Guernica Fest: Antagonismo, musica e socialità
Contornata da diversi gazebo, ognuno in rappresentanza dei vari interventi politici del Guernica (Asse Donne, prendo casa, C.A.S., Infoaut Modena) e quello dell’elettrolab Guernica, nel primo pomeriggio ha preso il via il primo Guernica Fest, con l’esibizione di alcuni gruppi locali, gruppi che già all’interno dello spazio occupato avevano trovato spazio per esprimere la loro arte musicale, che diversamente all’interno della città di Modena non riuscirebbero a esprimere, se non all’interno della classica sala prove.
Terminati i concerti era in programma l’assemblea cittadina, un assemblea partita con alcuni minuti di ritardo, a causa della visita di due volanti dei carabinieri che posizionandosi all’ingresso della festa hanno alzato la tensione all’interno della stessa, carabinieri mandati dalla questura di Modena per garantire l’ordine pubblico, non a caso all’interno di una delle due macchine erano posizionati caschi e scudi, come se dovessero essere pronti a fare chissà che cosa. Da qui è partita una forte discussione e dopo pochi minuti ai ragazzi in divisa si sono aggiunti una volante della polizia, la famigerata auto della digos di Modena e alcuni vigili urbani: morale della favola una ventina di forza pubblica per una festa autorizzata dove di forza pubblica non ce ne era bisogno. Chiaramente in un clima molto teso all’interno della città di Modena, dove sembra che il problema più grosso della città sia il Guernica, certe persone nonostante permessi vari vogliono alzare ancora di più la tensione, oppure vedono il Guernica come uno strumento per le loro carriere. Ricordiamo che in questi giorni ai militanti del Guernica sono state combinate multe per un totale di quasi 40000 euro a cui si aggiungono un altra ventina di denunce per l’occupazione dell’ex cinema scala e per l’occupazione dell’ex scuola di Marzaglia.
Dopo una mezzora la questione si è risolta con i nervi alle stelle e il dibattito è potuto partire, un dibattito che ha visto la partecipazione di alcune forze politiche, lavoratori, studenti medi , universitari e cittadini del quartiere. Partendo dal documento scritto dal Guenrica, che torniamo a pubblicare a margine dell’articolo, si è sviluppata una interessantissima discussione su come affrontare il prossimo autunno, sia a livello locale che nazionale, una discussione che partendo da punti di vista differenti ha messo sul tavolo spunti interessanti entrando nel merito della politica cittadina ma sopratutto si sono poste le basi per un confronto continuo in previsione della prossima stagione politica.
Terminato il dibattito, è iniziata la dimostrazione della palestra popolare ETM, palestra nata all’interno dell’occupazione dell’ex torrefazione Molinari, e in ultimo tra un temporale e una schiarita e un temporale finale che ha decretato la chiusura della festa è partito l’elettorlab ( in versione light a causa della pioggia che ha bagnato parte dell’impianto e della strumentazione).
Le tantissime persone che sono giunte al parco, nonostante la minaccia continua della pioggia ed un ridimensionamento della serata (causa maltempo) dimostrano come sia grande la voglia di momenti e spazi aggregativi slegati dal profitto, liberati dal razzismo e dal sessismo in gran voga nei locali pubblici cittadini.
In conclusione vogliamo rimarcare l’importanza politica che il Guernica sta portando all’interno della città di Modena. Attraverso iniziative, prese di posizione e azioni sono stati aperti nuovi fronti politici all’interno della città che altrimenti non si sarebbero visti, portando alla luce le numerose contraddizioni che i poteri forti della città si portano dietro dal dopo guerra. Evidentemente tutto questo è il motivo per cui ad ogni iniziativa si tenta di mettere il bastone tra le ruote al Guernica, ma la storia ci ha lasciato un Guernica che incurante di tutto ciò, ad ogni evento, azione, nonostante multe, denunce, colpisce sempre l’obiettivo lasciando un tratto indelebile all’interno della città.
Siamo certi che l’autunno, come nel resto d’Italia, a Modena sarà incandescente.
Infout_Modena
Documento Guernica:
Le oscillazioni della borsa e l’approvazione della manovra economica da parte del governo italiano hanno riportato alla ribalta mediatica il tema della crisi, iniziata nel 2008 ed oggi tutt’altro che passata o assopita. Proprio ora diventano evidenti le caratteristiche non temporanee che la crisi ha sul nostro paese, il quale si trova ad affrontare gli “attacchi” della
speculazione dopo i casi di Grecia, Portogallo e Irlanda. Un paese già duramente colpito nell’economia reale, la quale ha dovuto registrare negli ultimi anni un generale impoverimento, identificabile nell’alta
percentuale di inoccupati specialmente tra i più giovani e le donne.
Un’altro segnale da registrare è la totale sudditanza dei governi al mondo della finanza che, dopo aver causato questa situazione, partendo dai titoli “spazzatura” USA, era stato minacciato di una minor libertà d’azione attraverso regole che avrebbero permesso un maggior controllo da parte delle istituzioni e protetto i ceti più deboli dal rischio dei fallimenti delle banche. Ma proprio in questi giorni vediamo come gli attacchi speculativi al debito italiano abbiano imposto una manovra
economica esorbitante nelle cifre e dai tempi di approvazione brevissimi, che ha addirittura contribuito a creare un’alleanza tra tutte le forze politiche parlamentari, situazione che non è mai stata all’ordine del giorno e neanche pensabile, almeno da quando esiste la seconda repubblica.
E queste misure economiche vanno a colpire i ceti più deboli della società, ricetta ormai consueta nelle antiche democrazie europee, attraverso una drastica riduzione della spesa sociale, l’innalzamento dell’età pensionabile, lo smantellamento della scuola pubblica, il blocco degli stipendi statali e più in generale una serie di misure che vanno a colpire e a danneggiare il “welfare state”, lasciando praticamente immutati i profitti di chi possiede grandi patrimoni, le spese militari e gli interessi delle lobby economiche, banche in primis.
Anche nella città di Modena si vedono questi effetti con un progressivo, e neanche troppo lento, smantellamento di quelle politiche sociali per le quali, in questi anni, i nostri amministratori si sono
vantati. L’ effetto conseguito è creare situazioni di esclusione sociale sempre più evidenti; d’altro canto gli interessi dei grandi industriali, con le cooperative di costruzione in testa, continuano ad essere alimentanti molto spesso con soldi pubblici.
Il nostro ragionamento intende sottolineare il fatto che ad ogni attacco effettuato contro i soggetti sociali colpiti dalla crisi, si è assistito ad una risposta partita dal basso seppur lenta e frammentata, sia a livello internazionale che nazionale. Ne sono ottimi esempi la dura contestazione esplosa in Grecia, il movimento degli Indignados spagnoli, che dopo aver montato una protesta dai numeri enormi ora inizia a praticare forme di lotta di riappropriazione, come l’occupazione di
case, e i movimenti della primavera araba i quali, dopo aver riportato d’attualità il termine Rivoluzione, hanno saputo liberarsi dei vari governanti corrotti i quali hanno creato situazioni di
malessere generale e dove il movimento ha saputo addirittura rilanciare, attraverso forme di autorganizzazione di base, reti di lotta e solidarietà non accontentandosi del semplice cambio di regime.
Anche in Italia si è assistito e si continua a assistere, se pur a tratti, a momenti di grande mobilitazione che danno il segnale di una società che finalmente si è resa conto di essere stanca di subire lo schiacciamento e la presa in giro da un sistema imprenditoriale e politico che, in modo connivente, per anni ha fatto profitti, dentro e fuori le sue stesse regole, incurante del decadere del paese, riscontrabile a qualsiasi livello, sia esso politico, economico o culturale.
Dapprima la grande manifestazione del 16 Ottobre che ha visto mobilitarsi attorno alla FIOM un gran numero di soggetti e ha riportato al centro del dibattito nazionale il tema del lavoro che sembrava relegato nei ricordi degli anni ’70; poi venne il 14 Dicembre con l’esplosione di rabbia, per molti versi inaspettata, degli studenti contro il rais Berlusconi e per riappropriarsi della scuola pubblica martoriata da decenni di riforme; il 13 Febbraio ha visto le piazze italiane riempirsi di donne stanche di vedersi negata la dignità e che, pur con tante contraddizioni, hanno dato un segnale forte alla politica di palazzo e a tutta la società; lo sciopero generale della CGIL, imposto da una base stanca dei giochetti sempre al ribasso di un certo tipo di sindacato, e concesso dalla
Camusso, solo per tenere buona la stessa base Cgil, avendo ora mai tracciato quel percorso che l’ha portata alla firma della riforma dei contratti, rientrando a pieno titolo nella gestione capitalista
del mondo del lavoro e del sociale. Uno sciopero che ha visto percentuali di adesione e presenze nelle piazze che hanno riportato la mente a movimenti ormai passati; passando per la battaglia per i beni comuni che al di là delle valutazioni sullo strumento referendario ha visto un protagonismo, una partecipazione e un livello di organizzazione dal basso che non solo ha centrato la vittoria ma ha costretto molti politicanti, tra i quali quelli del “vento nuovo”, a mettersi nella scia di questo movimento senza permettergli di metterci il cappello; e infine la straordinaria esperienza della libera repubblica della Maddalena e della grandiosa giornata di resistenza alla TAV del 3 Luglio, momento più alto di un movimento che da anni lotta contro lo stupro del territorio sapendo creare forme di lotta e di organizzazione dal basso che sono esempio per ogni mobilitazione futura.
Tutti questi momenti sono sicuramente diversi tra loro e difficilmente paragonabili ma portano al loro interno caratteristiche comuni riscontrabili nell’indisponibilità a chinare ancora la testa di fronte
all’ennesimo sopruso e nella ricerca di forme di lotta che partano dal basso attraverso assemblee oceaniche e la capacità di lavorare uno accanto all’altro per un obiettivo comune rifiutando qualsiasi
imposizione dall’alto.
E’ altrettanto vero che la realtà sembra dirci che un paese diverso è un miraggio ancora lontano e questi episodi di rivolta appaiono momentanei e scollegati tra loro: per questo occorre riflettere su un autunno che si preannuncia molto caldo, cercando soluzioni innovative, luoghi di ricomposizione, mantenendo quel carattere “dal basso” che è la vera forza di tutte queste lotte.
E’ chiaro che le fratture anche del tessuto politico cittadino, mostrano come sia sempre più necessario pensare a come “difendersi dalle istituzioni”, istituzioni che si caratterizzano sempre più
chiaramente come strumenti degli interessi dominanti o semplici strumenti di disciplinamento e repressione, proprio per la loro incapacità di ridistribuire la ricchezza sociale.
Per questo invitiamo tutte e tutti a partecipare all’assemblea che si terrà presso il parco della Resistenza alle ore 18,00 per riflettere insieme sui momenti passati e futuri, perché come Guernica ci rendiamo conto che è il momento di
mettere a disposizione della collettività in movimento la nostra elaborazione, come espressione di una parzialità certo, ma una parzialità che intende mettersi in relazione e confronto con tutte le
componenti del movimento cittadino, al fine di contribuire alla preparazione di una stagione politica che necessita di un adeguato livello di riflessione collettiva.
Progetto Guernica
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