India. La Corte Suprema indiana ferma la riforma del settore agricolo del Governo conservatore. Dopo circa 2 mesi di proteste di massa, che proseguono tuttora, e trattative estenuanti ma senza esito, il premier del partito ultranazionalista BJP Narendra Modi aveva chiamato in causa i giudici della per stabilire la legittimità della legge approvata in tutta fretta dal Parlamento il settembre scorso, nella speranza di una decisione favorevole.
La Corte Suprema si è finalmente espressa questa settimana dichiarando che le nuove leggi dovranno considerarsi “sospese” fino a quando un comitato di quattro esperti non valuterà la questione esaminando sia le ragioni del governo che quelle degli agricoltori.
Gli agricoltori hanno comunque respinto la decisione della Corte Suprema, denunciando anzi le simpatie dei giudici nei confronti del primo ministro e del suo esecutivo. In più di un’occasione si erano infatti espressi a favore di questo tipo di leggi. E’ stata quindi confermata la marcia con i trattori fino a Nuova Delhi il 26 gennaio dove si terrà in un’imponente manifestazione. Nel frattempo, proprio nella Capitale, si trovano ancora accampati all’aperto con temperature di 0 gradi, circa 200 mila manifestanti.
Sergio Caprini dello Slai Cobas, sindacato di base che assieme a numerosi lavoratori e operai iscritti, molti dei quali orginari dell’India, sto organizzando iniziative di solidarietà con le proteste degli agricoltori
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