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Il Governo preme per una maggiore invasività di Equitalia sulle nostre vite

La motivazione ufficiale è quella da un lato della difficoltà di riscossione da parte dell’ Ente e una fisiologica diminuzione degli incassi negli ultimi anni, dall’altro la disparità tra i poteri degli istituti bancari e Equitalia stessa, in quanto i primi hanno possibilità di pignoramento sulle prime case, per fare un esempio.
E’ chiara la tendenza di attacco a chi non riesce a sostenere i costi in questo periodo di crisi e recessione che diviene permanente, rendendo impossibile agli indebitati di organizzarsi e, ironia della sorte, divenire utili alla società anche se la si guardasse da un punto di vista ordo-liberale. In poche parole, utili solo se pagano pur non rientrando nei meccanismi ri-produttivi del sociale.

Se da un lato difatti il Governo si spende propagandisticamente con i proclami su prossimi passaggi di detassazione, che peraltro hanno ricadute drastiche sugli enti locali, dall’altro preme l’acceleratore per inasprire le forme di controllo amministrativo sulle tasche di persone impoverite: in questo senso è da segnalare anche la stretta sulle richieste di rateizzazione dei pagamenti, che dovrebbero avvenire in maniera ancora più celere e ravvicinata di quanto fatto sinora
.
Insomma, le vie di uscita imposte dal Governo con beneplacito trasversale anche delle presunte opposizioni, da componenti grilline a quelle berlusconiane, sono l’acuire della pressione complessiva esercitata dagli enti statali sui contribuenti.
Come dire, se le banche hanno possibilità di pignorare e rovinare le vite degli individui, l’intervento dello Stato è consentire a Equitalia di poterlo fare ancor di più, facendo saltare quei pochi steccati che rendono appena dissimile l’interesse pubblico a quello privato.

Inoltre, se un tale disegno di legge andasse in porto nei termini auspicati, è da capire quanto la possibilità di Equitalia di insinuarsi nel merito delle azioni finanziarie che compiamo quotidianamente possa essere tollerata o, come auspicabile, considerata una forma restrittiva tout court delle libertà personali, e in quanto tale agita come campo di lotta da non lasciare alla demagogia delle destre.

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