InfoAut
Immagine di copertina per il post

Varoufakis: Il Finto Successo del “Salvataggio” Irlandese


Contrariamente al senso comune, l’Irlanda non è mai stata “salvata” e, per di più, non è neanche lontanamente sfuggita alla prigione del debito in cui era stata confinata dal suo, presunto, “salvataggio”.
Dopo lo scoppio della bolla del mercato immobiliare, a seguito della crisi creditizia post-2008, la Banca Centrale Europea ha richiesto al governo di spostare le perdite delle cinque banche irlandesi, del valore di € 60 miliardi, sulle spalle dei contribuenti. Di cittadini che non avevano né il dovere morale né l’obbligo giuridico di portare questo carico. Perché? Al fine di proteggere il fragile sistema bancario tedesco dalle ripercussioni delle grosse perdite che avrebbe subito. Gli Irlandese se la sono presa con il loro governo e ne hanno eletto un altro che, tuttavia, ha considerato come sua priorità la piena attuazione del programma di austerità selvaggia conseguente agli enormi prestiti che il governo aveva accettato al fine di rimborsare le perdite delle banche. Il risultato è stata una spirale catastrofica per l’economia sociale dell’Irlanda e per la sua gente.

Ma ora i giornali e i media si riempiono la bocca della ‘buona notizia’ che questo programma di ‘consolidamento fiscale’ è ‘riuscito’. Che l’Irlanda è tornata sui mercati.  Che abbiamo la prima  prova tangibile che il piano di salvataggio ha funzionato.  Che l’Irlanda è in procinto di riconquistare la sua sovranità e gli Irlandesi possono, di nuovo, guardare negli occhi con orgoglio i Tedeschi, i Francesi, gli Olandesi, pienamente restituiti alla terra dei popoli liberi e meritevoli di credito.

Ma ahimè, a quanto posso vedere, tutto ciò che è successo è che,dopo cinque anni di una continua commedia degli errori, la leadership europea ha deciso di dichiarare vittoria, con l’Irlandapromossa a pieni voti a dimostrazione che la combinazione diprestiti di salvataggio e severa austerità funziona davvero. E se questo comporta di dover lesinare sulla verità dei fatti, così sia.

Ma per coloro che non desiderano lesinare sulla verità, diamo un’occhiata ad alcuni numeri:

Numero di persone occupate: Ridotto del 12,8% dal  gennaio  2008

Disoccupati: Aumentati, dai 107.000 del gennaio 2008 ai 296.300 di oggi

Tasso di crescita interna annualizzato: -1,2%

Emigrazione netta: 33 mila ogni anno

Disavanzo pubblico in rapporto al PIL: 7,3%

Debito pubblico: 121% del PIL nel 2013, dal 91,1% nel 2010 e105% nel 2011

Indebitamento delle famiglie: 200% del PIL

Valore degli asset sottostante al debito delle famiglie: -56%dall’inizio della crisi

Mutui in arretrato da più di sei mesi: il 17% di tutti i mutui

Come si può affermare che questa economia costituisca una ‘storia di successo’ e un motivo di celebrazione della fine della spirale di deflazione da debito? Due sono gli argomenti su cui si è costruito il trionfalismo UE.  In primo luogo, le spettacolari prestazioni dell’Irlanda  nelle esportazioni (le esportazioni annuali superano il PIL del paese!). E, dall’altro, il crollo dei  rendimenti dei suoi titoli di Stato a dieci anni a livelli che rendono possibile il ritorno di Dublino sui mercati,  invece che un ritorno al MES per altri  prestiti di “salvataggio” .Cominciamo a smontare queste due grandi storie di successo, a cominciare dalle esportazioni.L’Irlanda è il più grande paradiso fiscale del pianeta. Società come Google e Apple notoriamente riciclano i loro redditi tramite Dublino, in modo da ridurre massicciamente i loro oneri fiscali, mentre rafforzano a livelli ridicolmente fittizi il PIL dell’Irlanda. Chiunque contesti questo deve offrire una spiegazione alternativa del fatto che ciascuno dei dipendenti irlandesi di Google produce 4.800 milioni di € di fatturato ogni anno! Tutto questo significa che le meravigliose statistiche sulle esportazioni non si traducono né in imposte sulle società, né in un numero significativo di posti di lavoro sui quali il governo possa riscuotere imposte sul reddito e imposte indirette in modo da far fronte ai suoi debiti.

Per quanto riguarda i rendimenti dei titoli di Stato, si pone una domanda interessante: perché sono così bassi quando i dati di cui sopra rivelano che l’Irlanda, in considerazione del rallentamento dell’economia interna, rimane assolutamente incapace di rifinanziare il proprio gigantesco debito pubblico? Perché gli investitori in titoli non fanno più il dumping sui titoli di Stato irlandesi (come facevano nel 2011 e fino al giugno del 2012)? La risposta è semplice : perché hanno concluso che la BCE e Berlino non potranno mai consentire il default di Dublino dato il disperato bisogno dell’Europa di sbandierare l’Irlanda come ‘prova’ del fatto che le loro politiche stanno funzionando. Gli investitori, in poche parole, hanno fiducia che la BCE, via OMT di Draghi o altro, troverà il modo di permettere a Dublino di rimborsare le sue obbligazioni, anche se il popolo irlandese e il suo governo restano saldamente incastrati nel carcere del debito.

 

* Autore di Il Minotauro Globale. L’America, le vere origini della crisi e il futuro dell’economia globale, Asterios editore, 2012.

Tradotto da: vocidallestero.blogspot.it

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

crisieurocrisieuropairlanda

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giornata di mobilitazione per il clima e a sostegno della Palestina.

Da Nord a Sud Italia questa mattina lo sciopero climatico lanciato da Fridays For Future ha riempito le piazze di giovani e giovanissimi che hanno ribadito le connessioni stringenti tra la devastazione dei territori e le guerre, rappresentando un forte grido in sostegno alla Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello alla mobilitazione in sostegno alla popolazione di Gaza ed alla resistenza palestinese

Ci appelliamo a tutt3 coloro che vogliono sostenere la resistenza del popolo palestinese per difendere una prospettiva universale di autodeterminazione, uguaglianza, equità e diritti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attacco iraniano a Israele: quali conseguenze per il Libano?

Lo Stato ebraico potrebbe intensificare la lotta contro Hezbollah, ma secondo gli esperti una guerra aperta sul territorio libanese è improbabile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Paese Mapuche: il popolo mapuche convoca una marcia a Temuco contro un megaprogetto elettrico

Viene convocata anche per chiedere la fine della promulgazione e dell’applicazione di leggi che cercano di fronteggiare i genuini processi di rivendicazione territoriale che comunità e Pu lof portano avanti in attesa della ricostruzione e liberazione nazionale mapuche.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Federico II di Napoli: assemblea di massa in solidarietà con il popolo palestinese

Napoli venerdi 12 aprile, h 11.30. Dopo aver impedito al direttore di Repubblica Molinari di portare avanti la sua propaganda guerrafondaia, dopo aver occupato il rettorato, gli studenti della Federico II hanno costretto ad un tavolo il rettore Lorito.  L’aula Conforti della facoltà di Giurisprudenza è stracolma, parliamo almeno di 500 persone.  L’intervento d’apertura da […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le elezioni USA: non solo uno scontro tra un “rimbambito” e un “delinquente”

Dopo il Super Tuesday del 5 marzo, la partita delle primarie presidenziali negli Stati Uniti si è chiusa con lo scontato risultato della vittoria di Biden da un lato e di Trump dall’altro, che quest’estate verranno incoronati quali candidati per la corsa del novembre 2024 nelle Conventions dei rispettivi partiti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: non ci sarà paesaggio dopo la trasformazione

In un recente comunicato, l’Assemblea Comunitaria di Puente Maderas, Municipio de San Blas Atempa, Oaxaca, intitolato significativamente “Non ci sarà paesaggio dopo la trasformazione”, ribadisce il suo rifiuto fondato e il suo impegno di resistenza alla megaopera del Corridoio Interoceanico dell’Istmo di Tehuantepec.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’obiettivo finale di Netanyahu e le ambizioni regionali dell’estrema destra israeliana

Gli eventi degli ultimi giorni suggeriscono che potremmo vedere prendere forma l’obiettivo finale di Israele. Gli obiettivi del governo di estrema destra di Netanyahu non si limitano a Gaza: vuole conquistare tutta la Palestina e iniziare una guerra anche con Hezbollah e l’Iran.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Napoli: cariche alla manifestazione contro il concerto “in onore” dei 75 anni della NATO. 10 gli attivisti feriti

Scontri e feriti alla manifestazione contro la Nato e le politiche di guerra, 10 i manifestanti feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sudamerica: crisi diplomatica dopo l’assalto della polizia ecuadoregna all’ambasciata del Messico a Quito.

Il presidente messicano Obrador ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Ecuador, dopo che la polizia ha fatto irruzione nell’ambasciata messicana a Quito per arrestare l’ex vicepresidente Jorge Glas, legato all’ex presidente Correa, da tempo rifugiatosi in Europa.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La crisi nel centro: la Germania nell’epoca dei torbidi. Intervista a Lorenzo Monfregola

La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il boomerang della transizione energetica mette l’Europa in panne

Una politica climatica temeraria, incurante delle contraddizioni reali derivanti dai cambiamenti occorsi sulla scena mondiale, ha finito per scontentare sia la classe imprenditoriale che i ceti sociali più esposti alle conseguenze della transizione energetica.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Brescia: si leva il malcontento dalla campagna, arriva la protesta dei trattori. Le voci dal “Riscatto Agricolo”

La protesta dei trattori è arrivata anche a Brescia. Presidi in una quindicina di città sotto la sigla “Riscatto agricolo”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I prigionieri repubblicani iniziano 24 ore di sciopero della fame a sostegno dei detenuti palestinesi.

I prigionieri repubblicani di tutta l’Irlanda si apprestano a fare uno sciopero della fame di un giorno, venerdì, a sostegno dei palestinesi attualmente detenuti nelle carceri israeliane.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Israele: crolla il mito dei servizi di intelligence più efficaci del Pianeta

In Palestina dopo 56 anni di occupazione militare, colonizzazione, sterminio di civili e Apartheid in occasione del 50° anniversario della guerra dello Yom Kippur, Hamas reagisce con gli stessi strumenti utilizzati per decenni dagli israeliani per sottometterli.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Gli spettri del debito cinese

In questa estate infuocata, una possibile tempesta (non solo meteorologica) potrebbe abbattersi sul sistema finanziario globale.

Immagine di copertina per il post
Culture

Sinéad O’Connor, cantante irlandese pro-Palestina, muore all’età di 56 anni

O’Connor, conosciuta per il suo successo del 1990 “Nothing Compares 2 U“, era nota anche per il suo attivismo politico ed il suo sostegno alla causa palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tagliare le spese sociali investire su quelle militari: il diktat delle industrie belliche alla Ue

Accrescere la spesa militare, non è sufficiente raggiungere il 2% del Pil per i paesi Nato come deciso nell’ormai lontano 2014, si guarda a contenere la spesa sociale giudicandola in aperto contrasto con gli investimenti in materia di guerra.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ucraina: l’Europarlamento dice sì all’uso dei fondi del PNRR per nuovi armamenti

Oggi, giovedì 1 giugno, il Parlamento europeo in sessione plenaria, a Strasburgo, ha dato via libera con 446 voti a favore, 67 contrari e 112 astenuti alla legge a “sostegno della produzione di munizioni Ue (Asap) per rafforzare la capacità produttiva europea ideata per sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Dalla gestione della crisi al sistema di guerra

In questa decima puntata del Diario della crisi – progetto nato dalla collaborazione tra Effimera, Machina-DeriveApprodi ed El Salto – Stefano Lucarelli riflette sull’inopportuno susseguirsi di crisi che, spiazzando ed eliminando le cause e dunque le possibilità d’intervenire sulle conseguenze di quelle precedenti, fanno sì che gli effetti di queste ultime si accumulino e si […]