InfoAut
Immagine di copertina per il post

Davide Grasso scrive al Rettore della Statale di Milano

 

Al prof. Gianluca Vago, Rettore dell’Università Statale di Milano, in merito alla mancata autorizzazione del mio intervento di lunedì prossimo –

Rettore, quando il mio gruppo combattente è penetrato in una scuola abbandonata di una città dello stato islamico, durante l’offensiva a nord di Aleppo dell’estate scorsa, ho visto per la prima volta un’istituzione educativa del califfato. Su ogni aula di lezione campeggiava la professione coranica di monoteismo e nei cassetti di una cattedra abbiamo trovato una foto di classe: una ventina di bambini sedevano accanto alla maestra, completamente ricoperta di stoffa nera fin sopra gli occhi. Ho pensato che quei bambini non avevano mai avuto la possibilità di vedere il volto della loro maestra. Curioso. Ho pensato anche, ripercorrendo il mio percorso di studi umanistici in Italia, a quanto era spiacevole pensare che una parte considerevole dei bambini siriani abbia oggi la possibilità di studiare un unico libro, per quanto importante, e sia costretta a limitare le proprie scelte a una sola concezione della vita e dell’universo.

Cose che anche in Europa, in forma diversa, abbiamo vissuto. Pensi che molti dei ragazzi al fianco dei quali stavo, invece, affrontando quella forza oscura, non possono leggere neanche il Corano, perchè sono analfabeti. In quanto curdi, o arabi troppo poveri, non hanno avuto accesso alla scuola. Il regime siriano ha lasciato una parte importante della sua popolazione nella completa ignoranza, per poterla controllare meglio; e d’altra parte Raperin, coordinatrice degli istituti scolastici creati dalla rivoluzione confederale nella Siria del Nord, mi aveva detto: “Nelle scuole del regime lo stato non parla d’altro che di sè stesso”. Quelle persone emarginate e povere, senza educazione, sono il nerbo delle diverse correnti della rivoluzione siriana. È interessante pensare a come quel conflitto sia anche un conflitto legato all’istruzione e al sapere. Tra i combattenti internazionali che, come me, hanno affrontato l’Isis, hanno combattuto anche degli archeologi. Non lo trova curioso? Persone che non avrebbero mai pensato di toccare un’arma hanno deciso di partire per arrestare la distruzione delle rovine di Palmira e di Ninive da parte dell’Isis.

Nelle università del regime siriano quegli archeologi non potrebbero prendere parola. Avendo combattuto l’Isis nelle stesse forze in cui l’ho fatto io, hanno sostenuto una parte – quella migliore – della rivoluzione. In effetti, è indubbio che verrebbero considerati un pericolo per la comunità universitaria, per usare l’espressione che voi avete usato con me. Sebbene nemici, e molto diversi tra loro, stato islamico e regime condividono un certo impeto nel voler dettare il discrimine tra ciò che è lecito e ciò che illecito ascoltare dentro un’aula scolastica o universitaria. Le dirò di più: nessuna università e nessuna istituzione è stata mai immune da questa tentazione; le stesse università lo insegnano. Tuttavia, già oggi la Siria non è più soltanto questo. Le accademie create dalla rivoluzione della Siria del Nord, quella per cui mi sono speso, esibiscono nei corridoi ritratti di Ipazia e di Nietzsche. È un buon segno: la prima, come sa, perse la vita pur di non rinunciare – da donna – alla sua sete di conoscenza; il secondo tentò di indagare ciò che conduce l’essere umano sul sentiero del dogma o dell’imposizione di una raffigurazione univoca delle cose.

Davvero molti ragazzi con cui ho combattuto non sapevano leggere e scrivere, ma conoscevano il nome di Ipazia. Non lo trova sorprendente? Molti di loro ora sono morti: curdi, arabi, caduti assieme a inglesi, tedeschi, statunitensi… Prof. Vago, in Siria è in corso un massacro. Ciò che accade laggiù è indecente. Le ragazze e i ragazzi che difendono anche le nostre città dalla minaccia dell’Isis stanno morendo letteralmente come cani. Lei è un medico: sa senz’altro cosa significa morire per perdite di sangue rese letali dall’assenza di sufficiente personale e di strumentazione sanitaria al fronte. È ingiusto, è orribile. Quelle emoragie potrebbero essere arrestate, se solo si riuscisse a ridurre il divario che questo mondo ha sancito tra le nostre vite e le loro. Sono certo che, da patologo, lei è sensibile a questo tema. Le verrebbe voglia di lasciare tutto e partire, di cambiare vita e rischiare la propria, pur di lavare con le sue mani il sangue di quei ragazzi sconosciuti e lontani che difendono Milano, Parigi e Palmira, che vogliono introdurre il pluralismo nelle istituzioni della conoscenza, e rendere di nuovo visibili i volti di migliaia di maestre in Siria.

Se lei vorrà raggiungere il fronte, però, la Turchia e i signori del petrolio dell’Iraq del nord la ostacoleranno. È il loro modo di scongiurare l’unica rivoluzione – quella confederale – che, in Siria, oltre a combattere l’Isis, dichiara che molte devono essere le fonti della conoscenza e del diritto. Ciò è considerato, da quelle forze, incompatibile con il medio oriente che hanno in mente, e un peccato degno di embargo sanitario. Chiamare il consolato italiano e protestare, se bloccato alla frontiera, potrebbe non servirle, perchè il nostro governo sostiene attivamente, con la diplomazia e con armamenti, la Turchia e quei mercanti di petrolio. Allora faccia una cosa: si impegni, per questa volta, in un viaggio più breve: venga lunedì, alle 17.00, in via Festa del Perdono, presso la sua stessa università, e ascolti la mia conferenza. Non si preoccupi: si terrà ugualmente, nonostante il suo divieto. Non è che una testimonianza, per carità, ma è importante proprio perchè ho combattuto, e quindi ho visto il fronte. Ci crederebbe? Vedere il fronte può contribuire ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza. Se non si muore, beninteso; ed è perchè ho avuto questo privilegio, contrariamente ad altri – un privilegio al quale, le assicuro, neanche Ipazia troverebbe una spiegazione razionale – che adesso posso provare a raccontare.

Provare, sì: perchè di molte cose, purtroppo, non riesco a parlare; ma posso comunque parlare della Siria, dei tagliagole armati dai nostri governi, delle lesioni della libertà di stampa perpetrate dai loro interlocutori, degli ecomostri costruiti dalle nostre imprese a rischio della vita di migliaia di persone, delle bugie e delle reticenze dei nostri politici, della disinformazione intenzionale dei nostri giornalisti, dei crimini commessi in passato dai nostri soldati, dei genocidi permessi dalle forze addestrate dal nostro esercito, dei miei amici uccisi dalle aviazioni rifornite dalle nostre imprese, degli stati islamici, quelli amici e quelli nemici dei nostri ministeri degli esteri, e di quello che ho combattuto, e del perchè in tanti, dall’Europa, sono andati a combattere per questa causa o sul fronte opposto a quello che ho scelto io. Quando mi avrà ascoltato, potrà intervenire e criticarmi, se crederà; e smentire le mie affermazioni, esprimere le sue idee e spiegare ai suoi studenti qual è la ricetta, senz’altro migliore della mia, che lei ha in mente per affrontare le tragedie del mondo contemporaneo – che per ora, le assicuro, soltanto si annunciano. Potrà farlo perchè, considerato che lei non è stato in grado di garantire la mia libertà di espressione, sarò io a garantire la sua.

Cordialmente
Davide Grasso

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Formazionedi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Formazione

Breaking the Wall Conference for Palestine – Convegno per la Palestina

Giovedì 29/05 – Venerdì 30/05, Polo Carmignani, Università di Pisa

In una fase storica di mobilitazione bellica globale, di intensificazione del genocidio in Palestina, di sollevazione di milioni di persone in solidarietà con il popolo palestinese, le università e la produzione della conoscenza sono diventati un terreno di scontro e di cambiamento.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sciopero nazionale contro il ddl Bernini: mobilitazione in tutta Italia delle Assemblee Precarie Universitarie

Ieri in occasione della giornata di sciopero oltre 20 città si sono mobilitate in tutta Italia contro la riforma Bernini, contro i tagli alla ricerca e contro gli investimenti in ottica bellica. Lo sciopero promosso da diversi sindacati (Flc-Cgil, Usi, Cub, Usb, Cobas, Adl Cobas, Clap) ha visto l’attivazione di molti atenei attraverso iniziative di blocco, presidi, cortei e occupazioni, grazie alla mobilitazione delle Assemblee Precarie Universitarie.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sciopero dell’università: contro tagli, precarietà e guerra

Per avere un lavoro stabile nell’università allo stato attuale è richiesto ad ogni lavorator di sopportare tra i 15 e i 20 anni di precarietà lavorativa che costringe ad una vita precaria a 360 gradi.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Immaginare un contropercorso nelle scuole, partire dalle condizioni oggettive della lotta

Ci troviamo in una fase in cui le organizzazioni studentesche della politica anti-istituzionale da anni si muovono solo in un terreno tattico di risposta alle grandi dichiarazioni scandalose dei politici e dei padroni, molto spesso assumendole come punto di vista generale.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Sbatti i prof in prima pagina: solidarietà a Gaia Righetto

Sempre più spesso, insegnanti e lavoratori/trici della scuola vengono messi alla gogna per le proprie idee e il proprio impegno civile. da Global Project È il caso di Gaia Righetto, attivista e docente precaria colpita da una campagna diffamatoria prima ancora di entrare in classe. Come già accaduto ad altri, si vuole trasformare il dissenso […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Collettivo Einstein: contro guerra e riarmo, organizziamoci e lottiamo

Oggi (ieri ndr) abbiamo lanciato un presidio sotto scuola per dire la nostra in merito al riarmo e a un incontro che si sarebbe dovuto svolgere all’interno dell’auditorium di via Pacini. Riprendiamo da Collettivo Einstein Riarmo che si farà grazie ai soldi per le scuole, per la sanità pubblica e quelli delle tasse pagate dalle […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Venti di guerra sull’Italia? La guerra viene fatta a noi studenti e lavoratori!

Riprendiamo l’appello di studenti e studentesse del Collettivo Einstein di Torino che chiamiamo un’assemblea studentesca presso la loro scuola sul tema del riarmo europeo.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Inaugurazione anno accademico di Torino: finanziamenti alle università, non alle armi

Lunedì 17 marzo l’Università di Torino celebrerà in mattinata la cerimonia di inaugurazione del suo anno accademico, cerimonia a cui è stato invitato come “ospite di riguardo convocato per l’occasione” Enrico Letta.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Los Angeles, o la fine dell’assimilazione

“Non è nostro compito inventare strategie che potrebbero permettere al Partito dell’Ordine di respingere il diluvio. Il nostro compito è piuttosto quello di individuare quali compiti necessari ci vengono assegnati giorno per giorno, quali forze di creatività, determinazione e solidarietà vengono chiamate in causa, e quali forme di azione appaiono ora ovvie a tutti.”

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Stop Riamo: giornata a Torino contro riarmo, guerra e genocidio in Palestina

Riprendiamo il programma della giornata dal canale telegram @STOPRIARMO, percorso cittadino e territoriale che intende costruire una dimensione ampia di attivazione contro la guerra, contro il piano di riarmo e vuole opporsi al genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Sa – hara – lento: sotto attacco la foresta degli ulivi di Puglia

Sa – hara – lento è una di quelle costruzioni terminologiche di fantasia (putroppo solo dal punto di vista lessicale!) che richiede un piccolo sforzo iniziale per comprenderne il senso. Noi ne siamo subito stati incuriositi e la lettura del documento che alleghiamo, curato e inviatoci dal Coordinamento interprovinciale a tutela dei territori, ci ha appassionato, svelandoci meccanismi e analisi che evidenziano ancora una volta, semmai fosse necessario, come l’intreccio di interessi di mercato non si ponga alcun tipo di scrupolo nel devastare un territorio, la sua cultura e tradizione. 

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il riscaldamento globale non sta solo aumentando. Sta aumentando più velocemente

Emissioni di gas serra, aumento delle temperature, innalzamento del livello del mare, squilibrio energetico della Terra… un nuovo studio pubblicato da 61 scienziati coinvolti nel lavoro dell’IPCC lancia l’allarme sullo stato dei cambiamenti climatici su scala globale.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Piacenza: aggressione fascista per “Ripulire la città dagli stranieri”. Manifestazione antifascista mercoledì 2 giugno

A Piacenza, nella notte tra il 25 e il 26 giugno, un gruppo di fascisti di CasaPound e affini ha aggredito alcuni passanti, tra cui diversi minorenni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Smilitarizziamo Sigonella. Contro guerra, riarmo, genocidio

Fermiamo il genocidio del popolo palestinese
Impediamo la terza guerra mondiale ed il riarmo europeo
Smantelliamo le basi Usa-Nato – Smilitarizziamo Sigonella.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Conferenza stampa al Comune di Mazzé verso l’assemblea regionale “Il destino dell’agricoltura e del suolo in Piemonte: tra agri-fotovoltaico e nucleare”

Questa mattina si è tenuta la conferenza stampa di lancio dell’Assemblea Regionale di Confluenza dal titolo “Il destino dell’agricoltura e del suolo in Piemonte: tra agri-fotovoltaico e nucleare” che si terrà al Palaeventi di Mazzé sabato 12 luglio dalle ore 9.30

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Guerra alla guerra

Un appello per la costruzione di un percorso contro la guerra, il riarmo e il genocidio in Palestina Facciamo appello a tutti e tutte coloro che sentono la necessità di sviluppare un percorso largo e partecipato contro la guerra, contro il riarmo dell’Europa e il genocidio in Palestina. A tutt coloro che già si mobilitano […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fuoco e ghiaccio: lezioni dalla battaglia di Los Angeles

Traduciamo questo articolo anonimo dal sito ill will. Il testo è del 14 giugno, quindi scritto nei giorni caldi delle rivolte. Ci sembra importante cercare di seguire il dibattito interno al movimento che si sta dando negli Usa, per provare a restituire la complessità delle questioni che esso mette sul tappeto.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Ex-GKN: partecipata assemblea dopo le notizie di sgombero

In vista della due giorni di mobilitazione del prossimo 11-12 luglio.