La pandemia in Italia fa sentire con forza i propri effetti sul lavoro. Ad ottobre gli occupati in Italia sono diminuiti dello 0,1% sul mese precedente, ma segnano quasi mezzo milione in meno (-473.000) sullo stesso mese del 2019.
Attraverso il blocco dei licenziamenti, i dipendenti a tempo indeterminato sono 61.000 in più rispetto ad ottobre 2019. In calo invece gli occupati a termine e i lavoratori indipendenti, gli autonomi (-154.000).
Stabile al 9,8% il tasso di disoccupazione, ma fra i giovani torna a superare il 30%. Balzo degli inattivi che segnano un +230.000.
L’uscita di questi dati è stata anticipata da Confindustria che da mesi chiede a gran voce lo sblocco dei licenziamenti e continua a lanciare le sue bordate alle forme al dispositivo della contrattazione nazionale. Nel mentre il dibattito sul welfare si fa incalzante dopo un anno di pandemia particolarmente prolifico nel generare ammortizzatori sociali estremamente frastagliati e differenziati.
Commentiamo questi dati e le prospettive per il prossimo futuro con Simone Fana, Co-Autore di “Basta Salari da Fame“.
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