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Ci sono tagli buoni

Ha senza alcun dubbio colto nel segno l’iniziativa del Movimento No Tav “Diamoci un taglio!”. Ancor prima d’iniziare è riuscita a mettere in crisi tutto l’apparato politico e militare che si nasconde dentro il non cantiere di Giaglione. Dopo aver contrastato in tutti modi l’avanzare e la presenza di quelle reti il popolo No Tav ha deciso di andare in massa e alla luce del sole, armati di cesoie a tagliare quelle recinzioni che sono solo più il simbolo di un potere in affanno, corrotto e arrogante. In molti hanno provato a dire quale strada abbia inboccato il movimento ora, dimenticandosi che fino ad oggi violenza e militarizzazione stavano solo dall’altra parte di quelle reti. Il movimento non ha imboccato nessuna strada diversa da quella che ha sempre percorso e che oggi ripercorrerà se lo riterrà opportuno.

Zone rosse, km di divieti, mezzi militari sono la risposta a una comunità intera che ha deciso un gesto significativo, incisivo nel solco di tutte le altre mobilitazioni che in 22 anni ha fatto. Certo, la giornata è un pò dopata dal post-Roma, ma sappiamo anche bene che in qualche modo i notav fanno paura, e che quindi bisogna alzare qualche altra rete.

5000 euro al centimentro sono le ragioni che portano il movimento a quelle reti con l’intenzione di tagliarle; incalcolabili sono le ragioni di questa lotta che non si arrende.

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