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MUOS: nulla di nuovo sul fronte amministrativo

I ricorsi pendenti sono in pratica riassumibili in tre punti: un ricorso circa l’illegittimità delle autorizzazioni ambientali; uno da parte del ministero della Difesa circa l’annullamento della revoca di tali autorizzazioni ambientali operato dalla Regione il 29 marzo 2013; e un ultimo sull’annullamento della “revoca della revoca”, ossia l’ormai celebre retromarcia di Crocetta che ha cancellato la revoca di cui al punto precedente.

Un numeroso presidio attendeva oggi di fronte al TAR la pronuncia dei giudici. L’animo non era certo dei più speranzosi e la fiducia su una sentenza che potesse effettivamente andare ad incidere sui piani statunitensi, proprio mentre Obama è in visita ufficiale a Roma, praticamente nulla.

Nonostante la disillusione, però, quanto uscito dal Tribunale è riuscito comunque a stupire per i modi e le motivazioni: il giudice, infatti, ha dapprima detto di non avere agli atti studi scientifici necessari per pronunciarsi in merito e dopo, in seguito a quanto fattogli notare dagli avvocati di parte circa la presenza dei diversi studi degli esperti depositati agli atti, ha espresso la necessità, visibilmente imbarazzato, di svolgere approfondimenti.

Gli otto mesi trascorsi non sono stati sufficienti a studiare le carte evidentemente! Oppure, più realisticamente se si prende in considerazione l’efficienza e lo zelo con cui procure e questure comminano denunce e provvedimenti amministrativi contro i NoMuos, in questo momento preciso è più comodo politicamente prendere tempo e lasciare che i lavori del MUOS proseguano indisturbati.

Quello che si aggiunge oggi allo scenario del MUOS, dunque, non è che l’ennesimo tassello a conferma della faziosità di tutte le istituzioni a governo di questo territorio. Dal Ministero alla Regione, passando per tribunali amministrativi e procure non esistono istituzioni amiche del movimento NoMuos.

Ormai le carte in tavola sono scoperte e più cieco che miope sarebbe chi continuasse a riporre fiducia in vie giudiziarie e istituzionali.

Le antenne del MUOS sono ormai già state innalzate e, oggi come nei mesi scorsi, l’unico mezzo per riuscire a combattere questa base, insieme all’arroganza degli interessi bellici e geopolitici che vi stanno dietro, è sfruttare le contraddizioni che istituzioni quali il TAR lasciano emergere in situazioni come quella odierna per radicare e potenziare un movimento popolare in modo che riesca a mettere realmente in discussione l’esistenza della base di contrada Ulmo.

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