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Spazi e tempi trans-nazionali della crisi. Tempo e spazio di contropotere!

La crisi accelera il processo di finanziarizzazione del mercato creditizio, e il ruolo di creazione di rendite e bolla speculative, tramite un continuo processo di concentrazione, e tramite la selezione e marginalizzazione degli operatori bancari che non riescono a superare una soglia minima di portafoglio finanziario in grado di incidere sulla dinamica delle convenzioni speculative. Un’economia finanziaria di produzione, nella quale è centrale il divenire rendita (finanziaria) del profitto. Ciò significa che, nel perdurare della crisi economica e creditizia, la strategia perseguita dalle maggiori multinazionali della finanza è quella di continuare ad alimentare bolle speculative come fonte unica di profitti sotto forma di rendita finanziaria. Da questo punto di vista la guerra finanziaria tra le potenze del “nuovo ordine multipolare” resta completamente uno spazio aperto dove la ripartizione del mondo in termini di produzione, profitti e rendite non trova una definizione, o almeno una definizione vincente. Da questo punto di vista vanno lette, per ciò che attiene all’area mediterranea ed europea, l’intensificarsi delle operazioni di guerra contro i paesi dell’Africa e del Vicino Oriente, i tentativi deboli e instabilissimi di normalizzazione dei processi rivoluzionari in corso, e non ultima la battaglia, ancora sotto-traccia per l’opinione pubblica nella UE (ma per quanto?), delle valute americana ed europea, che vede Washington sempre pronta a scaricare i costi della crisi sui paesi europei. Il debito si ripaga (e si spinge e potenzia in avanti) producendo altro debito, e in Europa ciò significa distruzione di welfare residuo e pieno sviluppo della tendenza attuale della crisi capitalistica, quella tendenza necrogena, che vede nella distruzione di capitali, di ambiti della riproduzione sociale e delle forme di vita l’estrazione ultima del profitto.

Ma questo spazio aperto, ad alta tensione, del “nuovo ordine multipolare” è soprattutto, ma non solo, per i governati dell’area europea e mediterranea, uno spazio dell’ingovernabilità e quindi di decisive possibilità. Questo spazio e in questo tempo, sempre aperto a definizioni e ridefinizioni di parte, è anche il tempo e lo spazio del contrattacco e della contrapposizione sociale in una prospettiva politica antagonista. Il dato elettorale italiano, in tutte le sue ambivalenze, ha aggiunto una quota di ingovernabilità per le elites della finanza (che già meditano vendetta!) funzionando come kathekon debole, ma pur sempre freno all’aggressione alla riproduzione sociale nel sud europa. Su questa frenata è possibile immaginare e praticare l’accelerazione di parte antagonista? Crediamo di si, e seppur con le inadeguatezze soggettive a seconda dei contesti, siamo convinti che porre il problema del “contro-potere nella crisi” sia oggi riconoscere l’impossibilità di un newdeal per rovesciarlo nella possibilità della riapproprazione dei servizi e dei nodi della riproduzione sociale, sia riconoscere l’impossibilità di una soluzione della crisi della rappresentanza rovesciandola nella possibilità di forme organizzative del “Politico” a partire dallo sviluppo delle lotte attuali che in Grecia, Spagna, Egitto, Tunisia e di recente dall’Est Europa e dai Balcani si orientano sui valori della solidarietà, dignità e giustizia sociale. Lì il tema del reddito quando è posto fa irrompere istanze di potere, o meglio di contro-potere più o meno sviluppato in una valenza destituente o costituente. Insieme alla rappresentanza, entrano in crisi anche i modelli di rappresentazione dei rapporti e della conflittualità sociale. E su questo livello il problema da affrontare è quello sempre centrale e dirimente degli stili e delle forme della militanza, a cui vogliamo rispondere, come ipotesi da verificare collettivamente, a partire dalle lotte di cui siamo parte, e a partire da quegli spazi di reciprocità e organizzazione delle lotte trans-nazionali che ormai da anni costruiamo con tenacia insieme a tanti altri compagni e compagne. Anche per questo, il prossimo aprile saremo in Slovenia, provincia ribelle della Fortezza Europa in crisi, per sviluppare inchiesta, dibattito e proposta antagonista trans-nazionale insieme a chi contro la crisi tenta di organizzarsi oltre lo Stato.

 

(*) contributo presente nel volantone di Infoaut distribuito durante il corteo per Dax

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