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USA, l’assoluzione di Zimmerman accende la rabbia in tutto il paese

Il caso Zimmerman aveva già diviso e indignato gli USA al momento dell’uccisione del giovane per la brutalità e l’assurdità della sua morte e per come il caso fu da subito gestito: Trayvon fu infatti assassinato a sangue freddo mentre girava disarmato all’interno della comunità in cui Zimmerman prestava servizio e in cui si erano recentemente verificati alcuni casi di furto. Tanto bastò alla guardia privata per decidere che la presenza di un giovane afroamericano con un cappuccio in testa che si aggirava in una comunità di bianchi rappresentasse una minaccia contro cui sparare. Ma da subito l’agente si appigliò all’impunità raccontando un’altra versione: Zimmerman affermò infatti di essere stato aggredito da Trayvon, facendo dunque leva sulla Stand your ground self-defense law, la legge che permette ad un agente di sparare in caso di minaccia alla propria vita. Una versione alla quale la polizia locale credette, non arrestando Zimmerman per diverse settimane e scatenando la protesta di migliaia di persone che puntarono il dito contro il razzismo che aveva fatto premere il grilletto alla guardia privata.

Ad un anno e mezzo di distanza, nella giornata di sabato una corte è stata chiamata a pronunciare un verdetto sul caso Zimmerman, sul quale pendevano accuse di omicidio di secondo grado e in seconda instanza della meno grave accusa di omicidio colposo. Dopo tre settimane di udienze e dodici ore di deliberazione, intorno alle 10 di sera è arrivata la sentenza che ha assolto la guardia da entrambe le accuse.

In breve, migliaia di persone hanno cominciato a scendere in strada contro questa sentenza vergognosa e da Sanford al resto degli Stati Uniti sono nate manifestazioni e sit-in partiti già nella notte e proseguiti per tutta la giornata di ieri. A New York un lungo corteo partito da Union Square ha raggiunto Times Square, nel cuore di Manhattan, al grido di ‘No Justice, No Peace’; la piazza è stata occupata dai manifestanti paralizzando completamente il traffico ma ricevendo l’appoggio e la solidarietà di molti passanti ed automobilisti. 

Scontri ci sono stati invece a Los Angeles e Oakland: nel primo caso 7 manifestanti sono stati arrestati mentre bloccavano l’autostrada insieme ad altre centinaia di persone che sono state disperse dalla polizia perché la protesta non era autorizzata. Nel frattempo in un’altra zona della città i manifestanti si sono scontrati con la polizia che ha sparato lacrimogeni e pallottole di gomma. A Oakland un corteo partito nella notte ha attaccato alcune vetrine e una macchina della polizia.

La lettura di una sentenza che rivela il razzismo che ancora avvelena gli USA e che garantisce l’impunità per chi uccide penetrando nelle aule dei tribunali ha scatenato una vera e propria reazione a catena, accendendo la rabbia di decine di migliaia di persone che hanno invaso le strade anche a San Francisco, Chicago, Washington, Atlanta e Philadelphia mentre gli hashtag #Nojustice e #TrayvonMartin rimbalzavano su Twitter.

E la protesta non sembra placarsi: per oggi è stata convocata una giornata di mobilitazione in tutti gli Stati Uniti mentre il Dipartimento di Giustizia federale ha annunciato di voler riesaminare il caso dopo la richiesta sollevata da alcune associazioni per la tutela dei diritti civili.

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