È stato sgomberato il picchetto operaio di fronte al magazzino della CONOR di Bologna, attivo da metà mattinata, dopo che da differenti fonti erano emerse prospettive inaccettabili per i lavoratori dell'azienda, i cui diritti venivano messi fortemente in discussione.
Il picchetto era stato organizzato in relazione alla situazione del magazzino della CONOR di Via Delle Viti a Bologna, gestito da una cooperativa interna alla Legacoop in cui già in passato vi furono momenti di tensione tra padronato e lavoratori.
Il picchetto si è caratterizzato contro i licenziamenti politici e pregiudiziali degli iscritti al sindacato, infatti all'attuale si rischia che tutti i lavoratori iscritti al Si Cobas siano lasciati a casa entro fine mese.
Ciò a causa dello spostamento delle lavorazioni e della disdetta dell'attuale fornitore Alice (sempre in quota Legacoop). In contemporanea però la stessa committenza, ovvero CONOR, ha assunto direttamente altri lavoratori.
Come al solito, una crisi aziendale è messa in scena per mascherare la volontà di effettuare tagli al personale 'scomodo'.
Vergognose le modalità di quanto avvenuto: i lavoratori durante il corso di una assemblea sindacale legittimamente convocata, che si stava tramutando in sciopero, hanno trovato davanti al cancello le forze dell'ordine in numeroso dispiegamento, arrivate con l'obiettivo di provocare i lavoratori, e non solo.
Durante lo sgombero sono infatti stati arrestati due dei sindacalisti SI COBAS presenti al picchetto. I manifestanti si sono poi diretti verso la Questura di Bologna per effettuare un nuovo momento di presidio e chiedere l'immediata liberazione dei due, arrivata poco dopo, ma il tentativo provocatorio segna un precedente che dovrà essere respinto e rispedito al mittente.
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