
GAZA. Raid israeliani colpiscono la Striscia
Nessun ferito nei bombardamenti seguiti al lancio di un missile verso Israele. L’operazione segue ad un venerdì ad alta tensione nei Territori Occupati
Roma, 2 luglio 2016, Nena News – Dopo una giornata di morti e minacce, puntuale è giunta la reazione dell’aviazione israeliana: questa mattina Gaza è stata colpita da una serie di raid.Secondo fonti israeliane sono stati presi di mira siti attribuiti a gruppi armati palestinesi della Striscia, due appartenenti alle Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, e 5 usate dalle al-Qassam e dalle Brigate al-Quds, della Jihad Islamica.
Le zone colpite sono Gaza City, Beit Lahiya, Jabaliya e Beit Hanun, tutte zone a nord e ovest della Striscia. Non ci sarebber né feriti né danni. In un comunicato stampa l’esercito israeliano ha detto che i bombardamenti sono stati la conseguenza di un missile lanciato ieri da Gaza e caduto nella città di Sderot, dove avrebbe danneggiato un edificio. Missili e raid che alla popolazione gazawi ricordano con terrore la campagna cominciata quasi due anni fa, l’8 luglio 2014, e terminata solo due mesi dopo con un carico di morte senza precedenti: 2.250 palestinesi sono stati uccisi, migliaia i feriti e 100mila gli sfollati. Una campagna che ancora oggi tocca da vicino la quotidianità della Striscia vista la quasi totale assenza di ricostruzione.
La tensione è alle stelle: dopo mesi di violenze, era seguito un periodo di apparente calma.Ma tra giovedì e venerdì si sono susseguiti una serie di eventi: l’uccisione della 13enne israeliana Hallel Yaffa Ariel per mano di un giovane palestinese, Muhammad Nasser Tarayra, nella colonia di Kiryat Arba, alle porte di Hebron; ieri Sara Hajaj, di 17 anni, è stata uccisa da un poliziotto di frontiera israeliano davanti alla Moschea di Abramo ad Hebron, perché avrebbe cercato di accoltellare una sodatessa; a Qalandiya un uomo di 63 anni, Mohammed Mustafa Habash di Nablus, è morto per l’inalazione di gas lacrimogeni mentre tentava di attraversare il checkpoint che divide Ramallah da Gerusalemme per andare a pregare alla Moschea al-Aqsa nell’ultimo venerdì di Ramadan. Infine nel pomeriggio una famiglia di coloni è stata colpita mentre si spostava in’auto sulla Strada 60 da pallottole che hanno ucciso il padre e ferito la madre e i due figli.
La risposta del governo israeliano è stata immediata: mentre la destra ultranazionalista chiedeva l’ampliamento delle colonie come risposta, Hebron veniva completamente chiusa dall’esercito israeliano che inviava due unità di soldati in aggiunta ai migliaia di uomini già presenti. E in serata il premier Netanyahu ha annunciato una misura che da anni viene presa come forma di pressione politica sull’Autorità Nazionale Palestinese, la sospensione del trasferimento delle tasse palestinesi nelle casse di Ramallah, circa 127 milioni di dollari al mese utilizzati per lo più per il pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici.
da: nena-news.it
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