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Idle No More! scuote il Canada

Il c-45 Bill infatti attacca i limiti all’utilizzo della terra, l’uso delle risorse,  modifica le leggi ambientali previste nei Trattati. Il primo ministro canadese Harper ha di fatto mosso nuovi attacchi nei confronti di tutto quanto ruota intorno alla sovranità indigena e alle sue intrinseche forme di democrazia; modalità queste che certo non cercano sponde istituzionali, ribadendo l’indipendenza, l’autogestione, la conservazione dei propri storici saperi e delle proprie storiche pratiche.

L’obiettivo del governo è quello soprattutto di trasportare il bitume e altri materiali attraverso le rotte d’acqua che siedono all’interno dei territori delle “First Nations” (prime Nazioni), il cui attraversamento è disciplinato dai Trattati e dove la compagine governativa vorrebbe costruire nuovi oleodotti.

Manifestazioni sotto lo slogan “Idle No More” (mai più passivi) si sono svolte a Edmonton, Ottawa, Toronto e in più di 30 città canadesi il 28 gennaio, lanciata come giornata di azioni comune.  Ma anche a Londra e in altre città a livello globale, spinte da un ampio utilizzo delle reti sociali telematiche, si sono avute occasioni di solidarietà. Dal 10 dicembre, agli albori della nuova esplosione di mobilitazione, un’attivista è entrata in sciopero della fame, minacciando di lasciarsi morire se il governo non avesse continuato a rispettare le previsioni contenuti nei Trattati aborigeni.

Il suo sciopero si è concluso il 23 gennaio ed ha contribuito ad alzare l’attenzione internazionale sulla questione. Ma lo stesso governo non sembra tirarsi indietro, e contemporaneamente ha vietato (sempre in merito al 28 gennaio) agli indiani americani di attraversare la frontiera canadese per portare attivamente la propria solidarietà ai nativi canadesi .

Una lotta che non rimane settoriale (sarebbe sbagliato definirla unicamente come ecologista) ma anzi cerca intorno alle sue motivazioni di aprire relazioni con diversi altri soggetti sociali in mobilitazione riguardo ai temi del lavoro, della sanità, dei metodi di democrazia..il Canada ha visto negli scorsi mesi forte agitazioni studentesche in Quebec ad esempio.  La questione di base è quella di difendere le forme di conoscenza e di difesa del territorio indigene, sbarrando la strada ai progetti di assimilazione culturale e di mercificazione, concepita come offensiva nei confronti non solo delle Prime Nazioni ma di qualunque tipo di cultura scevra dall’ossessione verso il profitto.

Nel ribadire che le Prime Nazioni sono sovrane, non c’è affermazione di nazionalismo ma solamente voglia di difendere la propria cultura e la propria tradizione, minacciate dall’avanzata di un neoliberismo capace di portare solamente distruzione. Difenderle dialogando e cercando l’appoggio di tutte le energie del paese che non ci stanno ai governi della crisi e del saccheggio.

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