
Che giornata ieri! Lo sciopero generale più paralizzante almeno dal 2008
Alcune note a caldo e uno sguardo alle immagini della giornata di ieri nell’attesa di porre alcune indicazioni in prospettiva.
Che giornata ieri! Lo sciopero generale più paralizzante almeno dal 2008.
Siamo tornati a casa con la pelle d’oca.
A casa non ci voleva tornare nessuno.
Le chat e i social network sono impazziti.
Mentre si bloccava Torino nord, dopo che la mattina era toccato al sud, Piazza Vittorio a Roma era ancora piena, la polizia caricava a Brescia.
Avete visto le immagini di Palermo? E di Perugia?
Pioggia battente in Nord Italia, con gli ormai consueti disastri, ma nessuno voleva tornare a casa.
La Lombardia si era allagata e come ci ha scritto un amico meneghino, “dopo il diluvio di ieri notte a Milano c’era un’aria strana”. Che aria, che giornata.
Dopo due anni di genocidio della popolazione palestinese, qualcosa è scattato.
Troppo tardi, ora è di moda, solo una vampata. Non ci importa.
I sindacati di base hanno chiamato lo sciopero e l’adesione è stata generale.
Eppure, non è solo la Palestina.
Si aggirava per i cortei una strisciante sensazione, una ritrovata consapevolezza. Bloccare è possibile, contare è possibile, guadagnare di più, dirottare le risorse per sanità, cura, formazione, tutto è possibile.
Genocidio, riarmo locale e globale, finanziaria, devastazione climatica è tutto tristemente davanti a noi. È tutto a portata di mano.
Oggi tutto il mondo parla dell’Italia.
Siamo l’equipaggio di terra della flottilla.
Bloccheranno lei, e la bloccheranno, ribloccheremo tutto.
Siamo le sfruttate e e gli sfruttati e ieri “c’era un’aria strana”.
Ci sono notizie di svariati arresti tra Milano e Bologna, liber* tutt*








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