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Addio alla partigiana Giovanna, la ‘bimba col pugno chiuso’

Giovanna, nota col soprannome di ‘bimba col pugno chiuso’, era nata a Roma il 27 marzo del 1912 e fin da giovanissima la sua vita è stata dedicata alla lotta contro il fascismo: da bambina, infatti, nella sua casa a Roma, faceva con la sorella Giuliana i turni di guardia per evitare sorprese della polizia fascista mentre i suoi familiari preparavano in casa la stampa e i volantini antifascisti che avrebbero poi diffuso in città.

Col trasferimento della famiglia a Milano, Giovanna fu costretta ad abbandonare gli studi universitari per entrare a lavorare in fabbrica e nel 1936 aderì alla sezione milanese del Pci clandestino.

Fu arrestata assieme ad uno dei suoi fratelli e scarcerata dopo un mese di detenzione ma quell’episodio le costò una schedatura come ‘sovversiva’ per il regime fascista, tanto che nel 1941 la polizia tentò inutilmente di impedirle di recarsi a Ventotene per sposare Pietro Grifone che era stato mandato lì al confino.

Rientrata nella capitale assieme al marito, Giovanna entrò nella Resistenza nelle Brigate Garibaldi e fu molto attiva nella lotta antifascista soprattutto nei quartieri popolari di Roma e tra le donne, un impegno che le fece meritare una medaglia al valore dopo la liberazione.

Successivamente è stata dirigente del Pci e presidente onoraria dell’Anpi di Roma.

Fino all’ultimo Giovanna ha portato avanti con passione la memoria e i valori della sua esperienza di partigiana trasmettendone l’esempio fino alle nuove generazioni contro vecchi e nuovi fascismi.

Ciao Giovanna, che la terra ti sia lieve!

(A questo link è possibile vedere un estratto del documentario “Bimba col pugno chiuso” con cui nel 2013 Giovanna Marturano ha raccontato la sua vita)

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