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Gli studenti invadono nuovamente il Cile!

 

Nuovamente nelle strade, il 27 settembre. Il movimento studentesco cileno non placa la sua sete di giustizia sociale nonostante il tentativo di calmare le acque del Governo Piñera,  che ha da poco decretato per legge un ribasso delle tasse studentesche dal 6 al 20 per cento.

Per gli attivisti cileni tutto ciò è sembrato un contentino, e di nuovo la voce di migliaia      di studenti universitari e medi ha scosso all’unisono le mura dei palazzi del centro di    Santiago, come di molte altre città.

Scontata e puntuale la reazione della polizia, che ha tentato a più riprese di disperdere i manifestanti tramite idranti e lacrimogeni, con  gli studenti che hanno risposto con  lanci di barattoli e palloncini pieni di vernice ed erigendo barricate lungo il percorso.

Il bilancio degli arresti relativo all’intera giornata di ieri è confermato a venti.

La parte meno radicale del movimento pretende di avere voce in capitolo sulla prossima riforma dell’educazione dovrebbe varare nel 2013, reclamando un consistente incremento dei fondi destinati al diritto allo studio.

L’obiettivo concreto è invece quello di fare ulteriore pressione per fermare il finanziamento alle scuole private, visto dalla quasi totalità del movimento come un vero e proprio furto legalizzato a proprio danno, argomentando a più riprese che in questo modo il sistema educativo sta portando al fallimento di tante famiglie per via dei costi insostenibili di mantenimento dei figli a scuola nonostante la scarsissima qualità dell’educazione e delle infrastrutture esistenti.

Ben lungi da spegnersi da un momento all’altro, il movimento di rivolta cilena, (seppur con alcune marginalità propense ad “accontentarsi”), rilancia dichiarandosi in continuità con quanto sta avvenendo a Madrid e Atene:    nessun “piatto di lenticchie” dunque,  bensì tentare di  destituire il sistema della crisi e creare le condizioni per un futuro alla portata di tutti, specialmente di coloro che il  debito criminale non intendono continuare a pagarlo.

 

tratto da Univ-aut

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