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Le risorse ci sono ma vanno alle Banche. La linea Renzi-Gentiloni

Quindici miliardi di euro sono subito pronti a essere usati per comprare, in sostanza, ciò che il mercato non vuole, a partire dalle azioni, degli istituti bancari nell’occhio del ciclone.

 

Con ciò la strada dei rimborsi, almeno per i piccoli risparmiatori di Banca Etruria e Monte dei Paschi, appare sempre più un miraggio, come afferma il tesoro.

Per stabilizzare il sistema bancario italiano la Commissione Europea su pressione dell’ ex esecutivo sta sbloccando in meno di pochi mesi qualcosa come 80 miliardi, sempre per coprire le garanzie sulla liquidità bancaria.
Una quantità ingente, che possiamo leggere da una parte come meccanismo di “solidarietà finanziaria”, e dall’ altra è contingente alla ricetta economica a cui gli italiani non paiono essersi tanto ben abituati in fondo, quella dell’ austerità.
Mentre però scuole in mezzo paese sono senza riscaldamento e le strutture sanitarie implodono, ritorna lecito chiedersi: la stabilità finanziaria in nome della quale si convogliano le risorse, a chi giova in ultimo termine?

Mentre la conversione delle obbligazioni e gli stessi passaggi strutturali di ricapitalizzazione di MPS appaiono come un dilemma, la linea del Governo si staglia chiara.
Un Governo che risulta quanto di più aderente, se non fotocopia spudorata di quello che ha visto il burattinaio (e bottegaio) fiorentino uscire, per usare una immagine che può rendere, dalla porta di emergenza di una nave rottamata con già pronto uno scivolo di conduzione a terraferma.

E’ chiaro, e i giochi delle tre carte dei giorni scorsi lo dovrebbero palesare fortemente, che la figura di Renzi è stato medium e focus al tempo stesso del grosso mondo di interessi che tiene unito il suo partito ad altre cordate abbarbicate al potere. Ed è così che lo slancio r-innovativo del Matteo si scontra contro la sua stessa figura, complementare, dell’ultima mesata, non essendo riuscito ad ingraziarsi gran parte della popolazione nonostante lo strapotere comunicativo, sta alla penombra di un Governo che è nient’altro che il più alto ganglo corporativista del Paese.

Niente di eccepibile dunque se Gentiloni si prostra a uso e consumo del sistema bancario, e l’ esortazione a fare “gli interessi dell’ Italia” insulta e parla ai tanti NO emersi nella tornata referendaria del 4 Dicembre in questo Paese.
E nondimeno, a parte le timide allusioni piddine al ripensamento su un Jobs Act già attuato e persino rivendicato con la riconferma del fido Poletti, pare sfidare lui stesso i dissenzienti al sistema di governo a giocare una partita che si deve infiammare e sostanziare nelle piazze altrimenti resta imbottigliata dall’ attesa prettamente passiva del gioco delle urne.

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