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Terzo Valico: il Vice Prefetto informava il Cociv sull’inchiesta in corso

A distanze di settimane ormai dall’operazione con cui sono stati decapitati i vertici di Cociv, spulciando le centinaia e centinaia di pagine dell’inchiesta continuano a emergere particolari incredibili. Come potete constatare con i vostri occhi, a pagina 371 dell’ordinanza si legge di…

“un alto funzionario della Prefettura di Alessandria che avrebbe confidato, più volte (almeno due accertate), al PAGANI notizie su indagini legate ai calabresi che quello avrebbe appreso in ambito di commissione prefettizia per il contrasto alle infiltrazioni criminali negli appalti. Il nome del funzionario sarà qui omissato per le necessità di cautela delle eventuali iniziative che la Procura di Roma vorrà prendere.”

Peccato che i carabinieri si siano dimenticati un “omissis”, lasciando in chiaro il nome del Vice Prefetto Raffaele Ricciardi, in carica ad Alessandria dal 2012. Abbiamo deciso di pubblicarlo considerato che l’ordinanza l’hanno ormai in molti ed é scaricabile da diversi siti internet. Pertanto la necessità di cautela rilevata dal GIP ha perso del tutto la sua efficacia.

Le due pagine dell’ordinanza, che riportiamo nella loro interezza, si commentano da sé:

Pagani, Vice Presidente del Cociv oggi agli arresti, chiede informazioni a Ricciardi sui “calabresi”, riferendosi agli ‘ndranghetisti soci del direttore dei lavori De Michelis, lui risponde che secondo il comandante dei Carabinieri “erano in corso accertamenti”. Pagani sa tutti i capi di imputazione che gli verranno contestati mesi dopo. Questo ridefinisce il concetto di “talpa”, che fino ad ora credevamo essere un macchinario per scavare buchi nei monti.

Due domande:

In cambio di cosa il Vice Prefetto forniva informazioni?

E tu, caro Prefetto Tafuri, anche stavolta facciamo finta di niente?

Pare di sì: il coinvolgimento di Ricciardi è messo nero su bianco in un’ordinanza che è pubblica da due settimane, non c’è motivo di credere che a palazzo Ghilini e a Roma non lo sappiano, eppure è ancora al suo posto, come appare sul sito della Prefettura di Alessandria. È mai possibile che in questo paese si debba sempre attendere lo scandalo, altrimenti si fa finta di niente?

Fanno i tavoli, i protocolli e le commissioni contro la criminalità. Fanno di tutto per far sembrare pulita un’opera che fisiologicamente, per come è nata nella prima repubblica, e per le leggi dello Stato che la sottendono, non può che essere criminogena. E la Prefettura di Alessandria fra telefonate ad Incalza e talpe del Cociv sembra pienamente essere parte di questo sistema. La politica si girerà per l’ennesima volta dall’altra parte o deciderà di intervenire? La risposta temiamo di conoscerla ma saremmo felici di sbagliarci.

L’intera ordinanza é scaricabile qui

  

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