenti” i manifestanti, inermi, non fanno un solo passo indietro e continuano ad aumentare nel corso della giornata riaffermando la propria presa di posizione contro lo sfruttamento dei territori, di cui il TAP è un chiaro esempio.

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