InfoAut
Immagine di copertina per il post

La “nuova” dottrina statunitense del First Strike atomico

Cos’è, cosa ci dice sulla guerra in Ucraina e perché deve preoccuparci sul serio.

Era da mesi che più o meno esplicitamente si faceva riferimento a ciò che giovedì scorso è stato messo nero su bianco nel terzo documento sulla dottrina nucleare dall’Amministrazione Biden: il First Strike atomico non è più un tabù.

Di cosa si tratta?

E’ una delle strategie teoriche di guerra nucleare che prevede un attacco preventivo a sorpresa di una potenza nucleare. Un primo colpo appunto che, con una forza devastante, tenta di distruggere completamente la potenza nucleare dell’avversario a tal punto che il paese che lo ha sferrato può sopravvivere con danni che definisce accettabili avendo indebolito la possibilità di risposta del nemico.

Questa dottrina è sempre stata considerata per lo più in forma teorica perché nella pratica prevede uno sterminio di massa e la totale distruzione dell’avversario, senza tra l’altro la garanzia, date le molteplici variabili, della sua efficacia.

Già da tempi non sospetti, la normalizzazione della guerra nucleare era una delle carte sul tavolo di una parte del Pentagono e dei neocons statunitensi.

“Abbiamo condotto la revisione di un largo spettro di opzioni sulla politica di dichiarazioni – tra cui il No First Use e il Sole Purpose – e abbiamo concluso che questi approcci potrebbero comportare un livello di rischio inaccettabile alla luce della gamma di capacità non nucleari che vengono schierate e progettate dai nostri avversari, tali da infliggere danni strategici agli Usa e ai nostri alleati”. Questo è un breve estratto del documento.

Simulazione di guerra nucleare

Le conseguenze immediate le descrive bene Pierluigi Fagan in un suo post: “Università, ricerca, tecnologi, privati e pubblici, alleati, oltre ovviamente politici, diplomatici, giornalisti e quanti altri, tutti dovranno convergere verso la nuova dottrina che sviluppa l’imponderabile. È in gioco il “nostro” futuro. Ma “nostro” di chi? Delle élite occidentali? Di tutti gli occidentali? Degli americani e britannici? Mio e tuo?”

Cioè se nell’imediato questa rivoluzione della dottrina nucleare USA può sembrare una sparata, anche dal punto di vista delle tecnologie disponibili, ciò non toglie che la ricerca e lo sviluppo verranno orientate ad uno sforzo straordinario nel tentativo di costruire la praticabilità di un First Strike e altrettanto vale per quanto riguarda l’opinione pubblica occidentale. Una corsa tecnologica che rappresenta potenzialmente la distruzione totale di parti del globo per il mantenimento dell’egemonia.

Si tratta solo di un’escalation nella deterrenza? Non dimentichiamo che le bombe di Hiroshima e Nagasaki vennero lanciate a guerra quasi conclusa, solo per dimostrare che “potevano farlo”.

Cosa ci dice della guerra in Ucraina?

L’ipotesi di contemplare il First Strike all’interno della dottrina nucleare è dunque una risposta all’escalation nella guerra in Ucraina?

Come abbiamo già visto è vero il contrario, questa ipotesi rappresenta una vera ossessione per una parte dell’establishment statunitense e fa parte da lungo tempo della riflessione di think thank come la Rand Corporation che ha pubblicato decine di articoli a riguardo valutando le possibili conseguenze.

L’idea di un First Strike ha avuto una lunga rivalutazione all’interno della strategia complessiva anti-Russia ed anti-Cina che negli ultimi decenni ha visto un progressivo rafforzamento a fronte dal disinvestimento dagli scenari mediorientali.

Lo sdoganamento di questa dottrina nucleare rafforza la necessità di collocare il conflitto tra Russia ed Ucraina all’interno del contesto generale di una Terza Guerra Mondiale non convenzionale che si sta già combattendo su diversi livelli e scenari per la conservazione dell’egemonia occidentale ed in particolare statunitense.

Crateri all’interno del sito di test nucleari del Nevada

Scegliere di rimuovere questo dato generale per concentrarsi solo sulla dinamica aggredito – aggressore vuol dire favorire lo sviluppo di questo conflitto su ogni terreno.

Per quanto ci risulti impensabile, la minaccia di una guerra nucleare totale – magari non nell’immediato, ma in un futuro prossimo – è concreta e tocca agire di conseguenza.

Di questi tempi ogni tentativo di costruire la pace, la diserzione ed il disarmo è centrale ed è un compito che sta tutto in capo alle classi popolari ed a ciò che rimane della società civile, perchè per le elites transnazionali il prossimo decennio è quello della resa dei conti, sulla nostra pelle.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

armi nucleariBIDENcinaFirst Strikeguerrarussiastati uniti

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Linee gialle e zone verdi: la divisione di fatto di Gaza

Crescono i timori che il nuovo mosaico di zone diverse di Gaza, separate da una Linea Gialla, possa consolidarsi in una partizione permanente del territorio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Germania è in crisi e vaga nella nebbia

Le ultime notizie dal paese teutonico indicano che la sua crisi economica non si arresta ed entra ormai nel suo quarto anno.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bombardamenti israeliani contro il Libano: 5 morti, tra cui l’Alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabaei

Beirut-InfoPal. Il ministero della Salute Pubblica libanese ha diffuso il bilancio ufficiale dell’attacco israeliano senza precedenti contro un’area residenziale alla periferia sud di Beirut, domenica 23 novembre: cinque morti e 28 feriti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Verso il 28 novembre: i comitati sardi chiamano alla mobilitazione

Diffondiamo l’appello uscito dalla rete Pratobello24 che invita tutti i comitati che lottano contro la speculazione energetica a unirsi allo sciopero e alla mobilitazione del 28 novembre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Non ci sarebbe mai stata una fase due, il cessate il fuoco era la strategia

Il cessate il fuoco, come i negoziati, sono diventati un altro campo di battaglia in cui Tel Aviv temporeggia e Washington ne scrive l’esito.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cile: le grandi possibilità del nazi Kast di essere presidente

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Cile di ieri sono terminate in modo triste e prevedibile.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: corteo “Show Israel Red Card” contro la partita della vergogna tra Virtus e Maccabi Tel Aviv

Ieri, venerdì 21 novembre, corteo a Bologna contro la partita della vergogna, quella di basket tra Virtus e Maccabi Tel Aviv prevista alle 20.30 al PalaDozza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: il trionfo di un popolo che non rinuncia alla sua sovranità

Nel referendum del 16 novembre il popolo ecuadoriano ha detto NO

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone ai tempi del neogoverno nazionalista della Premier Sanae Takaichi

A livello internazionale, una delle prime mosse della Takaichi è stata aprire un profondo scontro diplomatico con Pechino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medici per i diritti umani denuncia uccisioni prigionieri di Gaza nelle carceri israeliane

Il nuovo rapporto diffuso da Medici per i diritti umani-Israele (Phri) apre uno squarcio ulteriore su un sistema detentivo che negli ultimi due anni ha raggiunto un livello di letalità senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Giornata contro la violenza sulle donne: “boicottiamo guerra e patriarcato”. La diretta dalle manifestazioni

Oggi è la Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere. Una giornata che non ha visto grandi miglioramenti, a 26 anni dalla sua proclamazione, nel 1999, da parte dell’Onu. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

E’ ancora il momento di bloccare tutto!

Il 28 novembre sarà sciopero generale, coordiniamoci in tutte le città, in tutte le provincie, in tutti i paesi per bloccare ancora una volta in maniera effettiva tutto il territorio nazionale.

Immagine di copertina per il post
Culture

Frankenstein, quel mostro nato dalle ombre oscure della guerra

Al mostro viene negato un nome e una individualità, esattamente come al proletariato

Immagine di copertina per il post
Formazione

HUB DI PACE: il piano coloniale delle università pisane a Gaza

I tre atenei di Pisa – l’Università, la Scuola Normale Superiore e la Scuola superiore Sant’Anna – riuniti con l’arcivescovo nell’aula Magna storica della Sapienza, come un cerbero a quattro teste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

DDL NUCLEARE : cosa aspettarci, cosa sappiamo?

Continuiamo ad approfondire e a tenere alta l’attenzione sul tema del ritorno del nucleare.