InfoAut
Immagine di copertina per il post

Miniera di sangue. Report sul progetto minerario Belo Sun

L’Articulação dos Povos Indígenas do Brasil (APIB), attraverso l’ufficio legale, denuncia una serie di violazioni dei diritti delle popolazioni indigene nel progetto minerario della compagnia Belo Sun a Volta Grande do Xingu, nello stato del Pará. L’analisi è stata pubblicata nel report “Blood mine – Report on the Belo Sun mining project”, prodotto da Apib e pubblicato lo scorso 29 giugno. 

di Mauricio Terena, Andressa Pataxó, Victor Streit, Thiago Scavuzzi/APIB Brasile, da ECOR Network

La società appartiene al gruppo canadese Forbes & Manhattan, una banca d’affari focalizzata su progetti minerari internazionali, che intende costruire la più grande miniera d’oro a cielo aperto del Brasile e allontanare più di 800 famiglie dalla regione, che saranno trasferite nello stato di Mato Grosso. 

Nel suo progetto, Belo Sun prevede l’uso costante di esplosivi per consentire l’estrazione di cinque tonnellate d’oro all’anno, per un periodo minimo di 12 anni. Oltre all’installazione di due miniere a cielo aperto, una diga per lo stoccaggio di rifiuti chimici minerari, un deposito di esplosivi, una discarica sanitaria, una stazione di rifornimento di carburante, alloggi e strade.

Belo Sun occupa un’area di 2.000 ettari di suolo pubblico, dove impedisce il transito di popolazioni autoctone e tradizionali che vivevano e utilizzavano l’area per la caccia, la pesca, le loro attività di estrazione, oltre che tempo libero. Secondo il documento, la compagnia mineraria non ha effettuato consultazioni preventive, libere e informate con le comunità indigene colpite, come previsto dalla Convenzione n°169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), di cui il Brasile è firmatario, e ha ha cercato di intimidire e mettere a tacere le discussioni sulla questione. 

[“Il MPF ha scoperto che da parte delle comunità colpite,
c’era solo una raccolta di informazioni attraverso dati secondari”,
si legge in un estratto del rapporto]

Maurício Terena, coordinatore dell’ufficio legale di Apib e organizzatore del rapporto, sottolinea che anche Belo Sun ha praticato un abuso di potere economico acquisendo illegalmente terreni in lotti di riforma agraria. “Belo Sun ha compiuto violazioni sistematiche dei diritti umani fondamentali delle comunità che vivono nella regione. La compagnia mineraria omette costantemente informazioni sui reali impatti che l’estrazione mineraria causerà nella regione, come la contaminazione delle risorse idriche con mercurio, cianuro, arsenico e antimonio”, afferma l’avvocato indigeno. 

Per Apib, la costruzione della miniera avrà un impatto diretto su almeno cinque popolazioni indigene, comprese le popolazioni in isolamento volontario, oltre a venticinque comunità tradizionali lungo il fiume e circa cinquecento famiglie di coloni della riforma agraria. Questi gruppi stanno già subendo le conseguenze della centrale idroelettrica di Belo Monte, che ha ridotto drasticamente il livello dell’acqua del fiume Xingu e ha provocato uno stato di emergenza umanitaria nella regione. 

[“La magistratura ha sospeso più volte la licenza di installazione di Belo Sun
a causa del potenziale impatto della miniera sulle comunità indigene e tradizionali della zona.
Niente più attività minerarie che, con o senza l’avallo dello Stato brasiliano,
ledono il diritto alla vita e al territorio delle popolazioni indigene,
oltre che distruggere l’ambiente”, afferma Kleber Karipuna, coordinatore esecutivo di Apib]

Il rapporto “Blood mine – Report on the Belo Sun mining project” evidenzia inoltre che, nel 2007, lo Stato brasiliano ha riconosciuto Volta Grande do Xingu come una regione importante per la conservazione della biodiversità nel paese, con le popolazioni indigene che svolgono un ruolo fondamentale nella salvaguardia dell’ambiente e nella lotta contro il cambiamento climatico. Secondo l’incrocio dei dati effettuato da Apib nel 2022, in collaborazione con l’Instituto de Pesquisa Ambiental do Amazonas (Ipam), il 29% del territorio intorno alle Terre Indigene in Brasile è devastato, mentre all’interno delle Tls la deforestazione è solo del 2%. 

“È necessario che lo Stato brasiliano faccia un cambiamento nelle sue politiche neo-sviluppiste, poiché hanno dimostrato di violare i diritti umani, in particolare quelli delle popolazioni indigene. L’APIB ripudia con decisione il progetto minerario di Belo Sun, poiché è certo che andrà a vantaggio di un piccolo gruppo di investitori a costo di distruggere la foresta pluviale amazzonica e condannare alla miseria i popoli indigeni e le altre comunità tradizionali della regione”, afferma il rapporto.
 

Da apiboficial.org versione originale qui 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

brasileESTRATTIVISMOminierePOPOLI INDIGENI

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina, i coloni attaccano volontari internazionali: feriti tre italiani

Un nuovo attacco dei coloni israeliani ha colpito la comunità di Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, nella Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Drone assassino israeliano massacra due fratellini palestinesi

Fadi Tamer Abu Assi e Juma Tamer Abu Assi, bambini palestinesi di 10 e 12 anni, sono stati ammazzati da un drone israeliano a est di Khan Yunis (sud della Striscia) mentre raccoglievano legna per il padre ferito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Membro della Knesset: Israele sta “importando la guerra di sterminio” da Gaza alla Cisgiordania

Un membro israeliano della Knesset (Parlamento) ha affermato che Tel Aviv sta “importando” la sua “guerra di sterminio” dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania occupata.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

CONTRO I SIGNORI DELLA GUERRA E PADRONI DELLA CITTÀ, BLOCCHIAMO TUTTO!

Oggi, nell’ambito dello sciopero generale indetto dal sindacalismo di base, come realtà autorganizzate del movimento milanese abbiamo deciso di bloccare l’ingresso principale della sede dirigenziale di ENI S. p. a. di San Donato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Linee gialle e zone verdi: la divisione di fatto di Gaza

Crescono i timori che il nuovo mosaico di zone diverse di Gaza, separate da una Linea Gialla, possa consolidarsi in una partizione permanente del territorio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Germania è in crisi e vaga nella nebbia

Le ultime notizie dal paese teutonico indicano che la sua crisi economica non si arresta ed entra ormai nel suo quarto anno.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bombardamenti israeliani contro il Libano: 5 morti, tra cui l’Alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabaei

Beirut-InfoPal. Il ministero della Salute Pubblica libanese ha diffuso il bilancio ufficiale dell’attacco israeliano senza precedenti contro un’area residenziale alla periferia sud di Beirut, domenica 23 novembre: cinque morti e 28 feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso il 28 novembre: i comitati sardi chiamano alla mobilitazione

Diffondiamo l’appello uscito dalla rete Pratobello24 che invita tutti i comitati che lottano contro la speculazione energetica a unirsi allo sciopero e alla mobilitazione del 28 novembre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non ci sarebbe mai stata una fase due, il cessate il fuoco era la strategia

Il cessate il fuoco, come i negoziati, sono diventati un altro campo di battaglia in cui Tel Aviv temporeggia e Washington ne scrive l’esito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: le grandi possibilità del nazi Kast di essere presidente

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile di ieri sono terminate in modo triste e prevedibile.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Brasile. La Marcia Mondiale per il Clima riunisce 70.000 persone a Belém e chiede giustizia climatica: «Noi siamo la risposta»

Un incontro storico dà voce ai popoli che non sono stati ascoltati negli spazi ufficiali della COP30.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: gli indigeni dell’Amazzonia si invitano al vertice sul clima

Gli indigeni della tribù Kayapó, sostenuti da centinaia di manifestanti, hanno organizzato un’azione di protesta all’interno della “zona verde” della COP30.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

III e IV giorno dell’Incontro Internazionale delle Comunità Danneggiate dalle Dighe, dalla Crisi Climatica e dai Sistemi Energetici

Sotto il sole amazzonico, un gruppo composto da militanti di 45 paesi ha intrapreso questa domenica (9/11) una traversata simbolica attraverso le acque della Baía do Guajará, a Belém (PA).

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Mineria responsable? Cuento miserable!

Con una compagna del Frente Nacional Antiminero parliamo di estrattivismo in Ecuador.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: la destra bolsonarista dietro la strage nelle favelas, Lula in difficoltà

Il 28 ottobre scorso circa 140 persone, di cui 4 agenti, sono state uccise e un centinaio sono state arrestate nel corso di un assalto condotto da 2500 membri della Polizia Civile e della Polizia Militare brasiliane

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

COP30: Cosa aspettarsi dal vertice mondiale sui cambiamenti climatici

Con il ritiro degli Stati Uniti e la cautela della Cina, la conferenza in Brasile metterà alla prova la capacità del mondo di rispettare l’Accordo di Parigi e gli obiettivi finanziari

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gaza è Rio de Janeiro. Gaza è il mondo intero

Non ci sono parole sufficienti per descrivere l’orrore che ci provoca il massacro di oltre 130 giovani neri, poveri, uccisi dalla polizia di Rio de Janeiro, con la scusa di combattere il narcotraffico.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump all’attacco dell’America Latina con la scusa della “guerra alla droga”

La tensione nei Caraibi ed in America Latina si fa sempre più alta. Alcune note per comprendere quanto sta succedendo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brasile: solidarietà internazionalista, João Pedro Stédile spiega la posizione del MST sul Venezuela

João Pedro Stédile, nell’intervista che ha concesso a Rádio Brasil de Fato, spiega la posizione politica del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST) di fronte alla situazione in Venezuela.