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Ricordiamo Franceska Mann

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Francesca Mann ( 4 febbraio 1917 – 23 ottobre 1943 ) era una giovane ballerina polacca residente a Varsavia prima della 2° guerra mondiale.

Era considerata una delle più belle e promettenti ballerine della sua generazione in Polonia sia nel repertorio classico che in quello moderno. Nel 1939 si era classificata al quarto posto su 125 concorrenti al festival della danza di Bruxelles.

Durante l’occupazione nazista della Polonia venne confinata nel Ghetto di Varsavia per la sua origine ebraica. Tentò di uscire da Ghetto e dalla Polonia con passaporti di paesi neutrali e venne coinvolta nella vicenda dell’Hotel Polski ( nel contempo una trappola ed una via di fuga per gli ebrei polacchi ).

In conclusione di un trasporto di 1.700 ebrei polacchi che avrebbe dovuto concludersi con uno scambio di prigionieri in Svizzera, giunse ad Auschwitz il 23 ottobre 1943.

Immediatamente selezionata con le altre donne per l’eliminazione nelle camere a gas, durante la procedura di spoliazione riuscì a procurarsi un’arma ( probabilmente sfilata ad una SS) e a ferire a morte con due colpi al ventre l’ufficiale addetto all’appello Josef Schillenger.

Quel che accadde dopo non è sicuramente ricostruibile per il sovrapporsi di varie testimonianze: secondo alcuni le altre donne diedero vita ad una rivolta che ferì altre SS, altri testimoni sostengono che gli ebrei non ancora nella camera gas furono allontanati e che il Comandante del campo Hoss intervenne con altre guardie per annientare le donne ribelli.

In ogni caso i dati certi sono che quel giorno la SS Schillinger fu ucciso e che un’altra guardia fu ferita e tutte le donne ebree furono assassinate. Il gesto di Francesca Mann è ricordato da molti con diverse interpretazioni ( ad es. Bettelheim ); quel che è certo è che uno dei pochi casi di disperata ribellione di fronte all’assassinio per mezzo delle camere a gas.

 Fonte: Filip Muller, Eyewitness Auschwitz. Three years in the gas Chambers, Chigago 1999 [ ed. originale 1979 ].

 

 

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