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Modena. “Uniti contro ogni fascismo” corteo contro l’apertura di sedi fasciste

Questo “circolo culturale”, come definito da loro, più volte smascherato dalle varie pagine web antifasciste modenesi, in realtà non è nient’altro che un ricettacolo in cui identità nazionale, nostalgia per croci celtiche e svastiche, e concerti nazi-rock, fanno da sfondo a becere iniziative “metapolitiche”, come hanno avuto modo di definirle. Dietro a questa particolarità insolita e nuova per il territorio modenese, abbiamo l’unità tra sigle differenti della galassia dell’estrema destra italica tra cui Forza Nuova, Casa Pound e Lealtà e Azione, il tutto condito dall’appoggio istituzionale dato da Fratelli d’Italia. Un tentativo evidente di creare una “casa comune” e per questo a maggior ragione da combattere.
Il 14 gennaio è stata una giornata di mobilitazione lanciata insieme a diverse realtà politiche del territorio, il cui obiettivo era entrare in contatto e in comunicazione con uno storico quartiere operaio della città, ossia quello direttamente interessato dall’apertura del covo neofascista. L’ampia partecipazione al corteo ha aiutato di certo a raggiungere lo scopo di chi in città combatte quotidianamente ogni forma di discriminazione sociale e politica.
Lo striscione d’apertura “Uniti contro ogni fascismo”, in cui si sono riconosciuti lavoratori, studenti e famiglie senza casa, rappresenta il punto da cui partire per un conflitto politico e sociale che veda nella chiusura di “Terra dei Padri” un obiettivo concreto.
Se da un lato le politiche neoliberiste imposte dall’Europa e messe in campo dal PD altro non hanno fatto che precarizzare ogni aspetto della nostra vita, dall’altro la morsa delle spinte reazionarie, razziste e xenofobe è arrivata anche nella nostra città, diventando specchio di una diseguaglianza economica che include in maniera trasversale diverse composizioni sociali. Solo con la lotta contro queste diseguaglianze riusciremo ad eliminare il germe del neofascismo.
È evidente il bisogno di trovare un capro espiatorio su cui scaricare la rabbia di una crisi economica all’interno della quale il capitale tenta di imporre la sua ristrutturazione. In questo senso l’immigrazione e le politiche coercitive sugli esseri umani che provengono da altri paesi, così come le retoriche securitarie e i richiami ad un decoro di facciata, rappresentano le modalità sulle quali converge anche l’attuale amministrazione. Il rischio che nella nostra città torni ad aprire un lager per migranti come il C.I.E ne raffigura solo l’esempio più lampante, in questa direzione durante la manifestazione si è lanciata un’assemblea pubblica cittadina in data 24 gennaio.La lotta contro le viscide e striscianti politiche neofasciste dovrà tenere conto anche di questi aspetti.
Occorre partire da questa importante giornata, con la volontà chiara e netta di mettere in discussione le condizioni di sfruttamento all’interno degli ambiti sociali in cui ognuno di noi si muove nel presente, per trasformarlo. Antifa United We Stand!
 
 

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