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La nuova legge regionale toscana sulla casa fa i conti con le lotte

Il nuovo progetto di legge prevede:
– cancellazione dei punti per lo sfratto nella graduatoria per le case popolari;

– esclusione delle domande di casa popolare per chi non ha almeno 5 anni di residenza nello stesso comune e per gli occupanti;

– aumento del canone di affitto da casa popolare per le famiglie in fascia minima;

– maggiore facilità nella decadenza dal diritto alla casa popolare anche sulla base dei nuovi parametri ISEE.

Contro questo stravolgimento da circa due mesi in diverse città toscane i movimenti stanno dando battaglia per evitare uno scenario che, alla drastica riduzione delle possibilità di accesso alla casa popolare, accompagnerà il proliferare degli strumenti a sostegno dei privati e a vantaggio dei proprietari. Il 2 dicembre ci fu una prima presa di posizione quando a Pisa, Livorno e Firenze i movimenti hanno attaccato il Partito Democratico, raggiungendone le sedi o cercandone i vertici in Regione, per interpellare la forza responsabile di questa operazione.

È proprio all’interno del Partito Democratico che si sono aperte le prime crepe. Il 15 dicembre il Consiglio Comunale di Pisa aveva approvato, contro il disegno della Saccardi, una mozione di riconoscimento dei punti da attribuire in graduatoria per sfratto da morosità incolpevole. Inoltre convocava un consiglio comunale aperto per discutere la nuova legge con il contributo delle forze sociali alla presenza dell’assessora Saccardi. Quest’ultima, di comprovata fede renziana, vicesindaco del Premier a Firenze, ha declinato l’invito, dichiarando che chi avesse qualcosa da discutere con lei avrebbe potuto raggiungerla a Firenze.

Una porta in faccia all’amministrazione pisana che nelle settimane scorse, dopo aver perso con Firenze la partita sull’affare aeroporto in favore del blocco di interessi renziano rivolto a Peretola, ha visto tradursi lo scontro di economico in scontro politico, con l’apertura di una crisi di giunta e il conseguente rimpasto con l’integrazione di un’ulteriore uomo di Renzi tra gli assessori. Insomma, su tutti i fronti l’apparato renziano avanza, armonizzando agli indirizzi del Piano Casa le politiche sui territori. Eppure gli interessi di chi comanda non hanno ancora fatto compiutamente i conti con la variabile delle lotte.

Ieri infatti, a Pisa, all’interruzione del Consiglio Comunale è seguita un’interlocuzione con i capigruppo che ha portato alla convocazione per la data del 5 marzo alla convocazione del Consiglio Comunale aperto per la discussione della legge regionale. Lunedì invece i movimenti prenderanno parola a Firenze organizzandosi in un’assemblea pubblica che guarderà a come contrastare l’approvazione della legge prevista con tutta probabilità per il 10 di marzo.

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