Nella giornata di mercoledì 24 ottobre diversi nutriti gruppi di migranti hanno tentato di oltrepassare il confine che divide la Bosnia Erzegovina e la Croazia. La ricerca di una vita migliore sfonda i muri, letteralmente e simbolicamente, dal Sudamerica al Vecchio contienente.
Il gruppo di persone principale, quello più numericamente consistente di più di 200 persone, ha raggiunto il confine di Maljevac vicino a Velika Kladusa, un comune del Cantone dell'Una-Sana, nella parte nord-ovest della Bosnia Erzegovina. A presidiare la zona ci sono forze di polizia e militari croate e bosniache, le prime hanno cercato, attraverso diversi cordoni e la chiusura del confine, di impedire il passaggio dei migranti, che nonostante le forze dispiegate sono comunque riusciti a sfondare i primi cordoni. Ci sono stati diversi feriti.
Nella stessa giornata un altro consistente gruppo di migranti, circa un centinaio, è stato bloccato su un treno, che era partito da Sarajevo, in corrispondenza della stazione di Bihac, città sempre nella zona del Cantone Una-Sana. Le persone sono state trattenute con scuse pretestuose per diverse ore e successivamente traferite su autobus che li hanno riportati alla capitale.
A seguito degli eventi e in preparazione a futuri altri tentativi di attraversamento del confine le autorità croate hanno inviato, in prossimità del confine, elicotteri con a bordo le unità speciali della polizia.
Nella città di Bihac si stima che ad oggi siano presenti dai 3.000 ai 5.000 migranti e che in tutta la Bosnia Erzegovina siano all’incirca 18.000. Il conteggio considera solo quelli registrati in entrata dalle forze dell’ordine, il numero quindi è sicuramente maggiore.
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