InfoAut
Immagine di copertina per il post

TAV: Grosso guaio a Salbertrand

||||

La sgangherata macchina della Torino Lione è già impantanata prima ancora di partire. Tutto bloccato a Salbertrand, fulcro del progetto. Succede così. Politica e media passano l’estate a cantare in coro che “ormai il TAV si fa…”. Poi, tutto di un tratto, i cartoni della scenografia crollano e dietro si scopre solo una montagna di chiacchiere.

Questa mattina nientepopodimeno che una Top News su La Stampa: articolo e video con dovizia di particolari. L’area dove dovrebbe sorgere la fabbrica dei conci per il tunnel di base è stata sequestrata dalla Guardia di finanza. Ma questa è una storia lunga che noi conosciamo molto bene. Ecco come stanno le cose.

Salbertrand sarebbe il sito scelto dal progetto TAV per la lavorazione del materiale di scavo del Tunnel di Base in Italia. Un’immensa area di oltre 120.000 metri quadrati, con un fronte continuo di capannoni lungo 1 km e alti 25-28 metri, dove arriveranno centinaia di migliaia di camion colmi di detriti da frantumare in nuvole di polvere. Un inferno dantesco che vorrebbero imporre nel bel mezzo della candida Alta Valle dello Sci Olimpico, con tutte le sue nefaste conseguenze sull’economia turistica, oltre che sulla salute, l’ambiente, la qualità della vita e le casse dello Stato.

Peccato che l’area non sia libera. 200.000 metri cubi di “materiali” (non meglio precisati…) occupano l’area. Tra questi una parte contaminata da amianto. Una grana colossale rimasta irrisolta da oltre dieci anni. E che al momento non ha alcuna ipotesi di soluzione. Uno stallo perfetto che rischia di bloccare sine die l’arrivo del cantiere industriale. Quindi potremmo dire no Salbertrand, no party. O meglio no TAV. Addio cronoprogramma della Torino Lione, sul quale il ritardo accumulato è già imbarazzante (basti pensare che i lavori avrebbero dovuto partire 2 anni fa…).

Per non parlare del rischio di esondazione: tutto il cantiere è in zona esondabile (la Dora la invase nel 1957). Infatti, nel progetto, i fabbricati non possono essere completamente chiusi per consentire il transito delle acque… e della polvere!

E inoltre che dire dei soggetti in qualche maniera coinvolti (anche se non indagati) nell’ultimo scandalo? La parte dei terreni appena sequestrata dalla GDF appartiene a Itinera spa (Gruppo Gavio), che ce l’ha in concessione fino al 2024 ed è accusata dai finanzieri di non aver svolto le bonifiche sui materiali pericolosi che dovevano essere terminate anni fa.  Questo campione di ambientalismo, cosi scrupoloso nel rispetto delle leggi di salvaguardia del paesaggio, è una delle imprese a cui è già stata affidata… parte del progetto tav, ovvero lo svincolo autostradale di Chiomonte.

Insomma, mentre TELT dice ai valsusini “circolate qui non c’è nulla da vedere”  mette la valle nelle mani di costruttori già coinvolti in scandali ambientali.

Al di là di una sfacciataggine che non smette mai di stupirci, questa volta i Signori del TAV si sono fregati da soli. Salbertrand era la migliore delle scelte per inchiodare la Torino Lione e ora rischia di tramutarsi nel peggiore dei loro incubi. Infatti pare che, da alcune settimane, i funzionari di Telt siano molto molto nervosi…

L’imbroglio del TAV continua a perdere pezzi ma purtroppo impegna ancora miliardi di euro. Risorse che oggi sarebbero utili per bonificare e riconvertire siti inquinati, come l’ILVA di Taranto. Il Movimento NO TAV lo dice da sempre.

Da notav.info

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

no tavSalbertrandsmarino

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Campeggio di lotta No Tav

Dal 18 al 21 luglio ci troveremo in Val di Susa per un campeggio di lotta giovanile per ribadire la nostra opposizione trentennale a un progetto inutile e dannoso che oggi si va configurando sempre più nella sua brutalità.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Vicenza: in mille in strada per difendere i boschi dal TAV

Un migliaio di persone sabato 12 luglio hanno partecipato alla manifestazione per la difesa del bosco di Ca’ Alte e della città, dopo lo sgombero dell’area lungo l’argine avvenuto nei giorni precedenti. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Top 10 dei giganti dell’agribusiness: la concentrazione delle corporations del food & farming nel 2025

La pubblicazione del 2022 dell’ ETC Group “Food Barons” ha messo in luce la crescente concentrazione del potere delle multinazionali nel sistema alimentare industriale.1  di ETC Group & GRAIN, da ECOR Network Ha documentato l’aumento di fusioni e acquisizioni, la crescente influenza del capitale finanziario e la penetrazione della digitalizzazione e di altre tecnologie dirompenti […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ambiente: sabotati i cantieri del parco eolico industriale del Mugello

La procura apre un’inchiesta. “Siamo montagna”: la lotta non si ferma.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il TAV arriva nel cuore di Vicenza, ma la resistenza salva (per ora) il Bosco di Ca’ Alte

Alle prime luci dell’alba (di ieri ndr), un centinaio di poliziotti in assetto antisommossa hanno circondato il Bosco di Ca’ Alte.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ostuni Climate Camp 2025: 17-20 luglio

La Campagna nazionale “Per il clima, fuori dal fossile” e le associazioni riunite nel Coordinamento “Nucleare mai più” organizzano CAMP NO FOX NO NUKE OSTUNI 17- 20 LUGLIO 2025 Campeggio Cala dei Ginepri- Costa Merlata Masseria Refrigerio Appuntamento che riteniamo importante per fare sintesi delle lotte svolte in questi anni e rilanciarle con maggiore forza […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Bloccata la rotta del rame in Perù: minatori informali contro il governo

Una protesta condotta venerdì 4 luglio dai minatori informali nella regione peruviana di Cusco sta paralizzando uno dei principali corridoi del rame del Paese, fondamentale per le attività delle multinazionali minerarie MMG, Glencore e Hudbay.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sotto sgombero i boschi liberati di Vicenza: partito il presidio permanente

Era il mese di maggio 2024 quando, moltissim* attivisti e attiviste, difesero strenuamente oltre 33 mila metri quadrati di aree boschive destinate a diventare due enormi piazzali di cemento a causa del progetto Tav che vede coinvolto il comune di Vicenza.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Guerra o Clima?”: Extinction Rebellion sulle colonne e le statue del comune di Torino chiede l’interruzione dei rapporti con Israele

Extinction Rebellion ha vestito le statue all’ingresso del Comune di Torino con dei gilet con i colori della Palestina, arrampicandosi sulle colonne e appendendo uno striscione con scritto: “Torino 2030: Clima o Guerra?”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

VAL DI SUSA ALLE PRESE CON ALLUVIONI, DISSESTO IDROGEOLOGICO E…PROCLAMI DECENNALI PER LA REALIZZAZIONE DEL TAV

Pubblichiamo questo articolo uscito su Radio Onda D’urto: La piemontese Val di Susa è stata colpita in questi giorni da pesanti alluvioni – soprattutto in alta Valle – che hanno provocato il crollo di ponti, l’esondazione di torrenti, la chiusura di statali e la morte di un uomo a Bardonecchia. “La colata detritico-fangosa” avvenuta due […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Alta Felicità 2025: tre giorni di lotta, cultura e partecipazione popolare!

Un’occasione in cui la musica, l’approfondimento politico e la convivialità si intrecciano per dare spazio a pratiche di resistenza, solidarietà e immaginare alternative concrete.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Prosegue l’attacco al movimento No Tav: altre 10 condanne per chi resiste alla devastazione ambientale

Ieri, 14 luglio, il Tribunale di Torino ha emesso pesanti condanne che vanno dagli 11 mesi ai due anni, oltre alla richiesta di risarcimento per le parti civili e per la violazione della zona rossa, per dieci attivisti del movimento No TAV per la giornata di lotta del 24 luglio 2020.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Raccolta solidale per spese legali maxi-processo No Tav

Nel 2011 la popolazione valsusina fu in grado di costruire una mobilitazione territoriale e nazionale contro l’apertura del cantiere dell’alta velocità a Chiomonte.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sentenza Sovrano: lacrime amare per i nemici del movimento No Tav

Nella giornata di ieri è stata depositata la sentenza di primo grado del processo “Sovrano” che ha visto 16 militanti del Centro Sociale Askatasuna, del Movimento No Tav e dello Spazio Popolare Neruda accusati del reato di associazione a delinquere.