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Focus Al Jazeera: i trailer dentro la rivoluzione araba

Si tratta di clip che da circa 6 mesi vengono trasmessi continuamente, 24h su 24h, raggiungendo le case di milioni e milioni di arabofoni sparsi nel mondo. E’ un’antologia parziale che prende in considerazione la Tunisia, l’Egitto, la Libia e lo Yemen mostrando così le differenti angolature del punto di vista politico e forme di narrazione che il network televisivo satellitare ha scelto per trattare i singoli eventi.

Il ruolo di Al Jazeera nei movimenti rivoluzionari arabi è un ruolo da protagonista, carico di decisive ambivalenze e contraddizioni, ma che non può essere sottovalutato quando si tenta di comprendere cosa stia accadendo nella sponda sud del mar Mediterraneo. Con questo primo focus vogliamo condurre il lettore italiano nello streaming del canale arabo presentando i clip con delle brevissime introduzioni che segnalano l’incisività del network nell’orientare e risocializzare i segni dei movimenti rivoluzionari arabi.

Non si tratta di un’approfondimento ma di una prima introduzione critica per il lettore italiano ad uno dei canali più odiati e amati, controverso e sempre più egemone nel flusso della comunicazione globale.

 

Tunisia subito dopo il 14 gennaio

Il video inizia con l’inno nazionale tunisino e poi il popolo si racconta. Dai più giovani agli anziani,dagli operai agli avvocati tutti uniti nella lotta per scacciare il loro rais : “BEN ALI HARAB!” grida un tunisino, negli ultimi fotogrammi, la notte del 14 gennaio nell’Avenue Bourguiba dove risuona lo slogan “il popolo tunisino è libero”.

 

Tunisia “ana fahmtekom”, io vi ho capito di Ben Ali

Ben Ali pronuncia in tv il suo ultimo discorso dichiarando di aver capito il popolo, il precario, l’operaio, e chi sogna maggiore libertà, ma ad ogni parola il video contrappone immagini dal segno chiaramente opposto. “Ana fahmtekom”, io vi ho capiti, la frase fatale viene introdotta da immagini che ritraggono i manifestanti ad un passo dell’ingresso del Ministero degli Interni che urlano “Viva la Tunisia” davanti allo schieramento di celere, che poi non esita a sparare per colpire i manifestanti realizzando l’indicazione del Rais che durante lo stesso discorso aveva dichiarato di colpire gli insorti “bi kull hezem”, con estrema decisione. Entrambe le espressioni arabe che abbiamo traslitterato verranno riprese dal movimento e rovesciate ironicamente nei murales, sugli striscioni e nella tracce rap.

 

La collera egiziana

in questo video Mubarak ribadisce la sua indisponibilità a lasciare la presidenza dell’Egitto. Il suo discorso viene contrapposto dagli interventi di alcuni esponenti della comunità internazionale e dell’opposizione egiziana, intervallati da immagini degli scontri tra i manifestanti e la polizia.

 

La collera egiziana 2

una collezione di immagini delle proteste contro il regime di Mubarak, vengono ritratti i protagonisti delle manifestazioni in cui iniziano a comparire bandiere e striscioni che riportano l’esclamazione “Irhal”, il dégage in lingua araba standard.

 

La collera egiziana 3

ancora una collezione di immagini che presentano i manifestanti durante i sit-in e gli scontri di piazza, sul volto del manifestante con cui si conclude il clip è scritto sulla fronte “irhal”, sullo sfondo di piazza Tahrir.

 

La collera egiziana, il promo delle dirette e delle corrispondenze

 

Libia: “zanga zanga” un discorso di Gheddafi

Il famoso discorso di Gheddafi dove promette che i ribelli verranno schiacciati città per città, casa per casa, dimora per dimora, via per via (zanga zanga)… Le immagini che seguono mostrano le manifestazioni contro il regime, un ragazzo urla “dov’è il mondo?” e successivamente viene montata l’immagine della distruzione della statua del Libro Verde del Rais.

 

Sta per scoppiare la guerra in Libia

I leader delle potenze occidentali e l’Onu dichiarano che Gheddafi va fermato e deve lasciare il potere, ma nel montaggio quest’ultimo dichiara di non aver mai sparato sui civili mentre le immagini riportano conflitti a fuoco ed esercito attivo in Libia.

 

Libia verso la guerra: il movimento, Gheddafi e le dichiarazioni all’ONU

Gheddafi nel suo discorso invita la lega araba, l’Europa e l’America a notare quanto sia amato e apprzzato dal popolo e dai giovani libici. E mentre pronuncia il discorso vengono mostrate immagini di scontri di piazza tra insorti libici e le forze lealiste del regime. Il video è scandito dalle dichiarazioni all’Onu delle potenze occidentali.

 

il discorso di Gheddafi: la violenza nel mondo

Gheddafi viene ritratto dentro una tv mentre pronuncia un discorso in cui ricorda la repressione contro gli studenti cinesi, cita la strage dei bambini di Beslan ad opera delle teste di cuoio russe, e fa riferimento alla mattanza di Fulluja durante la guerra di Bush in Irak. Il video clip si conclude con il rais che assicura che non succederà la stessa cosa in Libia mentre le immagini mostrano una bara di un bambino che si chiude.

 

Libia: la collera e le lacrime del popolo insorto

nel video alcuni uomini e ragazzi piangono per le morti e le violenze causate dall’esercito del rais. Un ragazzo infuriato ed in lacrime chiude il video rovesciando il discorso del rais, -dedicandogli due parole-: ti prometto Omar gheddafi che anche se ti dovessero uccidere noi ti tireremo fuori dalla tomba , ti distruggeremo e ti daremo fuoco, ti prometto che ti cercheremo zanga zanga (strada per strada) hofra hofra (fossa per fossa)!

 

Scoppia la guerra in Libia

mentre Obama, Sarkozy e la lega araba dichiarano guerra a Gheddafi, lui dice che nessun estraneo ha il diritto di intromettersi nelle questioni dei libici ma le immagini mostrano alcuni fotogrammi che ritraggono gli insorgenti armati.

 

Libia Obama vs Gheddafi

i due discorsi di Obama e Gheddafi a confronto: il primo dichiara l’intervento militare in Libia per la protezione dei cittadini libici, il secondo ricorda il prezzo pagato per la liberazione della Libia e dichiara che il “suo popolo” no ha intenzione di subire un’altra colonizzazione.

 

Yemen “irhal!”

video che mostra immagini del popolo yemenita pronto a scacciare il suo rais. La maggior parte delle foto ritraggono manifestanti con il volto o le mani disegnate con la parola “irhal”, vai via rivolto al rais Saleh.

 

Yemen, gli slogan e il discorso di Saleh

video che mostra il discorso di Saleh che promette al popolo yemenita di soddisfare ogni loro richiesta, ma le immagini che seguono ritraggono manifestanti feriti negli ospedali o durante degli scontri di piazza. Il video si conclude con lo slogan “il popolo vuole la caduta del regime!”.

 

Yemen, Saleh e la piazza

Discorso del rais yemenita contrapposto allo slogan “Irhal” della piazza rivoluzionaria di Sana.

 

La morte di Ali Hasan Jabar cameraman di Al Jazeera

queste immagini ricordano Ali Hasan Jabar, cameramen di aljazeera ucciso dalle milizie libiche. I governi dei paesi arabi, afferma la giornalista, hanno l’ineteresse di chiudere occhi e bocca agli inviati di al jazeera che cercano di documentare le rivoluzioni che altrimenti passerebbero inosservate. Alla fine del video si legge nello striscione: “in questo luogo si è unito il sangue libico e quello qatariano per la libertà. Condoglianze a noi stessi, ad Al jazeera e al popolo qatariano”. Lo slogan che grida la piazza è: con l’anima con il sangue difendiamo Al Jazeera!

 

Libia, Egitto, Tunisia, la distanza del discorso dei rais dalla volontà del popolo

in questo video vengono contrapposte le voci del popolo che nelle piazze gridano alla caduta del regime, ai tre Rais che nei loro discorsi vantano il grande operato di guida della nazione orientato “dall’amore per la patria”.

 

Libia, Egitto, Tunisia, il popolo contro i rais

si ripetono le immagini delle piazze rivoluzionarie contrapposte ai volti preoccupati dei rais

 

TRAILER

Libia in ricordo di Ali Hasan Jabar, cameramen di Al Jazeera ucciso dalle milizie libiche

 

Il movimento libico e il rais

 

La vittoriosa rivoluzione d’Egitto

 

I venerdì della collera

questo video riporta le dati simboliche delle rivoluzioni arabe : dalla prima manifestazione in tunisia ( 17 dicembre 2010), alla cacciata di ben ali ( 14 gennaio 2011), a quella di Moubarak ( 11 febbraio) . Nel video riportando le dae viene fatto notare che le giornate più importanti delle rivoluzioni sono tutti dei venerdì

 

Il popolo fa la rivoluzione [Tunisia, Egitto, Yemen, Libia]

 

Yemen la rivoluzione per il cambiamento

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