InfoAut
Immagine di copertina per il post

La battaglia di Novara

||||

La battaglia di Novara: (9 luglio-24 luglio 1922), occasione mancata della riscossa proletaria e antifascista.

Le elezioni legislative del 1919 e del 1921, le ultime due democratiche prima dell’avvento del fascismo, portarono al successo nella Provincia di Novara le forze politiche comuniste e socialiste, rendendo il territorio una “provincia rossa”, alla stregua di quelle dell’Emilia-Romagna. La città di Novara, terra agricola e industriale fino a quel periodo, salì all’onore delle cronache nel luglio 1922. Novara divenne fascista, ma il movimento mussoliniano dovette sudare le ben note “sette camicie” per imporsi in quella parte del nord-est del Piemonte.

La battaglia di Lumellogno: i fascisti contro una “frazione rossa fuori dal mondo”

Nell’estate 1922 Novara divenne un nodo strategico decisivo nella lotta fra il socialismo e il nascente fascismo. I primi nuclei del Fascio di combattimento in provincia di Novara sorsero a Galliate, Borgomanero, Pallanza e nel Verbano, dove, nel 1920, Amedeo Belloni, nazionalista, fascista convinto e esponente di spicco del quadrante politico nord-orientale del Piemonte, ne fondò uno. Michele Piana fu il primo segretario della sezione locale del Fascio.

Il fascismo capì che nel novarese doveva dare battaglia nelle risaie e nelle campagne sfruttando il malcontento e l’odio dei proprietari terrieri che volevano disfarsi del sindacalismo “rosso” e delle cooperative: l’adesione degli agrari al fascismo avvenne proprio con la nascita del Fascio di Combattimento.

L’omicidio dell’agricoltore Angelo Ridone, leader del Fascio di Casalino, piccolissimo centro a poche decine di chilometri da Novara, presso la cascina Suppea, il 9 luglio, da parte di sette ciclisti “comunisti” fu la causa dello scoppio di quella che passò alla storia come «la battaglia di Lumellogno», un periodo di violenza estrema, visto che tra il 10 e l’11 luglio iniziarono pestaggi, sparatorie e distruzione di circoli operai che dalla bassa novarese si estesero fino a Caltignaga, paese subito a nord della città.

Lumellogno era un feudo contadino e socialista e i fascisti novaresi lo definirono un “paese fuori dal mondo”, evidenziando lì la totale difficoltà di instaurare il potere e la forza.

Gli operai e i contadini decisero di iniziare uno sciopero a oltranza a partire dal 12 luglio contro le umiliazioni subite: fu organizzato dall’Alleanza del Lavoro di Novara di Secondo Ramella, tra i capi del Partito socialista novarese. A questo sciopero si opposero gli industriali che accusarono gli operai di colpire ingiustamente le fabbriche che erano «assolutamente estranee a contese di partito».Il 17 luglio fu il giorno più violento poiché a Lumellogno si contarono ben sei morti e undici feriti. Causa della violenza furono gli sberleffi che uno sparuto numero di fascisti in bicicletta rivolsero ad un gruppo di contadini al lavoro, i quali, infuriati da quel comportamento, assalirono i fascisti distruggendo le loro biciclette con il tridente da lavoro. L’onta fu talmente grande che in pochi minuti arrivarono da Novara oltre cento fascisti capitanati da Vittorino Caccia, i quali iniziarono a sparare, e a manganellare, contro i contadini che lottarono con il forcone. Perirono Giovanni Merlotti, Angelo de Giorgi e Pietro Castelli, mentre Gaudenzio Mazzetta, Giuseppe Galli e Carlo Cardani morirono nei giorni successivi per le ferite riportate. Il fascista caduto era Luigi de Michelis.

La battaglia si spinse fino al centro della città capoluogo e nelle sedi amministrative: il prefetto Vincenzo Pericoli esautorò il professor Giuseppe Bonfantini dalla carica di sindaco, per sostituirlo con un Commissario prefettizio (un mese dopo si insediò il primo podestà di Novara, Erminio Maggia). Lo sciopero terminò il 24 luglio quando Secondo Ramella andò in Prefettura e dichiarò la ripresa del lavoro mandando su tutte le furie i lavoratori che accusarono i dirigenti socialisti di lassismo e di non aver fatto abbastanza per fermare la violenza fascista.

Per il proletariato novarese la disfatta costò la caduta di oltre quaranta amministrazioni comunali rosse, tra cui la giunta socialista di Giuseppe Bonfantini a Novara, oltre cinquanta sedi di circoli operai distrutti, otto morti e venticinque feriti su tutto il territorio provinciale.

Cesare Bermani, autore de «La battaglia di Novara. 9 – 24 luglio 1922: l’occasione mancata della riscossa proletaria e antifascista» (edito nel 1978) sostenne che la “disfatta di Novara” mise a nudo l’incapacità dei dirigenti socialisti di opporsi al fascismo con la lotta di massa preferendo la “via parlamentare”, lasciando i contadini da soli e permettendo al fascismo di potersi imporre come un’organizzazione armata.

Guarda “La battaglia di Novara – Archivio Cesare Bermani“:

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Storia di Classedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Costruita per Dominare

Pubblichiamo la traduzione del seguente articolo: Palantir sta progettando l’infrastruttura della repressione — e ci sta dicendo il perché. Una nuova campagna di reclutamento è apparsa nei campus delle università d’élite statunitensi nell’aprile scorso. In scuole come Cornell e UPenn, manifesti alle fermate degli autobus, su uno sfondo nero austero, lanciavano un cupo avvertimento: “È […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

1.5° è ormai superato: quanto diventerà calda la Terra?

Potrebbe essere “tecnicamente possibile” mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi… ma ciò non accadrà.

Immagine di copertina per il post
Culture

Combattere per poter combattere. Storia del pugilato femminile

Nel mondo sportivo attuale la differenza tra ambito maschile e ambito femminile è ancora accentuata sotto molti punti di vista.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Chi importa in Europa il gas di Israele?

Le guerre di Israele si nutrono anche di gas: quello estratto dai giacimenti offshore di Tamar, Leviathan, Karish e Tanin (questi ultimi contesi con il Libano), e in previsione anche di quello sottratto ai palestinesi nei mari di fronte a Gaza. di Collettivo Gastivists, da ECOR Network Come è noto, nell’autunno 2023 il Ministero dell’Energia […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il nucleare sta alla sostenibilità come il riarmo sta alla fine delle guerre: la grande trappola del nostro tempo (II parte)

Pubblichiamo la seconda puntata dell’approfondimento elaborato a seguito del convegno “Energia nucleare, il bisogno e il non detto” in vista dell’Assemblea Regionale di Confluenza di Sabato 12 luglio a Mazzé: “Il destino dell’agricoltura e del suolo in Piemonte: tra agri-fotovoltaico e nucleare”. Ricordiamo di iscriversi al FORM per avere indicazioni sulla partecipazione e organizzare al meglio l’accoglienza per l’assemblea.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

“Senza il contratto, il Paese si blocca”

La lotta dei metalmeccanici per il rinnovo contrattuale non sembra affievolirsi ma anzi dimostra forza e determinazione. Sommando le 8 ore di ieri si arriva a 40 ore di sciopero da quando, più di un anno fa, è saltato il tavolo di trattativa con FEDERMECCANICA, non si vedeva una lotta così aspra dal 1997. Oltre […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: media e organizzazioni documenteranno con una Missione di Osservazione la persecuzione politica a Eloxochitlán

Si tratta della prima missione di osservazione a Eloxochitlán che sorge “come una risposta urgente” alla violenza politica e giudiziaria contro la popolazione