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Prato sta con gli operai: liberi dai decreti Salvini

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A Prato si è materializzata la prima applicazione degli infami decreti Salvini nei confronti degli operai, ma anche una significativa resistenza ad essi ha preso piede e ha coinvolto la cittadinanza.

“La guerra ai più deboli”: non c’è altro modo per definire i due decreti Salvini che oltre a contenere norme contro i migranti, hanno come obbiettivo tutti i movimenti sociali, le lotte operaie e sindacali che rompono la classica ritualità dello sciopero. Vediamo oggi la prima applicazione di questi decreti in campo operaio con le multe comminate agli scioperanti di Prato. 76000 euro di multe, 4000 mila euro per ognuno dei 19 operai coinvolti. Le multe si riferirebbero al reato di “blocco stradale”, mai avvenuto, ma in realtà hanno un obbiettivo più profondo e non è un caso che trovino applicazione per la prima volta proprio nella città di Prato.

Il SI Cobas e gli operai il lotta infatti hanno alzato il velo su una situazione di sfruttamento senza limiti che coinvolge migliaia di lavoratori sottopagati e senza i diritti essenziali nella città toscana. Le multe hanno come obbiettivo quello di spaventare gli operai in lotta, da sette mesi senza stipendio, e di impedire il diffondersi a macchia d’olio della protesta in tutti i settori in cui lo sfruttamento di manodopera tendenzialmente migrante avviene nel più totale silenzio. Per la controparte si tratta di una partita importante perché l’emergere della concretezza delle lotte operaie di questi settori di classe metterebbe in crisi tanto le retoriche d’integrazione (che in questi casi vuol dire sfruttamento), quanto quelle sovraniste che vorrebbero ridurre la questione dei lavoratori stranieri a problema di sicurezza per continuare a poter comprimere i loro salari e utilizzarli per alimentare la guerra tra poveri.

Il caso di Prato dunque è un crocevia di molti nodi, ma è anche il luogo dove il livello di sfruttamento e di ingiustizia a cui sono sottoposti questi operai ha coinvolto il sentire di una parte significativa della cittadinanza. Sabato 18 gennaio a Prato ci sarà una grande Marcia per la libertà per chiedere l’abolizione dei Decreti Salvini con la consapevolezza che oggi è toccato agli operai di Prato, ma che un domani potrebbe riguardare qualsiasi lavoratore che scelga di non accettare le proprie condizioni di miseria.

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La denuncia dei Lavoratori Autorganizzati #SiCobas : “Sono 19 i lavoratori raggiunti da altrettante multe da 4000 euro per aver partecipato ad una protesta sindacale durante lo sciopero alla Tintoria Superlativa. Si tratta della prima applicazione a livello nazionale dei nuovi strumenti di limitazione delle libertà democratiche introdotti dal Decreto Salvini.
L’applicazione del Decreto Salvini contro le legittime proteste dei lavoratori è un campanello di allarme sullo stato di salute delle libertà democratiche sul nostro territorio. Ancora più grave che questo accada andando a “sanzionare” lavoratori in sciopero che non recepiscono retribuzioni da sette mesi e sono impegnati nella denuncia di situazioni gravissime di sfruttamento ed illegalità imprenditoriale che purtroppo contraddistinguono ancora il distretto pratese.
Dalle misure di vero e proprio razzismo istituzionale alle misure di limitazione del diritto di dissenso, il Decreto Salvini porta avanti una e vera e propria guerra ai più deboli in nome di una presunta “sicurezza”.
Lavoro nero, turni di 12 ore al giorno per sette giorni la settimana, negazione di diritti elementari come quelli alla malattia e le ferie, paghe da fame che spesso non superano i 1000 euro: questa è la realtà contro cui i lavoratori colpiti dalle multe si stanno battendo. Pensare che siano loro la minaccia alla “sicurezza” di Prato è assurdo e gravissimo.
La “sicurezza” di cui la città ha bisogno è quella di sapere che dentro i tanti capannoni industriali del distretto vengano rispettati diritti e dignità del lavoro.

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I FATTI
Sotto accusa la partecipazione allo sciopero presso la tintoria Superlativa di via Inghirami. Quando i lavoratori entravano in agitazione non ricevevano stipendio da sette mesi. Ma non solo. Protestavano contro il mancato rispetto dell’accordo sindacale sottoscritto a Luglio che avrebbe dovuto aprire un percorso di regolarizzazione in un contesto di gravissima illegalità imprenditoriale e sfruttamento della manodopera. Lavoro nero, turni di 12 ore per 7 giorni la settimana, paghe di mille euro, niente ferie, malattie o permessi: queste le condizioni che i lavoratori insieme al sindacato denunciavano, tutte confermate dal controllo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro che per la terza volta in 4 anni procedeva alla sospensione dell’attività e all’apertura di un fascicolo presso la Procura della Repubblica per sfruttamento.
Lo scorso 16 ottobre un auto in uscita dalla Superlativa travolgeva il sit-in degli operai in sciopero. La sindacalista Sarah Caudiero rimaneva ferita e doveva essere trasportata in ospedale in ambulanza. Arrivata la notizia nelle altre fabbriche del distretto, entravano in sciopero in segno di solidarietà e di condanna dell’accaduto anche alla Tintoria FADA, alla Tintoria DL, Tintoria GM e Panificio Toscano. Circa cento lavoratori raggiunsero il presidio ai cancelli in una protesta pacifica sgomberata poche ore dopo dalla Questura. Oggi i lavoratori vengono accusati di un “blocco stradale” mai avvenuto.”

Qui il link per la raccolta fondi per sostenere gli operai multati.

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