
Libertà per Marwan Barghouti e tutti i prigionieri palestinesi
Sarà quasi impossibile in futuro compiere atti più vili dell’irruzione minacciosa di Ben Gvir e della sua scorta nella cella del prigioniero politico palestinese Marwan Barghouti, in carcere da 23 anni, più volte aggredito e percosso, messo da anni in regime speciale, a corto anche di cibo, per cercare di umiliare in lui, personaggio integro, l’intero popolo palestinese, la sua dignità, la sua irriducibile capacità di resistere.
L’altrettanto vile video che la propaganda sionista sta diffondendo, vuol far credere ad una sua “sottomissione” al colono killer che fa il ministro degli interni, di cui le tv e i giornali riportano i proclami suprematisti, razzisti e sterministi senza mai una vera parola di critica, come se stessero bevendo, o offrendo al pubblico, un bicchiere d’acqua per dissetarsi.
La sola risposta adeguata a questa provocazione è rilanciare con forza la richiesta di libertà per Marwan Barghouti e gli oltre 15.000 prigionieri politici palestinesi, non pochi dei quali ragazzini, oggetto di sistematiche torture e di vessazioni d’ogni tipo. Lo facciamo accompagnando questa richiesta con un disegno di Mohammad Sabaaneh e la lettera di sua moglie Fadwa. (Red.)
Questo il messaggio di Fadwa per suo marito Marwan Barghouti dopo averlo visto, dimagrito e quasi irriconoscibile, nel video diffuso dal ministro israeliano Ben-Gvir, che ha vigliaccamente minacciato Marwan nella sua cella.
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“Marwan non ho riconosciuto i tuoi lineamenti, e forse una parte di me non vuole accettare tutto quello che il tuo viso e il tuo corpo esprimono, tutto quello che tu e i prigionieri avete sopportato in carcere.
Marwan ti stanno ancora inseguendo, anche dopo 23 anni di prigione e 2 anni nella cella d’isolamento in cui vivi.
Ti stanno ancora prendendo di mira, le catene sono ancora alle tue mani, ma conosco il tuo spirito e la tua determinazione.
So che rimarrai libero… libero… libero. Ti preoccupi solo del tuo popolo e di porre fine alle sue sofferenze, che hanno raggiunto il cielo a Gaza, ottenendo la loro libertà e preservando la loro dignità.
“ Oh montagna, nessun vento può scuoterti”.
So che l’unica cosa che può scuoterti è ciò che senti del dolore del tuo popolo, e l’unica cosa che ti ferisce è l’incapacità di proteggere i bambini palestinesi.Tu sei del popolo, e ovunque tu sia, sei in mezzo a loro, sei di loro e parte di loro; il tuo destino è legato al popolo. Così eri, e così rimarrai”.
Fadwa Al Barghouti
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