Lunedì pomeriggio un uomo afroamericano di 27 anni, Walter Wallace, è stato ucciso dalla polizia a Philadelphia. Il padre si chiede perchè “non hanno usato il taser” invece di sparare al figlio, in cura, perchè con problemi di salute mentale. Immediatamente la risposta della comunità afroamericana è stata forte e determinata, sostenuta anche da Black Lives Matters, scatenando una notte di proteste per le strade di Philadelphia, saccheggi di negozi, auto date alle fiamme e scontri con la polizia.
A quanto pare gli agenti si difendono sostenendo che Wallace stesse brandendo un coltello per strada e che siano intervenuti a seguito di una segnalazione. Sta di fatto che l’uomo è stato ucciso con dieci colpi di pistola davanti ai suoi famigliari. Il sindaco ha espresso vicinanza dopo aver visto il video del “tragico incidente” e che è stata aperta un’inchiesta. L’avvocato per i diritti civili Ben Crump, che rappresenta la famiglia di George Floyd, ha ritwittato il video commentando così “I poliziotti di Philadelphia hanno sparato a Walter Wallace Jr. Oggi, sparandogli più di 10 volte mentre si trovava ad almeno 10 metri di distanza. Presumibilmente aveva un coltello, ma i poliziotti non hanno fatto alcun tentativo di contenere la situazione in questo video. Sono andati dritti ad uccidere Wallace davanti ai suoi cari!”.
Incidenti, difesa, sono tutti concetti che abitualmente vengono utilizzati dalle forze di polizia, dalle istituzioni che le proteggono e dai tribunali per giustificare questi cosiddetti “episodi” che sono l’espressione di una violenza razzista strutturale di cui lo stato americano, come quello francese e molti altri, danno prova di riprodurre da decenni. A questa violenza la risposta delle persone non si fa attendere, è dura consapevolezza di dover ribadire ogni volta che le proprie vite valgono. Centinaia di manifestanti hanno marciato per i quartieri di Philadelphia Ovest la notte del 27 ottobre, seconda notte di rabbia consecutiva. Un manifestante afferma “Abbiamo un uomo che è morto, e mi sento come se dovessi essere qui per riconoscere che un uomo sia morto.”
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