Lo sciopero continua: SDA bloccata a Roma e Bologna
Quando da Roma sono giunte notizie che in seguito all’ultimo sciopero un delegato sindacale è stato minacciato di essere messo in cassa integrazione forzata, la rabbia dei facchini bolognesi di SDA, già in tensione per mancati pagamenti sul mese di agosto e per il mancato arrivo di tredicesima e quattordicesima, non hanno esitato un istante a incrociare le braccia. Già dalla tarda serata una lunga fila di camion stazionava ferma fuori dai cancelli di una delle più grandi aziende bolognesi del settore logistico. Con poco meno di quattrocento dipendenti, dei quali quasi il 90% organizzatisi nel sindacato SI Cobas, SDA è rimasta ferma per tutta la notte in solidarietà coi compagni di Roma sotto attacco e per rafforzare la vertenza locale che vede il padrone attuale tentare di lucrare il più possibile in vista del probabile cambio di appalto tra qualche mese.
La composizione dello sciopero spontaneo era come sempre molto determinata, grintosa e coesa. I pochissimi lavorato non appartenenti ai SI Cobas che sono entrati, meno di dieci ed iscritti ad un altro sindacato di base, non sono riusciti a scardinare il dispositivo di solidarietà che ormai rende coese tutte le mobilitazioni nel settore. Dopo questa notte continua a porsi con urgenza, dopo l’importante primo passo di conferma e verifica nello sciopero sociale del 16 ottobre, la necessità di proseguire nell’ipotesi politica di approfondimento strategico nei territori delle indicazioni politiche emerse dallo scorso anno di mobilitazione, ossia dell’intreccio ed ibridazione delle lotte: dai cancelli della logistica alla casa, dagli studenti ai quartieri, dalla difesa dei territori a nuovi fronti da aprire.
Guarda i video dove si spiegano le ragioni dei facchini in lotta nel bolognese:
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