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Padova – Seminario a Padova

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I materiali che proponiamo alla lettura in questo numero di «Potere operaio» (l’ultimo), sono gli atti del seminario tenuto a Padova dal 28 luglio al 4 agosto 1973. Dopo il convegno di Rosolina che sancisce la crisi di P. O. al seminario prenderà forma l’Autonomia Operaia in forma organizzata. Tra i partecipanti Emilio Vesce, Gianfranco Pancino, Guido Bianchini, Antonio Negri, Alisa Del Re, Ettore Gasperini, Carmela Di Rocco, Marzio Sturaro, Gianni e Italo Sbrogio, Luciano Ferrari-Bravo,

Ferruccio Gambino, Sandro Serafini, Franco Tommei, Augusto Finzi, Roberto Ferrari, Franco Tommei, Mario Galzigna, Paolo Mander, Nadia Mantovani, Giovanni Zamboni, Vincenzo Miliucci e Giorgio Raiteri.

 

Prologo al n. 50 di “Potere Operaio” settembre 1973

 

La necessità di organizzare una settimana di discussione e di studi intorno ai problemi più urgenti dell’organizzazione rivoluzionaria in Italia, derivava direttamente dai risultati insufficienti del convegno nazionale di maggio di Potere operaio. Lo stesso convegno non si era prestato come sede per un dibattito chiaro, il che, del resto, era prevedibile. Da lungo tempo l’organizzazione era paralizzata da una forte diversificazione, esistente all’interno, tra posizioni non più dialettiche. Il seminario ebbe luogo quindi nella misura in cui permetteva il rilancio di un dibattito politico fuori dal patriottismo di gruppo e dalle convenzioni burocratiche di tali organizzazioni. È inoltre un discorso «interno» ai compagni che in seguito non si sono più riconosciuti in Potere operaio, probabilmente per questo limitato. Tuttavia esso ha suscitato l’interesse dei compagni delle assemblee e dei comitati autonomi che hanno partecipato attivamente alla discussione. Dopo il seminario dalla discussione si è passati a scelte più concrete, da un lato l’uscita in massa da Potere operaio delle situazioni operaie più significative (Porto Marghera, Fatme di Roma, Pordenone ecc.) dall’altro il potenziamento dei livelli organizzati dell’autonomia con la piena adesione e l’impegno quotidiano nel lavoro politico delle assemblee e dei comitati.

 

Forse per questo alcune cose dette in queste pagine possono sembrare superate e probabilmente lo sono. Una cosa comunque resta utile ed importante, ed è il fatto che questa discussione pur nei suoi limiti non è la testimonianza di una rissa tra gruppetti o personaggi, ma la cosciente autocritica di un gruppo che ha avuto una funzione determinante nello sviluppo della lotta rivoluzionaria di questi anni. In questo senso pensiamo che possa rappresentare un esempio salutare per gran parte del movimento.

 

 Potere Operaio N.50

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