InfoAut
Immagine di copertina per il post

Yemen: Onu, la soluzione giordana. Notte di scontri al sud, 25 morti

La fine dei combattimenti e un embargo sulle armi, ma solo nei confronti degli Houthi: questo il contenuto della bozza di risoluzione Onu redatta dalla Giordania per trovare una soluzione alla crisi politica che ha portato una coalizione di paesi arabi, guidati dall’Arabia Saudita, a intervenire militarmente in Yemen. La bozza, che secondo l’ambasciatore saudita alle Nazioni Unite, Abdallah al-Mouallimi, potrebbe essere discussa e approvata già all’inizio della prossima settimana al Palazzo di Vetro, conterrebbe una serie di misure punitive contro i ribelli sciiti, accusati di aver effettuato un colpo di stato lo scorso gennaio con l’occupazione della capitale Sanaa.

Amman, questo mese alla presidenza del Consiglio di Sicurezza, secondo l’AFP chiederebbe un congelamento dei beni e il divieto di viaggio per il leader Houthi Abdul-Malik al-Houthi e il figlio maggiore dell’ex presidente yemenita, Ahmed Ali Abdullah Saleh, le cui milizie starebbero partecipando attivamente ai combattimenti al fianco dei ribelli sciiti. Assieme a loro l’ex presidente Ali Abdullah Saleh,il  comandante militare del gruppo ribelle Abd al-Khaliq al-Houthi e il vice comandante Abdullah Yahya al Hakim, già colpiti dalle sanzioni Onu lo scorso novembre.

La bozza giordana dovrebbe anche imporre un embargo sulle armi a tutti e cinque gli uomini e invitare tutti i paesi, in particolare i vicini dello Yemen, a ispezionare i carichi diretti verso Sanaa, se ci fossero “motivi ragionevoli” per credere che contenga armi. La risoluzione vorrebbe inoltre che tutte le parti yemenite, in particolare gli Houthi, smettano di combattere e che la milizia sciita si ritiri dalle aree conquistate, compresa la capitale Sanaa, e rinunci a tutte le armi e i missili sequestrati dalle istituzioni militari e di sicurezza.

La  proposta della Giordania, che ha provocato entusiasmi a Palazzo di Vetro – secondo l’ambasciatore saudita al-Mouallimi, ora è solo  “questione di termini e di trovare le frasi giuste” – ha incontrato però l’opposizione della Russia, che insisterebbe su un embargo alle armi di tutte le parti in conflitto. Nello specifico, secondo al-Mouallimi, Mosca vorrebbe anche una modifica sul linguaggio utilizzato nella bozza per le sanzioni e per la cessazione della violenza (un linguaggio che sembra rivolto esclusivamente ai ribelli houthi) e l’inclusione di “pause umanitarie”, oltre a contestare il congelamento dei beni e il divieto di viaggio imposto al leader della milizia sciita.

Una posizione, quella russa, agli antipodi di quella statunitense:Washington, infatt i, non solo è apertamente schierata al fianco della coalizione anti-houthi, ma ha anche dichiarato di fornire armi e informazioni di intelligence all’Arabia Saudita. Funzionari Usa avrebbero rivelato alla Reuters che l’assistenza a Riyadh è stata estesa e ora “include i dati sensibili di intelligence che permetteranno ai sauditi a rivedere meglio gli obiettivi del regno”.

“Stiamo aiutando [Riyadh, ndr] a ottenere un senso migliore del campo di battaglia e dello stato di avanzamento delle forze Houthi. Stiamo anche aiutando a identificare le aree che dovrebbero evitare per ridurre al minimo eventuali vittime civili”. Civili che si sono ritrovati spesso sotto il fuoco delle bombe saudite: l’ultimo bilancio – aggiornato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità al 6 aprile scorso – parla di oltre 600 morti, 2.200 feriti e 300 mila sfollati interni.

La situazione umanitaria è sempre più precaria. In tutto il paese mancano acqua, cibo, medicine e corrente elettrica. I primi aiuti sono arrivati dopo due settimane di bombardamenti. Ieri l’Unicef è riuscita a far entrare materiale sanitraio e alimenti, mentre oggi un aereo della Croce Rossa è atterrato a Sana’a. E’ il secondo cargo umanitario in 24 ore.

11 aprile 2015

da Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

medio orienteOnuyemen

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: La polizia sgombera la Sorbona, occupata dagli attivisti in solidarietà con la Palestina

Pochi giorni dopo una manifestazione in solidarietà con il popolo palestinese a Parigi, la polizia è entrata alla Sorbona per sgomberare gli attivisti che avevano montato delle tende all’interno degli edifici universitari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il pensiero politico e la “New Left” dentro la Repubblica Popolare Cinese

Proprio di questo e in particolare di “New Left” cinese nell’arco degli ultimi decenni parliamo in questa conversazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La lotta per fermare il genocidio nelle università statunitensi: un reportage dall’Università del Texas

Abbiamo tradotto questo interessante reportage apparso su CrimethInc sulle proteste che stanno coinvolgendo i campus degli Stati Uniti contro la complicità del governo USA nel genocidio del popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contestati i ministri della guerra al Politecnico di Torino

Riceviamo e ricondividiamo il comunicato del CUA di Torino sulla contestazione di ieri al convegno istituzionale tenutosi alla sede del Valentino del Politecnico. Ieri mattina un gruppo di student3 dell’Università di Torino ha contestato il convegno a porte chiuse che si è tenuto al castello del Valentino su tecnoscienza e intelligenza artificiale, con ospiti di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: 25 Aprile con la resistenza palestinese

Milano – Per un 25 Aprile con la Palestina, Piazza Duomo h. 13:30.
La Resistenza non è soltanto memoria, ma è oggi. Palestina libera!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: i Me`phaa di Tilapa creano sistema di giustizia a difesa del loro territorio

Il popolo Me`phaa di Tilapa, Guerrero, ha presentato il proprio sistema di giustizia denominato Sicurezza di Protezione Territoriale Indigena (Serti), per “difendere il territorio da una prospettiva indigena, olistica e integrale”, di fronte alle minacce di progetti minerari, saccheggio territoriale e controllo dei gruppi del crimine organizzato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Protezione Civile: 2.000 palestinesi scomparsi a seguito del ritiro delle forze israeliane da alcune aree di Gaza

La Difesa civile della Striscia di Gaza ha rivelato in un comunicato divulgato domenica che circa duemila palestinesi sono stati dichiarati dispersi in varie aree dell’enclave dopo il ritiro delle forze di occupazione israeliane (IOF) da esse.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un documento trapelato dal New York Times su Gaza dice ai giornalisti di evitare le parole: “Genocidio”, “Pulizia Etnica” e “Territorio Occupato”

Nel mezzo della battaglia interna sulla copertura del New York Times riguardo la guerra di Israele, i principali redattori hanno emanato una serie di direttive.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA per la Palestina: dipendenti Google licenziati e studenti alla Columbia University sgomberati dalla polizia

Negli Stati Uniti proteste in corso a sostegno del popolo palestinese, per il quale diversi settori della società civile si sono mobilitati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giornata di mobilitazione per il clima e a sostegno della Palestina.

Da Nord a Sud Italia questa mattina lo sciopero climatico lanciato da Fridays For Future ha riempito le piazze di giovani e giovanissimi che hanno ribadito le connessioni stringenti tra la devastazione dei territori e le guerre, rappresentando un forte grido in sostegno alla Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Italia al comando della nuova missione militare europea ASPIDES per proteggere Israele e il commercio di fonti fossili

E’ sempre più Risiko nell’immensa area marittima compresa tra Bab el-Mandeb, Hormuz, Mar Rosso, golfo di Aden, mar Arabico, golfo di Oman e golfo Persico

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli Houti potrebbero, e vorrebbero, tagliare i cavi internet sottomarini del Mar Rosso?

Circolano voci secondo cui i cavi sottomarini nel Mar Rosso potrebbero essere presi di mira dagli Houthi come mossa di escalation.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il popolo ribelle che abita lo Yemen

Continuare a considerare quegli yemeniti, una minoranza che ha comunque una storia che risale all’VIII secolo, un “gruppo di fanatici ribelli” dal nome buffo sarebbe un imperdonabile errore, oltre che l’ennessima dimostrazione di una presunta arroganza eurocentrica che ha già fatto ridere (e piangere) abbastanza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tra Libano e Medioriente a 100 giorni dall’Alluvione al-Aqsa

In questa intervista abbiamo chiesto al giornalista freelance Luca Foschi di farci un quadro della situazione in Libano, anche in rapporto agli alleati arabi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Logistica di guerra: l’idea di difesa degli USA

I bombardamenti guidati da USA e Gran Bretagna in Yemen contro gli Huthi vengono spacciati dalla Nato come “difensivi”. Ma cosa difendono e per chi?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Aggiornamento sulla guerra in Palestina: Israele attacca l’Onu.

Le ultime notizie sulla guerra alla Striscia di Gaza indicano il disinteresse da parte di differenti attori in campo, più o meno spazialmente attigui, a intervenire in maniera esplicita e attiva nella guerra, fatta eccezione per lo Yemen attraverso gli attacchi degli Houthi alle navi mercantili e petroliere israeliane dirette nei porti del Mediterraneo

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA e Gran Bretagna attaccano lo Yemen. Navi, sottomarini e aerei colpiscono la capitale e le città portuali

Le forze Houthi hanno fatto sapere che i bombardamenti di Stati Uniti e Gran Bretagna hanno ucciso 5 persone e ferito altre 6. I raid sono stati 73 e hanno colpito 5 regioni dello Yemen controllate dagli Houthi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medio Oriente: il governo israeliano cerca l’allargamento del conflitto coinvolgendo Libano ed Iran

L’omicidio mirato di Saleh Al-Arouri, alto dirigente di Hamas, a Beirut e l’attentato che è avvenuto in Iran durante la manifestazione per il generale Soleimani, con almeno 95 vittime, parlano chiaro rispetto alla stategia del governo di Netanyahu: la destabilizzazione del Medio Oriente al fine di coinvolgere USA ed UE in un conflitto regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Logistica di guerra: dopo gli Houti nel Mar Rosso anche la Malesia blocca le navi israeliane

Il primo ministro malese Anwar Ibrahim ha dichiarato che il paese ha deciso di non accettare più navi battenti bandiera israeliana per attraccare nel paese. La dichiarazione afferma che Israele sta commettendo “massacri e brutalità” contro i palestinesi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Yemen: navi cargo attaccate dagli Houthi nel Mar Rosso. Navi della marina militare degli Stati Uniti convergono in zona

Sono ormai numerose le imbarcazioni commerciali in navigazione nel Mar Rosso, che vengono colpite da droni e missili lanciati dallo Yemen dai ribelli Houthi che avevano annunciato di fermare i mercantili diretti in Israele se non cessano i bombardamenti su Gaza.