InfoAut
Immagine di copertina per il post

Stop al Tav per il Coronavirus. E’ ora di cambiare modello di sviluppo

||||

La stampa francese dà notizia dello stop al cantiere del TAV a causa del Coronavirus.

Il simbolo per eccellenza della distruzione dell’ambiente, dello sperpero di denaro pubblico e delle lobby politiche affaristiche che gestiscono le nostre risorse come se fossero di loro proprietà si arena nuovamente.

Mentre Telt attraverso la voce di Virano tenta di minimizzare la situazione, affermando che per quanto riguarda il versante italiano sono in corso solo “micro-attività” (ma va? Il cantiere è ormai fermo da due anni), dall’altro lato del confine le aziende stanno smobilitando in attesa della pronuncia definitiva del governo. Virano si consola affermando che “entro fine mese ci sarà la firma a Bruxelles sull’accordo per i finanziamenti e a fine aprile le offerte per il bando di gara per il tunnel di base lato francese”. Ci sembra chiaro però che davanti alla situazione di crisi che ormai coinvolge tutta Europa è possibile e auspicabile che le priorità internazionali cambino.

D’altronde il modello di sviluppo del TAV è lo stesso che ha permesso la diffusione a livello globale del Coronavirus. Un modello in cui la merce (e la sua velocità) ha la priorità sulla salute delle persone, sull’ambiente, sui bisogni sociali dei territori. Le business class per i manager sono più importanti dei treni per i pendolari. Un modello di sviluppo che mentre investe 40 miliardi complessivamente per costruire ferrovie ad alta velocità, sottrae alla sanità pubblica 37 miliardi di euro. Che altera interi habitat e produce polveri e inquinamento che aggraveranno le malattie respiratorie in valle, allo stesso tempo i presidi medici vengono chiusi.

Mentre si approssima la recessione i Virano, gli Esposito, i Foietta sperano di riuscire a tutelare i propri affari nella tempesta, magari ripetendo la solita solfa stanca sugli investimenti per ripartire. Ma sarebbe totalmente irresponsabile continuare su questa strada, ormai è cristallino a molti che la “crescita ad ogni costo” è una maledizione. In un momento come questo sarebbe totalmente irresponsabile continuare a sperperare denaro pubblico in questo monumento alla stupidità.

Mentre viviamo questa crisi la notizia dello stop al cantiere del Tav ci strappa un sorriso, consapevoli di quanto la sorte si dimostri avversa di questi tempi agli speculatori e ai loro sponsor politici, coscienti che i tempi per la costruzione di questa opera ecocida si allungano inevitabilmente. Convinti che il Tav non si farà mai.

A sarà dura

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

CORONAVIRUSno tav

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Mineria responsable? Cuento miserable!

Con una compagna del Frente Nacional Antiminero parliamo di estrattivismo in Ecuador.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Cosa aspettarsi dal vertice mondiale sui cambiamenti climatici

Con il ritiro degli Stati Uniti e la cautela della Cina, la conferenza in Brasile metterà alla prova la capacità del mondo di rispettare l’Accordo di Parigi e gli obiettivi finanziari

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Tutti a sciare, ovvero la fabbrica della neve

Fino ad oggi la neve artificiale per essere prodotta necessitava pur sempre di un elemento imprescindibile, e cioè che facesse freddo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il treno che non arriva mai: altri otto anni di propaganda e devastazione

Telt festeggia dieci anni e annuncia, ancora una volta, che la Torino-Lione “sarà pronta fra otto anni”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Giorni di trivelle in Val Susa

Lunedì scorso è stata avvistata una prima trivella in località Isolabella, a Bussoleno. Immediatamente è partito il monitoraggio sul territorio da parte del popolo valsusino.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

31 ottobre – 8 dicembre 2005 / 31 ottobre – 8 dicembre 2025 : avere vent’anni è avere sogni grandi!

Sono passati vent’anni da quei giorni che hanno segnato la storia della nostra valle.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ponte sullo Stretto: la Corte dei Conti boccia Salvini

La Corte dei Conti ha inflitto un duro colpo al progetto del ponte sullo Stretto, evidenziando buchi e falle enormi nel procedimento che avrebbe dovuto rilanciarne la realizzazione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Inaugurazione del Salone dell’Auto a Torino: la protesta silenziosa delle Red Rebels di Extinction Rebellion

La cerimonia di inaugurazione del Salone dell’Auto 2025 è stata disturbata da Extinction Rebellion, con la presenza muta e solenne delle Red Rebels. Una critica al modello di mobilità e sviluppo che ogni anno viene riproposto nel centro di Torino e una denuncia della presenza di aziende coinvolte nelle operazioni di Israele a Gaza e in Cisgiordania.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Campeggio studentesco No Tav: giorni di lotta, formazione e resistenza in Val di Susa

Si è concluso sabato al presidio di Venaus il campeggio studentesco che, per diversi giorni, ha visto la partecipazione di decine di studenti e studentesse provenienti da tutta Italia.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Da Mompantero a Susa, vent’anni dopo: la fiaccolata del movimento No Tav illumina ancora la valle

Vent’anni dopo la battaglia del Seghino, la Valsusa torna a camminare insieme, fiaccola alla mano, per ribadire che la lotta non è mai finita.

Immagine di copertina per il post
Culture

Scolpire il tempo, seminare il vento, creare antagonismo

Siamo la natura che si ribella!, ammonisce con efficace sintesi uno striscione no-tav esprimendo un radicale antagonismo nei confronti del mortifero sfruttamento capitalista patito dall’essere umano e dalla natura, di cui è parte.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Un milione di corpi in movimento, di bandiere, striscioni, messaggi a pennarello su pezzi di cartone”

Pubblichiamo di seguito il contributo di Nicoletta Dosio in merito al corteo nazionale per la Palestina dello scorso sabato a Roma. Buona lettura!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Movimento No Tav era, è e sarà sempre al fianco della resistenza palestinese: sosteniamo la Global Sumud Flotilla!

Se Israele deciderà di fermare con la forza la Global Sumud Flottilla, impedendo ancora una volta l’arrivo di aiuti umanitari e provando a spegnere un atto di resistenza collettiva, noi non resteremo a guardare.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Le grandi opere, ovvero i giocattoli di Salvini

Non lo chiamavano “Trinità” ma “bimbominkia” e anche “cialtrone” e “incapace”.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Guerra alla guerra: come organizzarci nelle scuole?

Nei contesti che attraversiamo occorre ripartire dalla concretezza del rifiuto per sabotare e opporsi realmente alla ristrutturazione, definendo con l’esperienza pratiche di conflitto riproducibili per bloccare sul nascere la guerra.