
Torino, l’assemblea di Piazza Castello: #OccupyBankitalia!
Il primo dato da rilevare riguarda l’indizione avvenuta sulla rete. Per quanto ancora non maturo come in altri paesi (vedi Spagna, Maghreb…) anche nella realtà torinese c’è stata una risposta significativa ad un appuntamento nato e propagandato sui social network. Si conferma quindi un carattere ambivalente di questi mezzi che posso divenire anche strumenti di organizzazione collettiva.
Si è deciso di fare un’assemblea è stata partecipata da tanti e tante. Una piazza eterogena, in parte anche inedita, nella quale erano certo presenti soggettività militanti ed attivisti di realtà autorganizzate, però arricchita – ed è il dato più significativo – da una composizione trasversale: che ha permesso di prendere parola a studenti, lavoratori, notav, famiglie, giovani e meno giovani. Infatti hanno animato l’assemblea molte persone arrabbiate, che sentono scaricati sulle loro spalle i costi di una crisi creata da interessi molto distanti dai loro. Vengono chiaramente individuati i responsabili di questo stato di cose, dimostrando che nessuno crede più alla favoletta che vuole rappresentare la crisi quasi fosse un fenomeno naturale inevitabile. Negli interventi tornano banche e agenzie finanziarie che con l’economia del debito hanno accumulato ricchezze ingenti, la classe politica nostrana che, nella sua pochezza, ha favorito questi meccanismi; tutti si rendono conto che, senza fare sconti a Berluska&co, l’imminente governo Monti sarà l’entrata a gamba tesa delle banche nell’implementazione delle politiche di austerity nel nostro paese. Queste discussioni sono calate nel particolare contesto torinese che vede uno dei comuni più indebitati d’Italia, dove l’amministrazione Fassino non pensa ad altro che a tagliare su servizi e welfare… dal governo fino alle amministrazioni locali le politiche di austerity vanno a colpire dritte sulla popolazione.
Quali forme di mobilitazione adottare? Quali iniziative possono tenere insieme efficacia e capacità di parlare a quel 99% che, in gran parte, nella nostra città sta ancora a guardare? Questa è stata una delle questioni che più hanno riempito ed animato il dibattito. L’assemblea, seguendo l’invito di uno studente, si è data appuntamento il 17 Novembre davanti a Bankitalia per un’acampada (su Fb è già nato l’evento #occupybankitalia), nella sperimentazione e scommessa di un 11-11-11 eccedente la scadenza, per un’agenda di lotta contro la crisi, il debito, l’austerity.
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