Ieri oltre 1500 abitanti del Canavese sono scesi in piazza contro l'eventualità della costruzione del Deposito Unico Nazionale di scorie nucleari nel comune di Mazzé.
Una manifestazione popolare molto partecipata che sottolinea la volontà del territorio di rifiutare il progetto.
L'area interessata, di circa 150 ettari, potrebbe essere espropriata devastando campi coltivati e alcune cascine abitate per far posto e cemento, asfalto e scorie radioattive. L'azienda Sogin, incaricata del progetto, ha rilevato questo sito tra altri 67 nel territorio nazionale ma non ha tenuto conto dell'idoneità e della distanza di sicurezza dai centri abitati: il terreno ha fondo ghiaioso anziché argilloso (quindi permeabile) e le prime abitazioni sorgono a meno di 2 km dall'area designata. Inoltre questo deposito ospiterebbe scorie di bassa, media e alta intensità per le quali servirebbero trattamenti speciali come lo stoccaggio a 400m di profondità e una distanza di molti km dai centri urbani; questo Sogin non lo permetterebbe poiché lo ha definito "deposito temporaneo", quindi privo di molte misure di sicurezza assolutamente necessarie.
Il corteo è stato attraversato da giovani e meno giovani, scolaresche, agricoltori e istituzioni locali.
Una prima risposta popolare, in un territorio già ampiamente devastato e infrastrutturato che non può accettare un'ulteriore imposizione che mette a rischio la vita, la salute e il reddito di chi vive nei comuni circostanti all'area.
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