InfoAut
Immagine di copertina per il post

Mercatizzazione dei servizi collettivi

Nel secondo incontro, la riflessione sulle forme di accumulazione e le modalità di governance nella città neoliberale sarà focalizzata sulle trasformazioni e la mercatizzazione dei servizi collettivi, con attenzione particolare ai casi del lavoro sociale e delle public utilities.

Il riferimento principale sarà la città europea, per il ruolo che il welfare (o meglio i differenti modelli di welfare) hanno avuto nel disegnare lo spazio urbano in maniera peculiare rispetto alla città americana o dei paesi emergenti, pur nella consapevolezza delle aporie della realtà europea e dell’interdipendenza globale tra i sistemi urbani, che rende di fatto impossibile isolare la scala locale se non in funzione meramente euristica.

Partendo da alcuni nodi problematici messi in luce nel corso dell’incontro introduttivo – nuove forme di accumulazione e combinazioni inedite tra finanza, rendita urbana e produzione di beni e servizi; spazialità urbana fratturata e compresenza di economie gerarchizzate; concorrenza e interdipendenza tra poli urbani, accompagnati da politiche (e retoriche) volte ad “attirare investimenti”, che producono trasferimenti di sovranità dal pubblico al privato – ci si interroga sulle specifiche forme e gli effetti che tali processi producono nel contesto della creazione e fruizione dei beni comuni, nonché sull’analisi degli attori in campo in questa dinamica.

Le pratiche di imprenditorializzazione dell’attore pubblico hanno messo sotto torsione il ruolo sociale dell’ente locale, sino a cambiarne radicalmente il profilo: da regolatore ed erogatore di servizi per la collettività a facilitatore dell’espansione dei capitali finanziari e del controllo sociale delle comunità.

In questo contesto si danno processi di aziendalizzazione dei servizi e di mercatizzazione del lavoro sociale dove, più che una vera privatizzazione (presente in parte in ambito sanitario), si assiste alla nascita di forme ibride e mutevoli di welfare mix dalprofilo incerto.Senza nessuna nostalgia per le forme di intervento pubblico standardizzate e calate dall’“alto” – spesso sorde ai bisogni e alle pratiche che emergono dai corpi sociali – e senza negare le responsabilità dell’attore pubblico in quanto “parte del problema” nella ridefinizione di linee programmatiche e di apertura al mercato, in questa sede ci interessa indagare la logica – o meglio le logiche, non necessariamente monolitiche e coerenti – e i diversi modelli di azione e che si dispiegano in questo processo. Comprendere, da un lato, chi sono gli attori (pubblici, privati for profit e no profit) e quali gli asset di governo e, dall’altro, coglierne le conseguenze.

Conseguenzein termini di appropriazione di valore (e dunque di sfruttamento) del lavoro sociale – in potenza uno dei terreni del nuovo processo di accumulazione – e conseguenze in termini di qualità delle prestazioni, di governance e di controllo sociale.

La creazione di un mercato o un quasi-mercato nel sociale sta, difatti, producendo erogazioni diversificate, condizionate e discriminanti per alcuni segmenti della popolazione, rivelandosi meccanismo disciplinare molto potente, acuito, in questi anni di crisi, dalla concentrazione delle risorse tra pochi soggettiche assumono ruolo decisionale crescente e sempre più svincolato dai bisogni e dalle pratiche agite dal basso.

Contestuale alla mercatizzazione dei servizi sociali, la progressiva trasformazione degli assetti proprietari, regolativi, gestionali dei servizi di pubblica utilità (trasporto pubblico, acqua, gestione del ciclo dei rifiuti, eccetera).

Qui non si può non porre una questione italiana, che si traduce in una relativa asfissia dei processi di privatizzazione mediante investimenti privati, contestuale a una “de-pubblicizzazione” delle logiche d’intervento. Più che a reali investimenti sul terreno delle utilities, che rappresentano in prospettiva settori strategici emblematici di un ciclo di accumulazione ove produzione, rendite garantite politicamente e dalla natura di monopoli “quasi naturali” di alcune infrastrutture, asset finanziari si compenetrano, dando vita a un ibrido né pubblico né privato in senso tradizionale, sembrano darsi dunque pratiche mimetiche e parassitarie, con l’occupazione da una parte di asset protetti da parte di grandi attori privati, ma anche con la formazione (dall’altra) di bad companies cui gli enti locali scaricano debiti e i costi di gestioni fallimentari. L’esigenza di una “modernizzazione delle reti” spinge retoricamente l’idea di una imprescindibilità dei capitali privati, quella dell’efficienza gestionale promuove la formazione di multiutilities macroregionali, ma entrambi i processi sembrano scontrarsi con dei vincoli. Da un lato il limitato interesse dei detentori di capitali all’ingresso in questo business (molte vendite di quote degli enti locali vanno infatti “deserte”: percezione di una ancora eccessiva regolazione? Moral Hazard, poiché l’indebitamento di Stati ed Enti Locali consentirà di acquisirle a costi ancora più “convenienti”?). Dall’altro le “resistenze” di molti enti locali: permanenza di culture “municipalistiche” o c’è dell’altro (es: finanziare, attraverso la vendita di questi servizi, le casse degli enti locali, occupazione clientelare di potere da gestirsi in loco)?

Proprio intorno ai servizi pubblici locali divengono espliciti alcuni tratti del neoliberalismo, ma anche la ristrutturazione delle forme della governance urbana, con l’intreccio perverso tra “privatizzazioni senza liberalizzazioni”, abbattimento dei confini tra pubblico e privato (le attese di redditività e i criteri adottati per valutarne efficienza e funzionamenti sono gli stessi, qui la cultura del newpublic management rivela la sua intima natura “privatistica”, anche in assenza di attori privati), trasferimento all’utenza di quote crescenti di costi di gestione, piuttosto che prestazioni differenziate in base alla capacità di spesa dei gruppi sociali (e dei quartieri). E proprio su questo terreno appare necessaria una riflessione non schematica sulle alternative praticabili (apparendo infatti problematica, qualora utilizzata al fine di prefigurare formule gestionali dei servizi, la stessa nozione di “bene comune”). Non può infine essere taciuto, dal punto di vista delle pratiche di cittadinanza connesse alle lotte per l’abitare, il recente decreto legge sul piano casa, che prevede l’esclusione ex lege dall’accesso alle utenze collettive delle abitazioni occupate.

E’ evidente che intorno ai servizi collettivi si gioca una partita importante, sia dal punto di vista degli assetti di potere e delle gerarchie capitalistica, sia per quanto attiene la qualità delle esistenze e il “diritto alla città”. Come si lotta su questo terreno? Il referendum sull’acqua e la rivolta degli autoferrotranvieri di Genova hanno costituito importanti campi dimobilitazione, ma d’altra parte i processi di dismissione di alcuni servizi e di mercatizzazione procedono.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

capitalismodiritto alla cittàneoliberismotorinowelfare

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La contraddizione ecologica e l’opposizione alla guerra: riflessioni sulla mobilitazione contro il G7 Ambiente e Energia.

Le giornate di mobilitazione appena trascorse e quelle che abbiamo di fronte ci dicono alcune cose rispetto alle tendenze dell’oggi, dei soggetti che si muovono, delle lotte che si intrecciano. Prima di pubblicare il contributo di notav.info che ritorna sulle ragioni della mobilitazione verso il G7 Ambiente Energia di Venaria e sulla cronaca delle giornate di lotta, diamo alcuni spunti di riflessione..

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un appello a difesa del Servizio Sanitario Nazionale.

E’ uscito un appello firmato a nome di quattordici personalità nell’ambito della sanità e della scienza per tutelare il servizio sanitario nazionale, qui è possibile leggerne il contenuto.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sgomberi al Quarticciolo. In borgata nessuna persona resta sola.

Ieri mattina 3 famiglie della borgata sono state sgomberate da ATER e dalla Prefettura di Roma. Una ragazza incinta, una donna sola con due figli, persone in attesa di una casa popolare da decenni. Persone che abitano in quelle case dal 2002. Persone che pagano la colpa di non potersi permettere una casa. Non veniteci […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il Fentanyl e la dolorosa condizione umana

Il dilagante consumo di fentanyl negli Stati Uniti rappresenta certamente «un dramma americano», come si legge negli ultimi due anni sui quotidiani

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quando tagliava l’erba risparmiava i fiori. Le parole della madre di Stefano

Sono rimasta molto colpita dall’enorme affetto che in questi giorni tutti mi hanno dimostrato e voglio ringrazio tutti. Il legame con Stefano era totale, in simbiosi, a lui avevo trasmesso tutto, purtroppo anche le mie allergie, i problemi di tiroide.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stefanino Milanesi, una vita per la lotta

Uno dei più noti compagni e protagonisti delle lotte comprese tra gli anni Settanta e quelle odierne del popolo NoTav se n’è andato, improvvisamente.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Ste, che la terra ti sia lieve

Se ne è andato Stefano, compagno, No Tav. Come redazione di InfoAut ci uniamo al ricordo del movimento No Tav ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza ed affetto ad Ermelinda, ai compagni ed alle compagne che hanno condiviso le piazze, le strade ed i sentieri di montagna con Stefano.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Giocate, giocate! L’azzardo del Governo

Il gioco d’azzardo nel nostro Paese non conosce crisi e la crescita del gioco online sembra sempre più inarrestabile. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Roma: morta a 75 anni Barbara Balzerani

In carcere e poi fuori la Balzerani ha riletto a lungo la storia – personale e collettiva – degli anni ’70 e ’80, attraverso molti incontri pubblici, prese di posizione e soprattutto con numerosi libri.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Milano 2-3 marzo 2024: assemblea nazionale dei movimenti per il diritto all’abitare

La fase economica, sociale e politica che stiamo vivendo racchiude in sé tutte le contraddizioni che il sistema capitalistico porta in seno.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Contro la vostra “pace” e il vostro “lavoro” la lotta è solo all’inizio

Primo maggio a Torino: con la resistenza palestinese, contro il governo della crisi sociale.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Conferenza stampa sui fatti di ieri a Torino in occasione della contestazione ai ministri del G7 Ambiente e Energia

La militarizzazione della città deve essere denunciata a fronte della violenza delle cariche della polizia e Torino come laboratorio della violenza è qualcosa di ben noto.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Il significato conteso del 25 aprile di fronte al genocidio. Spinte e possibilità.

Le iniziative ufficiali del 24 e 25 aprile di quest’anno sono state la dimostrazione della separatezza che intercorre tra il sinistro antifascismo istituzionale e quello quotidiano di chi non si rifugia in un’identità stantia priva di sostanza e attinenza alla realtà.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il circo del G7: Extinction Rebellion occupa la tettoia della RAI.

Torino: Due attiviste di Extinction Rebellion hanno occupato la tettoia della RAI, mentre altre sette vestite da clown sono comparse in triciclo davanti all’ingresso. “G7 ambiente: -2 all’inizio del circo”, si legge sullo striscione.“G7 ambiente: -2 all’inizio del circo”, si legge sullo striscione.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Contro fascismo, sessismo, razzismo e guerra. Ora e sempre resistenza! Siamo sempre qua.

La facciata del centro sociale Askatasuna assume una nuova veste. In un presente senza storia rimettiamo al centro la Storia di ieri per guardare in avanti, in una prospettiva in cui c’è bisogno di tutta la capacità, le forze, le intelligenze di ognuno e ognuna per produrre trasformazioni .

Immagine di copertina per il post
Culture

Altri Mondi / Altri Modi – Conclusa la seconda edizione. Video e Podcast degli incontri

La seconda edizione del Festival Altri Mondi/Altri Modi si è chiusa. E’ stata un’edizione intensa e ricca di spunti: sei giorni di dibattiti, musica, spettacoli, socialità ed arte all’insegna di un interrogativo comune, come trovare nuove strade per uscire dal sistema di oppressione, guerra e violenza che condiziona quotidianamente le nostre vite?

Immagine di copertina per il post
Formazione

Torino: 23 aprile corteo contro il convegno vergognoso del Politecnico

Condividiamo di seguito l’appello degli studenti e delle studentesse universitarie torinesi mobilitati in sostegno al popolo palestinese in vista del convegno che si terrà il 23 aprile al Politecnico alla presenza del Ministro Tajani, di Eni e MAECI.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Chi ha paura dei cittadini attivi ?

In molte città italiane le motoseghe che abbattono alberate al riparo di barriere e di schieramenti di forze dell’ordine stanno producendo anche lacerazioni tra popolazioni e amministratori. A cosa porteranno queste fratture? E quali saranno gli effetti del rifiuto dei tecnici comunali di confrontarsi con gli agronomi che sostengono le istanze dei cittadini?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi: verso il libero mercato?

L’intento è ben celato, ma evidente: smantellare la legge n. 185 del 1990, quella che introdusse in Italia “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”.

Immagine di copertina per il post
Culture

Alle radici della Rivoluzione industriale: la schiavitù

E’ considerato come uno dei più noti storici dei Caraibi, insieme a Cyril Lionel Robert James, soprattutto per il suo libro intitolato “Capitalismo e schiavitù”, appena pubblicato in Italia da Meltemi editore.